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CALZINI SPAIATI SU TACCO 12

Mappa non disponibile

Data
Data - 23 Mar 2024 until 27 Apr 2024

Luogo

Categoria/e
contemporanea

Artista
Vania Elettra Tam e Pupi Fuschi

Curatore
Mariateresa Zagone

Web:-www.facebook.com/events/1483133975880460/?ref=newsfeed


CALZINI SPAIATI SU TACCO 12 (gender irony)

bipersonale di
Pupi Fuschi e Vania Elettra Tam
a cura di
Mariateresa Zagone

23 marzo – 27 aprile 2024
Inaugurazione sabato 23 marzo ore 18:00

Zancle Art Project
via Legnano 32 – Messina
orari: da lunedì a sabato dalle 16:30 alle 20:00
info: zancleartproject@gmail.com – zancleartprojectgalleriarte@gmail.com

 

Prenderà il via il prossimo 23 marzo, alle ore 18:00, Calzini spaiati su tacco 12 (gender irony) presso la Galleria d’arte Zancle Art Project di Messina, in via Legnano 32, dove verranno esposte le opere di Vania Elettra Tam e Pupi Fuschi, con la curatela e testo critico di Mariateresa Zagone.

L’esposizione rappresenta una nuova ed entusiasmante tappa del progetto “ZAP” con l’obiettivo di portare in città la ricerca più attuale, mirando ad inserire Messina nella cartina geografica dell’arte contemporanea italiana. Calzini spaiati su tacco 12 (gender irony), visitabile fino al 27 aprile, dal lunedì al sabato dalle 16:30 alle 20:00

 

L’evento è patrocinato dalla Fondazione Antonio Presti, dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Messina e dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Messina.

 


Pupi Fuschi – Re di spade – 2024 – cm 40×30 – olio su tela


 

CALZINI SPAIATI SU TACCO 12 (gender irony)

“…ora, quando l’ironia sopraggiunge, mostra la via, non quella però per cui chi si immagina di avere il risultato giunge a possederlo, bensì l’altra su cui il risultato lo abbandona»
Soren Kierkegaard, Sul concetto di ironia in riferimento costante a Socrate, 1841

 

Ho immaginato il dialogo fra Pupi Fuschi e Vania Elettra Tam su uno specifico tema evitando qualsiasi imposizione concettuale, lasciando totale autonomia di significato alle opere e limitandomi ad individuare nel focus tematico Ironia – Spostamento il punto di incontro. Pervase da una vena giocosa ed ironica, in qualche caso onirica e surreale, le opere in mostra restituiscono una visione leggera dei ruoli di genere fissi e delle gabbie che con l’accettazione acritica di essi ci si costruisce. I linguaggi sono parecchio diversi ma l’ incontro messinese alla Zancle Art Project controverte l’assioma acclarato che le donne non siano capaci, o lo siano molto meno rispetto agli uomini, di esercitare l’ironia, di guardare con leggero distacco, con un sorriso libero da sarcasmo, a se stesse e all’altro sesso. Se c’è denuncia è velata, mai greve perché “La Pittura è una via verso la libertà. È una pratica di libertà” come affermava Enrico Baj, uno dei maestri dell’ironia. Ciò che all’osservatore giunge è il gioco di un’iconografia risemantizzata in termini di antifrasi visiva. Le artiste fanno qui incontrare, per la prima volta, le loro creature dissacranti inserendole, in modo onirico e sempre elegante, nello spazio visivo. I soggetti di Pupi sono uomini magri privi di autocontrollo o, al contrario, ipercontrollati, goffi o vanitosi, spregiudicati o smitizzati, che si reinventano in desabillé davanti ad uno specchio o seduti su un sofà a cui fanno da contrappunto le donne di Vania, sue alter ego, di cui l’artista sottolinea le piccole frustrazioni del quotidiano, donne multitasking, figurette svelte e minute dedite ad attività ordinarie, o ancora donne che levitano letteralmente abbandonando lo status di materia che le lega a scrivanie, uffici, letti, panchine, doveri più o meno consapevolizzati come tali.

