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Intervista a Eloisa Gobbo

E’ nata il 15 novembre 1969, vive e lavora a Padova.
Nel 1992 si laurea in Pittura all’ Accademia di Belle Arti di Brera, Milano

Una tua opinione sul panorama dell’arte italiana? E di quello estero che opinione ti sei fatta?

Personalmente trovo molta arte spacciata per contemporanea, italiana e non, noiosa. Noiosa perché poco creativa e molto ripetitiva, noiosa perché troppo cerebrale e poco comunicativa, noiosa perché troppo sensazionale e poco emozionante, noiosa perché troppo furba e poco genuina. Per fortuna le grandi mostre nazionali e internazionali, come pure le grandi fiere o le biennali, ci permettono, nell’enorme quantità di progetti proposti, di trovare qualcosa di veramente interessante e innovativo, perché l’arte possa stare sempre un passo avanti all’uomo.

– Arslife.com è un portale di arte e mercato, nella tua esperienza di artista, quale pensi sia il tuo acquirente ideale? Quali sono le caratteristiche che auspichi abbia il tuo potenziale collezionista?
Credo che il sogno di ogni artista sia quello di entrare nelle grandi collezioni, magari a fianco di un’artista moderno o delle avanguardie storiche o magari vicino ad un maestro rinascimentale. Mi piace quando un collezionista ha già visto qualche mia mostra, diciamo quindi che conosce e segue il mio lavoro, poi alla fine acquista il pezzo che gli piace di più, calcolandolo anche dal punto di vista dell’investimento.

– Quali artisti-colleghi viventi trovi di tuo interesse e segui con attenzione?
Non citerò gli amici di cui stimo il lavoro, ma solo quelli che personalmente non conosco come Alessandro Roma, Leonardo Pivi, Antonella Mocellin, Paolo Grassino, Letizia Cariello, Alessandro Pessoli, Elisabetta di Maggio, Maura Biava, Sabrina Mezzaqui e Francesco Simeti.

– L’ultima mostra che hai visto e che ti è piaciuta?
Alfredo Jaar a Madrid.

– Osservando in modo superficiale le tue opere recenti si potrebbe pensare che ti piacciano Barbara Kruger e Jenny Holzer, magari anche Tracy Emin e per l’elemento tappeto-testo non si può non pensare ad Alighiero Boetti. Ma quali sono i tuoi ‘veri’ punti fermi, i tuoi maestri, gli artisti che per te sono una continua fonte di ispirazione?
Artisti come Kandinskij, Klee e Matisse per la grande libertà espressiva che hanno saputo trovare nel loro lavoro. Bisogna dire che questi, hanno vissuto in momento storico molto particolare avendo la fortuna di operare in esperienze come quella del Bauhaus; hanno fatto parte dell’intellighenzia dell’epoca frequentando scrittori, musicisti e architetti. Ecco, soprattutto per quest’ultimo punto li invidio molto, lo scambio e la cultura, di entrambi ne sento molto la mancanza.

– Al giorno d’oggi siamo bersagliati dalle immagini e certo non è facile convincere il pubblico ad osservare e a concentrarsi su di un’opera d’arte. Nel tuo lavoro ad esempio veicoli messaggi forti usando una veste decorativa accattivante, credi sia l’unico mezzo per raggiungere lo spettatore?
No, io ho cercato di trovare il mio personale stile di comunicazione con il pubblico, ma ne esistono molti altri, ed alcuni molto efficaci. Il mio lavoro negli anni è stato percorso da fasi diverse, ci sono stati lavori molto più figurativi, più realistici dove ho utilizzato tecniche pittoriche o espressive diverse come la fotografia, la scultura o l’installazione. La mia ricerca attuale è una sorta di sintesi di tutto quello che sono: la mia componente concettuale nell’elaborazione delle frasi dei testi, la mia componente emotiva nella sensibilità nei confronti dell’uso del colore, la mia storia da cui deriva la mia componente decorativa.


– Nelle tue opere si leggono frasi in apparenza banali, che sembrano estrapolate da un contesto conosciuto ma che isolate e circondate da motivi ornamentali, vengono investite di un nuovo valore. Come scegli queste frasi? Alcune toccano la sfera intima altre sembrano riflettere sull’attualità e la cronaca di tutti i giorni.
In realtà sono loro che mi scelgono nel momento in cui, come illuminazioni improvvise, si formano nella mia mente. L’attualità e la cronaca mi colpiscono molto, diciamo che di fronte alla realtà provo spesso un senso di incredulità e stupore, sia in positivo ma più spesso in negativo. E’ il quadro che mi dice cosa devo fare, io lo guardo e lui mi suggerisce, così io eseguo. Se sono stata brava, lui mi premia facendo bella mostra di sé, se invece non ho ascoltato bene o ho interpretato male, lui si vendica. I quadri non riusciti rimangono un tarlo che rode, un qualcosa di irrisolto che continua a turbinare, ma siccome ti tengono in uno stato di tensione, sono anche di grande stimolo ai lavori futuri.

