«Osservando le sculture sento che esse mi danno tutto l’amore e l’affetto ma anche una voglia di distruzione, e le vedo come tarlate e corrose: e mi viene quindi l’idea di inserire tutti i miei segni all’interno dei solidi della geometria, dentro l’immagine astratta di Brancusi…».
Arnaldo Pomodoro in conversazione con Francesco Leonetti, L’arte lunga, Milano 1992, p. 58