Manifestando un’interpretazione leggera ma critica della trasformazione sociale in atto, Pupi e Vania perseguono una rivisitazione radicale e ironica della mascolinità egoica e della femminilità isterica e attualizzano i loro significati metaforici collegandoli ad atteggiamenti contemporanei. Le opere selezionate offrono messaggi visivi taglienti, provocatori, che ironizzano su narrazioni consuete e generano un déplacement – uno spostamento – di significato. Iconiche a questo proposito sono le figure di Narciso, che coniuga un adulto Peter Pan con l’iconografia classica del “Narciso” che si specchia nelle acque, o della donna-stercorario di “La vita è una palla”, che trascina in una gigantesca rete tutti gli oggetti delle sue catene.

I linguaggi con i quali le due artiste scherniscono manie e vizi dei loro personaggi sono difficilmente riconducibili a schemi, in ciascuno di loro c’è sempre un dettaglio che strappa un sorriso o una riflessione; raccontano, in una sintesi equilibrata che non urla e non è disponibile a bandire crociate, ciò che non si dice ma che il garbo dei loro pennelli, smaschera.

Ma quali sono, in questo delinearsi dei segni e dei colori, nella semiotica visiva di questa mostra, i meccanismi che portano l’osservatore a comprenderne il suo significato ironico? Come facciamo a leggere, nel loro presunto mutismo, l’ironia di opere esclusivamente visive? Ecco che, come spie, la presenza disseminata di simboli contraddittori rende possibile l’interpretazione che vede nell’ironia la dissimulazione del significato. Si tratta di opere comprensibili che non richiedono un intervento di mediazione in quanto, in entrambe le artiste, l’ironia assume il valore esplicito del segno. E quando si comprende, ci si diverte anche.

Mariateresa Zagone


Vania Elettra Tam – La vita è una palla – 2023 – cm 60×80 – acrilico su tela


Biografie artiste

Pupi Fuschi

nasce a Palermo nel 1970 dove vive e lavora. Consegue la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti della sua città nel 1997. Ha scelto uno pseudonimo creato all’inizio della sua carriera disegnando fumetti, utilizzando il nomignolo d’infanzia e il cognome della madre. Dopo aver acquisito esperienze nel restauro pittorico, nel design e nell’illustrazione, dal 2009 si dedica principalmente alla pittura. Appassionata di musica e moda, ha spesso collaborato all’organizzazione di eventi come consulente per il supporto tecnico/organizzativo. Ha al suo attivo diverse esposizioni in gallerie nazionali ed estere, collaborazioni periodiche con Istituti di cultura Italiana ed è presente in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Realizza murales sia in ambito privato che pubblico, uno dei quali è stato recentemente dipinto su invito dell’U.O. Ematologia e Talassemia, Dipartimento di Pediatria dell’ARNAS Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo. E’ rappresentata a Budapest dalla galleria Ari Kupsus e a Palermo dalla Galleria Interno 65. Il suo linguaggio sfugge a catalogazioni o appartenenze a correnti artistiche legate a movimenti artistici particolari per una naturale propensione alla costante evoluzione libera in più ambiti.

Vania Elettra Tam

nasce a Como nel 1968, si forma artisticamente a Milano, vive a Mantova. L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo sguardo sempre lieve, divertito e surreale. Lo spettatore è invitato a giocare con le unità di tempo, di luogo e di spazio, con la consapevolezza che niente è come sembra. Fra le mostre più significative va ricordata: la sua partecipazione alla 54° Biennale di Venezia – Padiglione Italia diffuso a Palazzo Te di Mantova; “Arte italiana dagli anni Ottanta agli anni Zero” a San Carpoforo a Milano a cura di Edoardo di Mauro; “Perturbaciones” al Museo Nacional de Bellas Artes a L’Habana, Cuba a cura di Silvia Fabbri; «Iside Contemporanea» al Museo Arcos di Benevento a cura di Ferdinando Creta; La personale “Oko 10” al Šibenik City Museum in Croazia; L’antologica “conTAMinAzione” al Palazzo della Ragione di Mantova a cura di Carlo Micheli; Ancora “conTAMinAzione” a Palazzo Ducale di Genova a cura di Virginia Monteverde; “Canone Doppio” prima a The Project Gallery di Atene, poi al Museo Riso di Palermo a cura di Francesco Piazza. Ha realizzato lo stendardo per il Palio di Montagnana 2019, esposto all’interno della sua personale allestita a Castel San Zeno. Le sue opere fanno parte della collezione del Museo Parisi Valle di Maccagno (VA), del Museo di Palazzo Te di Mantova, della Direzione nazionale Cgil di Roma e della collezione CAB Art Gallery di Amman in Giordania.

 

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