– Al contrario di altri tuoi colleghi italiani tu hai avuto molteplici esperienze di studio e lavoro all’estero. Come sono state queste esperienze? Come è stato partecipare ed organizzare mostre all’estero? Che differenze hai notato rispetto all’Italia?
La mia esperienza all’estero è stata estremamente formativa, sia per quanto riguarda me stessa che il mio lavoro. Io non credo che all’estero sia più facile realizzare le cose rispetto all’Italia, i problemi e le difficoltà sorgono dovunque, però bisogna dire che quando tu sei straniero in terra straniera, le persone ti considerano di più, proprio perché vieni da un altro posto del mondo e parli pure un’altra lingua. Ma anche tu sei diverso, più disponibile e più disposto a metterti in gioco completamente. Quindi io credo che all’estero non sia più facile riuscire, ma sicuramente è più divertente, anche grazie alle qualità che ognuno di noi può tirarsi fuori.

– Cosa ti ha lasciato l’esperienza vissuta negli Stati Uniti? E quella nell’ Est Europa? Sembrano due luoghi agli estremi l’Ovest e l’Est, cosa credi che queste esperienze abbiano aggiunto al tuo lavoro?
Gli Stati Uniti mi hanno lasciato una gran voglia di tornare, non a viverci, ma l’ideale sarebbe quello di poter periodicamente ritornare, non solo a New York, di cui bisognerebbe regolarmente farsi una dose, ma in posti sempre diversi. L’America è veramente molto grande e raccoglie realtà molto diverse, alcune delle quali ti possono lasciare senza respiro. Nell’Est Europa la mia esperienza è stata forse molto più forte dal punto di vista emotivo. Ho subito quello che si potrebbe definire come uno shock culturale, quello che credo provi un cinese o un arabo o un indiano quando si trasferisce da noi. E’ stata un’esperienza durissima, che però mi ha portato a capire molte cose sulla natura e sulla condizione dell’essere umano. Il mio lavoro non sarebbe lo stesso se in un certo periodo della mia vita, non fossi stata malata di randagismo. Non sarebbe lo stesso per tutte le mostre che ho visto, per tutti i musei e le gallerie che ho visitato, per le persone che ho incontrato, i paesaggi che ho attraversato e per tutte le esperienze che ho vissuto. Quando uno colleziona esperienze è ricco, perché possiede qualcosa che nessuno gli potrà mai rubare.  

– Tu che hai avuto esperienze plurime all’estero, pensi che ci siano spazi adeguati per l’arte dei giovani artisti a Milano e in generale nelle città italiane? Per un giovane oggi in Italia è facile inserirsi nel circuito artistico? Oppure pensi ci siano più opportunità di lavoro all’estero?
Oggi anche in Italia esistono buone opportunità per i giovani artisti nel mostrare il loro lavoro, mi riferisco alle giovani gallerie che fanno ricerca e allo svilupparsi negli ultimi anni di molti premi e concorsi, nonché residenze, ma ci sono pochi spazi pubblici, mal gestiti e non adeguatamente sovvenzionati. Per un artista il problema rimane comunque quello di entrare a far parte della Nazionale, di una rosa molto ristretta di candidati, e magari se possibile giocarsi un Mondiale, ma credo che questo sia difficile in ogni paese del mondo. Si sa che dalla base solo in pochi arrivano al vertice, è una legge di selezione naturale, che si verifica in ogni ambito professionale e in ogni nazione del mondo.

– L’essere un’artista donna ti ha penalizzata rispetto ai tuoi colleghi maschi, all’inizio della tua carriera artistica? Ti sei mai sentita discriminata?
Non credo che l’essere donna mi abbia mai penalizzato, per la verità neanche favorito, ma non mi sono mai sentita discriminata. Anzi in questo settore, non ho mai subito molestie di natura sessuale, come mi capitava invece quando giravo nei cantieri di restauro o decorazione, quindi tutto ok.

– Come artista e come donna saresti favorevole ad applicare le ‘quote rosa’ anche nell’ambito del mondo dell’arte contemporanea?
Non applicherei le ‘quote rosa’ in quest’ambito, perché penso che un’artista donna oggi abbia lo spazio per emergere per merito e non per genere di appartenenza, mentre in altri settori come la ricerca o la politica, dove la lobby maschile mi sembra più forte e coalizzata nell’esclusione delle donne dai circoli alti, probabilmente le introdurrei.

– Hai appena inaugurato la mostra L’amore sfinito alla galleria Angel Art Gallery di Milano (aperta fino al 21 ottobre 2007) e sei presente a quella di Palazzo Reale di Milano Arte Italiana dal 1968 – 2007, Pittura. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Dove ti vedremo?
L’appuntamento più prossimo è quello della collettiva “La nuova figurazione Italiana- to be continued …” curata da Chiara Canali alla Fabbrica Borroni di Bollate.

