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LA FONTANA DI TREVI & IL CIRCO DELLE OVVIETA’

Sembra di vedere un gruppo di bambini eccitati dalla nuova e coloratissima confezione dell’ultima merendina sul mercato. Da Ugo Nespolo, a Ennio Morricone, da Roberto D’Agostino a Gianni Vattimo, sino a Renato Nicolini, Fulvio Abbate, Giampiero Mughini, Franco Ferrarotti per finire con Oliviero Toscani. Tutti incantati dal “rosso Trevi”. Qualcuno che addirittura per un attimo ha pensato fosse risorto Andy Warhol. Ah ah ah! Che indicibile idiozia!! Insomma una trasversale pletora di intellettuali politicanti che fanno a gara per inneggiare e complimentarsi sul gesto che ha colorato di rosso il centro di Roma. Con l’altrettanto ovvia distinzione in relazione ai mandanti di destra (rispetto al colore scelto). E le distanze sull’illegalità (“Quel tizio si merita una multa, ma ha avuto davvero un’idea geniale” ha detto Morricone). E Toscani: “Ma sì, naturalmente i bigotti si sono spaventati, perché la creatività spaventa..” (questa è veramente un frase da ricordare). Ma davvero tutti costoro pensano di essere ascoltati dal popolo dell’arte? L’unico che veramente poteva e a ragione dirsi contento è Ugo Nespolo. Che con la creatività  Pop ci convive quotidianamente. Da tantissimi anni. Il resto è parte di un circo mediatico autoreferenziale. Che parla e si occupa dell’arte solo quando gli fa comodo. Oggi tutti a parlare del grigio delle città da colorare. Ma dove diavolo si parcheggiava sta’ gente quando è da un decennio che chiediamo spazi e muri da colorare, fabbriche abbandonate da riempire di opere. C’è qualcuno di loro che ha parlato quando un mese fa la polizia ha sgomberato la “Casa degli Artisti” a Milano? Uno stabile dove dagli anni Settanta sono passati artisti internazionali anche celebri e dove le stanze erano utilizzate per scolpire, intagliare, dipingere. Noo..nessuno ha detto nulla. Figuriamoci! Non c’era pericolo di rimbalzare sui media in quel caso. Quella mattina persino i poliziotti erano stupiti. Pensavano di trovarsi di fronte a estremisti e sono incappati in un laboratorio di liuteria..! Ora per la fontana arrossata cambia tutto. Certo, nessuno vuole negare che quelle immagini con l’acqua rossa e intorno le bianche sculture antiche siano poco belle. L’idea di per sè è divertente. Ma da qui a parlare di Futurismo e arte non basta nemmeno l’acqua del Tevere intero. La questione di colorare i muri e le acque delle città dovrebbe passare per la testa tutti i giorni agli intellettuali addomesticati al business o alla politica. C’è riuscito un sindaco albanese a colorare le facciate delle case. Davvero è incredibile ascoltare tutte queste balle boriose sul concetto dell’arte. Qualcuno si è persino permesso di insultare ancora Cattelan per i bambini appesi o addirittura di giudicare noiosi i lavori di Christo che è dal 1970 che lavora sui monumenti, sulle città, sulle isole con la Public Art. Quando interveniva con i suoi progetti molti di quelli che parlano ora probabilmente non distinguevano nemmeno la differenza tra la foto di cronaca di un giornale e un quadro di Warhol. Questo è il Paese che abbiamo. Una sorta di circo mediatico che saltella e caccia urletti di gioia per una trovata banale degna di una fiera di paese. Forse, paradossalmente, se Piero Manzoni fosse ancora vivo avrebbe subito pensato di riempire delle bottigliette con l’acqua colorata per metterle in mostra.. Ehe eh..che ciascuno si eserciti a immaginare il titolo che gli avrebbe dato.. Io dico: “Rosso speranza – Il sangue di Tommaso”. Mah

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