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May You Live in Interesting Times. Il titolo della Biennale Arte 2019 di Ralph Rugoff

Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore Ralph Rugoff Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore Ralph Rugoff
Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore Ralph Rugoff
Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore Ralph Rugoff

Dibattito politico fra fake news e “fatti alternativi” al centro del progetto del curatore americano. Che il Presidente Paolo Baratta associa idealmente a quello della prima Biennale di Szeemann

L’arte dovrebbe porci delle domande su come definiamo i nostri confini culturali”. Come esordio, per qualcuno che si appresta a dirigere l’evento artistico più importante del globo, è specioso – rischio inevitabile, a poco meno di un anno dal via – ma decisamente intrigante. È così che Ralph Rugoff ha sintetizzato il senso profondo che è alla base della Biennale Arte 2019, a cui lui – direttore – ha assegnato un titolo che ammanta il postulato di positivismo: May You Live in Interesting Times. “In un’epoca nella quale la diffusione digitale di fake news e di ‘fatti alternativi’ mina il dibattito politico e la fiducia su cui questo si fonda, vale la pena soffermarsi, se possibile, per rimettere in discussione i nostri punti di riferimento”, ha commentato il direttore nel corso della conferenza stampa svoltasi stamane nella sede di Ca’ Giustinian. “La 58. Esposizione Internazionale d’Arte non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell’arte che includa sia il piacere che il pensiero critico”.

Il presidente della Biennale Paolo Baratta
Il presidente della Biennale Paolo Baratta

May You Live in Interesting Times – ha specificato Rugoff, lasciando a bocca asciutta chi immaginava già da ora rivelazioni dettagliate – cercherà di offrire al suo pubblico un’esperienza a tutto tondo, che è propria del profondo coinvolgimento, trasporto e apprendimento creativo resi possibile dall’arte. Questo vorrà dire coinvolgere i visitatori in una serie di incontri che saranno essenzialmente ludici, perché è quando giochiamo che siamo più compiutamente ‘umani’. Significherà anche curare gli aspetti del formato della Mostra, ove possibile, per far sì che sia in linea con il carattere dell’arte che verrà presentata”. Il Presidente Paolo Baratta ha introdotto un parallelo – che poi si rivelerà decisamente pregnante – con la Biennale di Harald Szeemann, curatore la cui scelta fu comunicata esattamente 20 anni fa, il 16 luglio 1998. “Con l’incarico a Ralph Rugoff abbiamo voluto portare ulteriore contributo e chiarezza formale all’idea coltivata in tutti questi vent’anni sul ruolo della Biennale e, in particolare, della Mostra d’Arte”.

www.labiennale.org

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