  – Libere considerazioni
Data la qualità delle domande non mi sento di aggiungere altro. 

 

Mostre personali 2007  L’amore sfinito, Angel Art Gallery, Milano, a cura di Ivan Quaroni.L’ovvio e l’ottuso, Radar Arte Contemporanea, Mestre-Venezia, catalogo con testi di Chiara Canali.
2006   Leggere attentamente l’istruzione interna, Galleria delle Battaglie, Brescia, catalogo con testi di Maurizio Sciaccaluga.
Difetti di comunicazione, Teatro Vittorio Emanuele, Messina, catalogo con testi di Lucio Barbera.
2005   Clandestine del sesso, Spazio Juliet, Trieste, a cura di Roberto Vidali.
Hi and Bye, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo, Modena, catalogo con testi di Ivan Quaroni.
2002   United we stand, No Stile, Sala Metallica, Comune di San Donà di Piave, Venezia, catalogo a cura di Boris Brollo, Juliet Editrice, Trieste.
2000  Container for primitive feelings, Monopoli Arte Contemporanea, Pavia, catalogo con testi di Stefania Michelato.
The belly button connects us to life, Galleria Estro, Padova.
1999   D’Adamo-Hill Fine Art Gallery, Seattle, WA, USA.
1998   Bank Austria, Bratislava, Slovacchia.
1997   Simone Art Gallery, Bratislava, Slovacchia.
Mostre collettive
2007   “La nuova figurazione italiana. To be continued…”Fabbrica Borroni, Bollate, Milano, a cura di Chiara Canali, catalogo Silvana Editore.
Eterofilie, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo, Modena, a cura di Ivan Quaroni.
Arte italiana 1968-2007 Pittura, Palazzo Reale, Milano, catalogo con testi di Vittorio Sgarbi e Maurizio Sciaccaluga, Skira Edizioni.
Senza titolo, quando il titolo non fa l’opera, però l’aiuta, Spazioinmostra, Milano, catalogo con testi di Cecilia Antolini.
Il presente è un segreto, Allegretti Arte contemporanea, Torino, a cura di Massimo Sgroi.
2006   Christmas carol, Kgallery Arte Contemporanea, Legnano, Milano, a cura di Ivan Quaroni.
Lost in a Supermarket, Studio D’arte Marco Fioretti, Bergamo, catalogo con testi di Ivan Quaroni.
K to your heart,Kgallery Arte Contemporanea, Legnano, Milano, catalogo con testi di Ivan Quaroni.
Set Afrique, Ex conceria Lamarque, Maglie, Lecce, catalogo con testi di Giusy Caroppo.
Anthologhia machon,Galleria delle Battaglie, Brescia,catalogo con testi di Chiara Canali.
Allarmi 2 – Il cambio della guardia, Caserma De Cristoforis, Como, catalogo con testi di Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco, Norma Mangione, Cecilia Antolini.
2005   10° di figurazione, A&A Arte Contemporanea, Gattinara, Vercelli, a cura di Ivan Quaroni.
Immagine presente,Centro Fieristico Culturale le Ciminiere, Catania, catalogo con testi di Lucio Barbera.
2004   La nostra casa non è un’automobile, Parco Foundation, Casier, Treviso, a cura di Roberto Vidali.
2003  Alfabeti alternativi, Villa Carrara, Salerno a cura di Boris Brollo.
I colori della misoginia, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, San Donà di Piave, Venezia, catalogo a cura di Vittoria Surian Ed. Eidos, Mirano.
2002  Postcards from the Edge, Sperone Westwater, New York, USA.
New York: 11 settembre. Le immagini e il tempo, Museo Civico Eremitani, Padova.
No Stile,Sala Metallica, Comune di San Donà, Venezia.
2001  Postcards from the Edge, Sara Meltzer Gallery, New York, USA.
PopVital,Pescheria vecchia, Este, Padova catalogo a cura di M. L. Trevisan.
Arte Oggetto xyz,Centro Culturale di Buja, Udine, catalogo con testo di M. L. Trevisan.
Contatto-Contagi,Isola del Lazzaretto Nuovo, Venezia, catalogo a cura di M. L. Trevisan.
2000   Anatomie del paesaggio, Pescheria vecchia, Este, Padova, catalogo a cura di M. L. Trevisan.
Oggetti, corpi e organi, Accademia d’Ungheria, Palazzo Falconieri, Roma, catalogo con testo di Raffaele Gavarro.
Segnali all’orizzonte, Reggia dei Carraresi, Padova, catalogoa cura di Guido Bartorelli.
1999        Seattle Center for Arts, Seattle, Washington, USA.
1998   Giorni d’Europa,Simone Art Gallery, Bratislava, Slovacchia.

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