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Pompeii Commitment. Dall’archeologia nasce una collezione d’arte contemporanea

Affresco nella Villa dei Misteri a Pompei Affresco nella Villa dei Misteri a Pompei
Affresco nella Villa dei Misteri a Pompei
Affresco nella Villa dei Misteri a Pompei

Con la direzione scientifica di Massimo Osanna e la curatela di Andrea Viliani, Pompeii Commitment mette gli artisti contemporanei davanti a aree di scavo e depositi di Pompei

Come hanno fatto una moltitudine di frammenti di terra, di pietra, di vetro, di metallo, mucchietti di polvere di colore, alberi fossilizzati e semi carbonizzati, grumi solidificati di materia liquida e gassosa, ossa e cavità con la forma di esseri umani e animali… a sovvertire i criteri della fine e dell’inizio, trasformando la distruzione in rigenerazione, e a cambiare la realtà, ipotizzandone e incarnandone un’altra? E lo potrebbero ancora fare?”. Questo interrogativo, formulato da un archeologo e da uno storico dell’arte contemporanea, pone le basi di Pompeii Commitment. Materie archeologiche, progetto basato sullo studio e sulla valorizzazione delle “materie archeologiche” custodite nelle aree di scavo e nei depositi di Pompei e finalizzato alla costituzione progressiva di una collezione di arte contemporanea per il Parco Archeologico di Pompei.

Chi ne parla – nel primo editoriale del portale di Pompeii Commitment – sono Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, direttore scientifico del nuovo progetto, che sarà curato da Andrea Viliani, Responsabile del Centro di Ricerca del Castello di Rivoli. La prima fase dell’articolato programma, attuata fra l’autunno 2020 e l’inverno 2021, prevede la realizzazione di un nuovo portale web.

 

Contenitore con uova conservate nell’argilla. Parco Archeologico di Pompei. © Amedeo Benestante
Contenitore con uova conservate nell’argilla. Parco Archeologico di Pompei. © Amedeo Benestante

Concepito non solo come uno strumento funzionale o di supporto digitale, ma come una vera e propria nuova porta di accesso al sito archeologico. Attraverso la quale far confluire documenti, progetti di ricerca, saggi testuali e visivi, podcast audio e video. Di cui saranno autori artisti, critici, curatori, scrittori e attivisti contemporanei da tutto il mondo. Per definire l’identità stessa del progetto “in un processo collettivo che rifletta sulle fini e sugli inizi dei mondi”, e che confluirà in una pubblicazione scientifica finale. Un centro di ricerca diffuso, in cui attivare un confronto diretto anche con i vari professionisti del Parco Archeologico. Archeologi, storici, antropologi, archeozoologi, archeobotanici e agronomi, geologi, chimici, architetti, restauratori, informatici.

La seconda fase, che avrà inizio nel 2021, prevede l’avvio di un programma di commissione, produzione e presentazione di opere che, progressivamente, costituiranno la collezione d’arte contemporanea del Parco. Composta da manufatti, documenti, esperienze degli artisti invitati a riflettere sui molteplici significati della materia archeologica pompeiana. Questa seconda fase – con opere che saranno acquisite al patrimonio dello Stato italiano – è ispirata alle linee guida del progetto Italian Council del MiBACT e volto allo studio e valorizzazione dell’arte contemporanea italiana.

 

Olletta con pigmento di colore rosso (ematite) e coppette con pigmenti (ocra, ematite, lapislazzuli, blu egizio, grafite). Parco Archeologico di Pompei. © Amedeo Benestante
Olletta con pigmento di colore rosso (ematite) e coppette con pigmenti (ocra, ematite, lapislazzuli, blu egizio, grafite). Parco Archeologico di Pompei. © Amedeo Benestante

Le opere saranno esposte e discusse in anteprima a Pompei, e successivamente in altre sedi istituzionali (a partire dal Castello di Rivoli nel 2021). Accompagnate da un programma di seminari, conferenze e workshop. Nell’autunno-inverno 2020 è prevista la presentazione dei primi progetti editoriali e di ricerca e delle opere relative: la pubblicazione web connessa all’opera Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse / Digging Up. Atlas of the Blank Histories (2019) di Lara Favaretto; l’opera The School of Pompeii (2019) di Elena Mazzi; l’opera Black Med-POMPEI (2020) di Invernomuto; il volume monografico Gianni Pettena: 1966-2021, co-prodotto dal Parco Archeologico di Pompei.

Pompeii Commitment. Materie Archeologiche / Archaeological Matters ricongiunge archeologia e contemporaneità”, sottolinea Andrea Viliani, “ovvero i reperti archeologici nel loro stato di conservazione e comprensione sempre mutevole e le manifestazioni culturali contemporanee nella loro molteplice e contraddittoria creazione di conoscenze e immaginari che ancora non esistono”.

http://pompeiisites.org/

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