Ricorre il 6 febbraio l’anniversario della morte di Gustave Klimt, pittore austriaco animatore del Movimento detto “Secessione Viennese”. Era nato il 14 luglio 1862 a Baumgarten, un sobborgo di Vienna, secondo di 7 fratelli. Dotato di una naturale predisposizione al disegno, a 14 anni Klimt entrò alla Scuola d’arte e mestieri di Vienna, dopo aver brillantemente superato l’esame di ammissione.Imparò a padroneggiare diverse tecniche artistiche, dal mosaico alla ceramica.
Prima di raccontare la storia della sua vita raccontiamo quella della sua opera pubblicata sopra: Il Ritratto di Adele Bloch Bauer è un dipinto (138×138 cm) realizzato nel 1907. Primo di due dipinti omonimi, esso viene citato come l’ultimo nonché il più rappresentativo della sua “fase dorata”. Dopo essere stato rubato dai nazisti, l’opera fu rivendicata dallo stato austriaco e dagli eredi dei proprietari originari, che ne ritornarono in possesso solo in seguito ad una procedura legale Nel.2006, le opere di Klimt vennero vendute da Christie’s a Ronald Lauder per 300 milioni di dollari (il Ritratto di Adele Bloch-Bauer fu valutato per 135 milioni di dollari). Un mese più tardi, il ritratto venne quindi esposto in mostra permanente nella Neue Galerie di New York.L’opera mantenne, durante quel periodo e per quattro mesi, il primato di dipinto più costoso del mondo
(nella foto sopra il “Ritratto di Adele-Bloch-Bauer”).
Torniamo ora alla biografia di questo grande maestro. A soli 17 anni Gustav, il fratello Ernest e Franz von Matsch, formarono un sodalizio artistico che ottenne importanti incarichi per affreschi decorativi e, nel 1880, quando tutti e tre non erano erano nemmeno ventenni, dipinsero il soffitto delle Sale di Riunione di Karlsbad (ora Karlovy Vary nella Repubblica Ceca). Nel 1883 Gustav Klimt si diplomò ed i tre giovani artisti aprirono uno studio a Vienna con il nome di “Società di artisti”, che nel 1886 ottenne il prestigioso incarico della decorazione del soffitto della scalinata principale del Burgtheater, il teatro nazionale austriaco, lavoro terminato nel 1888. La presenza di musicisti come Mahler e Schönberg, di intellettuali come Freud e Wittegenstein, di scrittori come Musil, rendevano la Vienna della fine ‘800 una delle città più affascinanti e colte d’Europa.
Quell’aria romanticheggiante era il canto del cigno di un mondo che stava per scomparire, consapevole della sua prossima fine, che avvenne con lo scoppio della prima guerra mondiale.
La coscienza della fine è riscontrabile anche nella pittura di Klimt che rimarrà il personaggio più vitale ed emblematico della Secessione Viennese posta sulla scia della pittura simbolista.
Dalle sue prime opere emerge la predilezione per il soggetto femminile, che tuttavia esprime una bellezza semplicemente decorativa, ancora influenzata dalla scuola romantica.
Il 1892 fu un anno di lutti per Gustave Klimt, muoiono sia il padre che il fratello Ernest, solo ventottenne e la sua creatività ha una battuta d’arresto, non dipingerà per quasi un anno, cosa che lo allontana dal socio Franz von Matsch.Nello stesso periodo avviene l’incontro con Emilie Flöge che, pur essendo a conoscenza delle relazioni che il pittore intrattiene con altre donne (negli anni Novanta del XIX secolo Klimt sarà il padre riconosciuto di almeno 14 figli), gli sarà compagna fino alla morte.Ormai ricco e famoso Klimt si assume l’onere economico del mantenimento della madre, della cognata e della nipote, ma personalmente non si sposerà mai, preferendo le relazioni con le modelle che posavano per lui.
