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Carsten Holler al Guggenheim di Nyc

ARIA DI CRISI. E IL MUSEO DIVENTA UN HOTEL

UNA STANZA – INSTALLAZIONE DELL’ARTISTA CARSTEN HOLLER
IN AFFITTO AL GUGGENHEIM  

Fare un giro in pigiama, prima di coricarsi, tra alcune tra le più belle opere d’arte contemporanea del mondo. Il museo della Fifth Avenue di New York, alla luce del periodo di crisi economica, prova a battere cassa proponendo ai visitatori un nuovo, originale, servizio: la “Revolving Hotel Room”, una camera da letto girevole, proprio dentro il museo, che costa dai 300 agli 800 dollari a notte per coppia. L’opera è stata realizzata dall’artista belga Carsten Holler e verrà inaugurata il 26 ottobre. Holler, nato nel1961 aBruxelles (vive e lavora tra Colonia e Stoccolma) è uno degli artisti più interessanti degli anni Novanta e ha contribuito ad avvicinare la produzione artistica alla realtà coinvolgendo il pubblico con strategie basate su meccanismi atti a creare reazioni insolite.

La stanza è installata su una piattaforma girevole nella sede newyorkese del Guggenheim. Il prezzo parte da 300 euro ma è destinato a salire, come consuetudine nel mercato alberghiero, nei periodi di alta stagione come Natale e Capodanno. Le fortunate coppie potranno infilarsi sotto le lenzuola nel letto a due piazze montato su una piattaforma girevole, con tanto di minibar situato sopra uno dei quattro dischi girevoli che effettuano una rotazione completa ogni due ore. Prima di coricarsi si potrà girovagare in pigiama per il museo, ammirando la sua leggendaria collezione ma senza folle e gomitate. Inclusi nel prezzo: bagno, doccia, pantofole e una sobria vestaglia per gli ospiti più discreti che desiderano coprirsi di fronte alle guardie, piantonate ad ogni rampa della leggendaria struttura circolare progettata da Frank Lloyd Wright nel 1937. Al loro risveglio li attende una prima colazione a base di caffè e croissant servita a letto prima delle 8:30, l’ora del checkout, quando il personale delle pulizie li farà garbatamente sloggiare per riassettare, in tempo per la riapertura alle 10.

Esempi virtuosi di analoghe iniziative nella Grande Mela non mancano: dall’altra parte di Central Park anche il Museo di Storia Naturale immortalato dal film «Una notte al museo» con Ben Stiller offre per il terzo anno consecutivo i suoi sleepover ai bimbi dagli 8 ai 12 anni. Una vera manna che ha consentito al museo di chiudere il bilancio in verde.

L’originale iniziativa ha già fatto breccia nei cuori dei più stravaganti appassionati d’arte come l’attrice Chloe Sevigny, tra le prime a prenotarsi battendo sul tempo gli oltre mille newyorkesi che hanno intasato il centralino del Guggenheim.

“Puoi ammirare l’arte di notte, senza fretta, folle e interruzioni» spiega Nancy Spector, la responsabile del Guggenheim che ha organizzato lo sleepover.

«È un sogno per un collezionista!» A condizione, però, che non si scattino foto accanto ai quadri.

Strano invece che l’artista belga, critico da sempre nei confronti del pensiero utilitaristico e creatore della camera-museo, abbia accettato di creare una simile opera “funzionale” alla gestione del bilancio del museo.

“Nel mondo di oggi il modo di pensare utilitario è così dominante – dichiarava Holler nel2000 inoccasione di una sua mostra organizzata dalla Fondazione Prada – che le altre forme di osservare e di agire sono diventate quasi impossibili. Sono piuttosto disgustato da questo svilupparsi delle cose perché annulla concetti che non sono basati su analisi costi-benefici”.

La “Revolving Hotel Room”, tuttavia, di benefici in termini economici, al Guggenheim, dovrebbe portarne parecchi. Ma in tempi di crisi, si sa, anche i più alti principi artistici possono crollare.

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