Avanguardia Russa. Falsi in mostra in Belgio? Alcuni esperti dicono che la mostra sul Modernismo Russo al Museo di Gand è “alquanto discutibile”.
Un’esposizione di 26 opere d’avanguardia russa mai viste prima, presumibilmente eseguite all’inizio del XX secolo da artisti così come Kandinsky, Malevich, Rodchenko e Tatlin si trova in questi giorni sotto i riflettori, e non per una motivazione lusinghiera. Come già capitato per Modigliani a Genova in discussione c’è l’autenticità delle opere d’arte.
Alcuni esperti di arte russa hanno difatti messo in dubbio la paternità delle opere esposte in una lettera aperta su The Art Neswpaper.
I dipinti sono esposti in una mostra dal titolo Modernismo russo al Museum voor Schone Kunsten (MSK) a Gand, in Belgio. Le opere sono in prestito dalla Dieleghem Foundation, un ente di beneficenza di proprietà dell’imprenditore russo e collezionista d’arte Igor Toporovski. La mostra, inaugurata a fine ottobre, è l’anticipazione di un’esposizione più ampia che dovrebbe debuttare nello stesso museo alla fine del 2018.
Nella lettera gli esperti descrivono le opere in mostra a Gand come “alquanto discutibili”. Tra i firmatari ci sono lo storico dell’arte Aleksandra Shatskikh, che ha scritto diversi libri su Malevich; Natalia Murray del Courtauld Institute of Art, che ha organizzato la mostra “Revolution: Russian Art 1917-1932” alla Royal Academy lo scorso anno; Vivian Endicott Barnett, autore di cataloghi ragionati su Kandinsky e Alexej von Jawlensky; e Konstantin Akinsha, giornalista e curatore.
>> Sebbene la parola “falso” non sia usata nella lettera, è chiaro che gli esperti sospettano che le opere esposte a Gand potrebbero non essere autentiche.
I dipinti, dicono, “non hanno una storia espositiva, non sono mai stati riprodotti in pubblicazioni scientifiche e non hanno registrazioni di vendita rintracciabili. I dipinti esposti di Kandinsky e Von Jawlensky non sono inclusi nei cataloghi ragionati, riconosciuti a livello internazionale come fonti definitive per l’autenticazione delle opere di questi artisti.
Un portavoce del Museo ha dichiarato che sono state seguite le procedure standard per esaminare i prestiti prima della mostra, parlando ampiamente con il collezionista e rivedendo il materiale di supporto fornito dalla sua fondazione.
Quando è stato chiesto di fornire la documentazione della provenienza delle opere esposte il museo ha rimandato la responsabilità al collezionista Igor Toporovski.