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Scoperta eccezionale a Pompei: rinvenuti due calchi di un patrizio e del suo schiavo

©Luigi Spina
©Luigi Spina

È nella zona di Civita Giuliana, a circa 700 metri dalle mura antiche di Pompei, che sono stati rinvenuti due corpi di uomini perfettamente integri.  Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei statali e del Parco Archeologico di Pompei, lo definisce un “ritrovamento eccezionale”, seguito dal ministro Franceschini: “stupefacente”.

I dormienti sono stati ritrovati all’interno di un’ampia villa suburbana scoperta nel 2017, in un vano che dava accesso a un criptoportico. L’estrazione dei calchi è avvenuta sfruttando la tecnica inventata dall’archeologo napoletano Giuseppe Fiorelli nel 1863: sopra allo spazio vuoto, creato dalla stratificazione della cenere indurita, viene praticato un foro dentro cui viene colato del gesso liquido.

Le ultime settimane sono state febbrili – spiega Osanna – Abbiamo avvertito la presenza di vuoti nella coltre di materiale piroclastico e da lì la sorpresa dei resti umani. C’erano le condizioni ottimali per provare a ottenere il calco delle vittime, e l’esperimento è pienamente riuscito.

La tecnica di Giuseppe Fiorelli

Dopo essere stati portati alla luce, le analisi compiute sui calchi hanno permesso l’acquisizione di importanti informazioni sullo stato dei corpi al momento della loro morte. Il primo, tra i 18 e i 23 anni, indossa una tunica corta di stoffa pesante, probabilmente lana. Vari schiacciamenti vertebrali, inconsueti per l’età del ragazzo, suggeriscono che svolgesse lavori pesanti. Questo è il motivo per cui si pensa fosse uno schiavo.

Il secondo, più anziano, aveva tra i 30 e i 40 anni. L’abbigliamento è più ricco e pesante rispetto al giovane: la presenza di fibre di lana avvalora l’ipotesi secondo cui l’eruzione sia avvenuta tra il 24 e il 25 ottobre del 79 d.C.

Il particolare della mano e del tessuto in lana piegato. ©Luigi Spina

Gli scavi nella villa, sostenuti dal Parco di Pompei con 1 milione di eurosono stati portati avanti con la collaborazione della Procura di Torre Annunziata, anche con l’intento di fermare i tombaroli. Osanna aggiunge: “Abbiamo avuto anche fortuna, perché il vano nel quale abbiamo ritrovato i corpi dei due uomini era sfuggito sia agli scavi dei primi del Novecento, sia ai tombaroli: una trincea realizzata dai tombaroli passava praticamente accanto ai piedi di una delle due vittime”.

Adesso è fondamentale proseguire gli scavi. Ci vorrà tempo, ma alla fine la tenuta […] potrà aprire al pubblico con tutte le sue affascinanti storie“.  E, nonostante l’emergenza Covid-19 ancora in atto, “anche il proseguire di restauri, scavi e studi è una luce accesa sul futuro“, conclude il direttore.

Qui il video completo della scoperta.

©Luigi Spina

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