Pompei, ritrovamento ad alto tasso di sensualità. L’affresco, unico e particolare, rappresenta il mito di Leda e il cigno. L’impatto visivo è da togliere il fiato.
Da quando sono iniziati i lavori di scavo nell’area Regio V di Pompei, che rientrano nel Grande Progetto Pompei, è stato un susseguirsi continuo di grandi scoperte. Il team che quotidianamente segue i fronti di scavo si aspettava di riportare alla luce un numero consistente di reperti e affreschi – si tratta infatti della più importante campagna di scavo dal dopoguerra ad oggi in un’area solo in parte interessata da precedenti interventi nell’Ottocento – ma l’eccezionale fattura dei ritrovamenti ha sorpreso perfino l’esercito di archeologi, architetti, ingegneri, geologi e restauratori che affianca il Direttore Massimo Osanna in questa che potremmo definire una seconda vita di Pompei.
Il nuovo affresco – emerso da un ambiente di via del Vesuvio, nel corso degli interventi di riprofilamento dei fronti di scavo della Regio V – ha un impatto visivo dal togliere il fiato. Se in realtà raffigura un mito – quello di Leda e il cigno – già ritrovato in altri affreschi delle domus di Pompei, la scena rappresentata nell’affresco emerso oggi è davvero unica e particolare. Non solo per la fattura di altissima qualità esaltata dai vividi colori ma soprattutto per la sua particolare iconografia così sensuale ed esplicita a tal punto che alcuni media hanno addirittura definito la scoperta di oggi ‘ a luci rosse’. L’affresco riprende infatti senza sottintesi, il congiungimento carnale tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta. Dal doppio amplesso, prima con Giove e poi con Tindaro, nasceranno, fuoriuscendo da uova, i gemelli Castore e Polluce (i Dioscuri), Elena – futura moglie di Menelao re di Sparta e causa della guerra di Troia – e Clitennestra, poi sposa (e assassina) di Agamennone re di Argo e fratello di Menelao.
L’ambiente che conserva il dipinto è posto accanto al corridoio di ingresso dove già era stato individuato l’affresco del Priapo, analogo a quello della vicina Casa dei Vettii. Mentre il Priapo decorava le fauces della casa (ovvero l’entrata), il ritratto di Leda si trova all’interno, in una piccola camera da letto, appena oltrepassato il grande atrio. Come ha dichiarato all’Ansa il Direttore Osanna , probabilmente la Domus apparteneva a “un ricco commerciante, forse anche un ex liberto ansioso di elevare il suo status sociale con il riferimento a miti della cultura più alta”.