Nel 1898 si inaugura la prima mostra della Secessione viennese, movimento artistico costituitosi l’anno prima con Klimt presidente. La secessione pubblica una propria rivista,Ver Sacrum (Primavera sacra) di cui verranno pubblicati 96 numeri, fino al 1903. Alla prima mostra vengono esposte opere dello stesso Klimt, di Auguste Rodin, Puvis de Chavannes, Arnold Böcklin, Alfons Mucha e Fernand Khnopff. La seconda mostra inaugurerà il Palazzo della Secessione, appositamente progettato da Joseph Maria Olbrichcon elementi greco-egiziani: all’ingresso venne collocata la frase di Ludwig Hevesi “A ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”
Nel 1894 l’università di Vienna aveva commissionato all’artista la decorazione del soffitto dell’aula magna sul tema illuminista del trionfo della Luce sulle Tenebre, da sviluppare su tre facoltà: Filosofia, Medicina e Giurisprudenza. I lavori vengono rimandati per anni e, quando i pannelli verranno presentati, rispecchiano il mutamento stilistico del giovane pittore, influenzato dalla Secessione che egli stesso aveva fondato. Tutti e tre i pannelli, della dimensione 430x300cm, vennero distrutti da un incendio del Castello di Immerdorf nel 1945, e ne rimangono solo foto in bianco e nero e una foto a colori del bozzetto di Medicina.
Filosofia, Medicina e Giurisprudenza verranno duramente contestate dai committenti, che avevano immaginato una sobria rappresentazione del progresso della cultura, ma che si ritrovano un turbinio di corpi sensuali. La protesta del corpo docente arriva fino al parlamento: a questo punto, Klimt decide di rompere il contratto e restituisce l’anticipo già versato. Elemento chiave dei lavori di Klimt è la figura femminile. Anche quando rappresentano figure allegoriche, le donne sono visibilmente ritratte da personaggi della vita quotidiana; talvolta si tratta di prostitute che, anche se ingentilite dalle citazioni classiche nel contesto del quadro, vengono raffigurate ad esempio con acconciature vaporose e trucco pesante. Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I è diventano da alcuni anni uno dei quadri più preziosi al mondo.
Nonostante lo scandalo tra i benpensanti, Klimt trova i suoi mecenati tra le ricche famiglie ebree della borghesia viennese, che amano l’arte d’avanguardia: l’industriale dell’acciaio Karl Wittgenstein, la famiglia Knips, l’imprenditore tessile Wärndorfer. Alle mogli di questi influenti personaggi, Klimt dedicherà dei famosi ritratti.
Nonostante la ricchezza e la fama, Klimt viveva modestamente e, a parte qualche breve viaggio all’estero, non lasciò mai Vienna.
Viveva con la madre e due sorelle nubili, lavorava molte ore al giorno senza interrompersi neppure per mangiare e, pur amando la compagnia, non cercò mai di far parte del bel mondo.
Nonostante le varie fotografie che lo raffigurano e che danno l’aria di un gran viveur, Klimt non fu mai un tipo estremamente socievole. Pur se frequentatore dei balli all’Opera e dei salotti mondani più importanti, egli passava la maggior parte del tempo nel proprio studio a lavorare, andando a letto presto la sera. Si esprimeva, inoltre, con forte accento viennese, ed era amante di un umorismo piuttosto greve.Era, inoltre, abbastanza sgrammaticato e poco propenso a scrivere; infatti a volte gli capitava di sbagliare a scrivere il suo stesso nome (questa pratica si è trasmessa fino ai tempi odierni: “Clint” è l’errore più comune).
Il famoso quadro “Giuditta” del 1901 segna l’inizio del “periodo aureo” del pittore ormai vicino ai quarant’anni.In clima simbolista la figura di Giuditta si presta ovviamente alla rappresentazione della “femme fatale”, crudele e seduttrice, che porta alla rovina e alla morte il proprio amante.L’utilizzo della foglia d’oro ha funzione decorativa e di valorizzazione della luminosità che l’oro dona alla figura, ma è dovuto anche alla familiarità che l’artista ha con il metallo: suo padre era orafo incisore e suo fratello George, che di quest’opera realizza la cornice, è cesellatore.
Nel 1903 Klimt arriva in viaggi Italia, fra Venezia, Ravenna e Firenze, rimane molto impressionato dai mosaici bizantini, è affascinato dal loro splendore, dalla preziosità, ma soprattutto dalla straordinaria luminosità, che confermano la sua scelta dell’utilizzo del prezioso metallo come materiale preferito nella composizione delle sue opere almeno fino al 1909.
