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Il laureato

Fino al 1 febbraio, il teatro Quirino ospita sul proprio palco un classico del cinema, Il laureato (tratto dal romanzo di Charles Webb e tradotto per la scena da Terry Johnson), qui nell’adattamento curato da Antonia Brancati e Francesco Bellomo, per la regia di Teodoro Cassano.  A vestire i panni che il regista Mike Nichols fece indossare nel suo film del 1967 al giovanissimo Dustin Hoffmann e alla seducente Anne Bancroft, oggi sono due interpreti eccellenti, Giuliana De Sio e Giulio Forges Davanzati (fresco di diploma dell’accademia), rispettivamente Mrs. Robinson e Benjamin Braddock.
La prigione del conformismo e l’inconsistenza morale che regola la società moderna sono i cardini attorno ai quali si sviluppa la trama: Ben, terminati brillantemente gli studi, non accetta di rispettare i dettami borghesi che la sua famiglia gli impone. Durante la sua festa di la laurea, il ragazzo viene irretito da Giudith Robinson, affascinante signora della buona società, molto più grande di lui e persa nell’alcoolismo. Tra i due inizia una storia di sesso senza implicazioni sentimentali: per Ben questa è l’occasione per sovvertire le regole precostituite, mentre per Judith è un modo per lenire le ferite che la vita le ha inflitto. Il loro ménage sembra destinato a durare nel tempo; ma poi Benjamin si innamora di Elaine, figlia di Judith: da quel momento, tutto crollerà come un castello di sabbia…
La seduzione si respira chiaramente sulla scena, ma non esclusivamente per i nudi della De Sio e le scene erotiche: sono i toni della recitazione e il feeling tra gli interpreti a costruire l’atmosfera. Giuliana De Sio rielabora il ruolo che fu della Bancroft in una versione del tutto personale, adattandola alle sue corde: il risultato è il carattere dolorante, aggressivo e debole allo stesso tempo, di una donna affascinante e chiusa dentro il deserto del suo mondo interiore. Giulio Forges Davanzati riesce incredibilmente a tenerle testa, con un’interpretazione convincente, capace di evidenziare i tratti di un personaggio complesso come quello di Ben, egoista e immaturo, diviso in due dalla smania di novità e la noia di una vita già prestabilita da altri. Accanto a loro, un gruppo di attori bravi e affiatati (Antonio Petrocelli, Luigi Di Fiore, Giulia Weber e Valentina Cenni) che completano il quadro.
E, proprio come in un acquario (evocato da un telone all’apertura del sipario), i protagonisti di questa vicenda (Mrs. Robinson su tutti) si consumano in un’esistenza che ha nella solitudine la principale caratteristica. Il laureato si dimostra uno spettacolo di qualità, ben costruito e curato fin nei minimi dettagli, come si evince anche dalla scenografia (articolata e mutevole), i giochi di luce e, ovviamente, le musiche immortali di Simon e Garfunkel.
Si potrebbe obiettare che è sempre rischioso portare in teatro un’opera pensata per il cinema, e che, in fondo, le tematiche affrontate in questo testo non appaiono più così scandalose come un tempo, considerato che, dagli anni ’60 ad oggi, ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Eppure Il laureato ha una forza espressiva impossibile da non notare: sarà per gli attori o per l’allestimento, o forse soltanto perché determinate problematiche legate alla società e all’uomo (nel suo rapporto con gli altri uomini) mostrano ancora la loro pregnanza, ma resta il fatto che ognuno di noi sopra quel palco trova qualcosa della propria vita (forse una miscela di perbenismo, ipocrisia e solitudine?) che ogni sera rivive inesorabilmente.
Informazioni utili:
TEATRO QUIRINO
VIA DELLE VERGINI 7 – ROMA
Dal 13 gennaio al 1° febbraio 2009
Per informazioni e prenotazioni biglietteria del teatro tel. 06/6794585 (ore 10/19 – lunedì riposo) 

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