Tra il 1905 e il 1909 Klimt realizzò un prezioso mosaico per la sala da pranzo del palazzo Stoclet di Bruxelles, che resta la sua opera più famosa.
Le allegorie sulla condizione umana sono tra i dipinti più complessi ed enigmatici di Klimt.
Dal momento che raramente il pittore commentava le sue opere, è spesso difficile individuare il significato dei suoi dipinti meno convenzionali, anche se gli scopi paiono abbastanza evidenti.
Generalmente il tema centrale è il sesso, che viene però trattato dal pittore nei modi più appassionati che riflettono l’opinione che Klimt aveva delle donne, viste come idoli bellissimi, tenere madri, ma anche come predatrici, che si servono del loro fascino come di una trappola fatale, spesso in atteggiamenti decisamente provocatori, ma rappresentati con tale eleganza e tenerezza da non risultare mai volgari.
Opponendosi alle idee conservatrici dei suoi contemporanei, superando barriere e divieti realizzò dipinti erotici e simbolici che rappresentavano i sogni, le speranze, le paure e le passioni dell’uomo.
Klimt iniziò a dipingere paesaggi solo verso i trentacinque anni, durante le vacanze. I paesaggi costituiscono una parte sostanziale dell’opera dell’artista: sono oltre cinquanta e pertanto rappresentano un quarto di tutta la sua opera pittorica pervenutaci e mostrano di preferenza i luoghi frequentati d’estate dai ricchi viennesi.
Oltre al ritratto, Klimt si dedicò per tutta la vita anche al disegno. Già la sola quantità – per circa 250 dipinti ci sono stati tramandati 3.000 disegni – è dimostrazione dell’importanza che questa forma espressiva rivestiva nella produzione di Klimt. A motivo della qualità eccelsa di questi disegni, essi rientrano a buon diritto tra i principali lasciti di questa forma artistica. Con 400 disegni, il Wien Museum detiene il patrimonio più grande al mondo per quanto concerne queste opere di Klimt risalenti a tutti i suoi periodi creativi e che, in occasione di una mostra temporanea, saranno per la prima volta esposte tutte al pubblico. Un’altra collezione molto esaustiva dell’opera klimitiana è in possesso del museo dell’Albertina di Vienna.
Dopo il “periodo aureo” Gustav Klimt ebbe un periodo di crisi esistenziale ed artistica dal quale l’artista uscì dopo qualche anno con un nuovo stile.Influenzato dalla pittura espressionista che già da qualche anno si era manifestata in area tedesca, dai suoi dipinti scompaiono gli ori e le eleganti linee liberty sostituiti da colori accesi e vivaci.Klimt aveva conosciuto l’Espressionismo, soprattutto attraverso all’attività di due artisti viennesi, già suoi allievi Egon Schiele e Oscar Kokoschka.
Nel 1910 Klimt partecipa alla Biennale di Venezia e l’anno successivo riceve il primo premio dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma per Morte e vita: le sue opere verranno esposte anche a Firenze, Bruxelles, Londra e Madrid.Nel 1911 si trasferì in un nuovo studio e continuò a lavorare fino all’11 gennaio 1918 quando, recandosi ad un caffè per la prima colazione, ebbe un gravissimo colpo apoplettico che gli paralizzò il lato destro del corpo impedendogli di continuare a dipingere.
Ammalato e senza la consolazione dell’arte, sopravvisse meno di un mese: morì il 6 febbraio 1918, a cinquantacinque anni, pianto come il più grande artista austriaco dell’epoca. L’allievo ed amico Egon Schiele lo ritrarrà sul letto di morte. Gustav Klimt venne quasi immediatamente considerato il pittore più rappresentativo dell’Art Nouveau: partito da una formazione artistica ancora tradizionale, diviene uno dei massimi esponenti della secessione viennese. La sua tomba si trova al cimitero di Hietzing. In quello stesso anno moriranno anche i compagni di una vita a lui più vicini artisticamente, come Otto Wagner, Kolo Moser ed Egon Schiele e il 1918 è anche l’anno che segna il definitivo e inesorabile declino della monarchia asburgica.