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La Grande Brera che non c’è

Davanti a una sala Passione gremita, l’Architetto Mario Bellini ha presentato il “progetto che non c’è”. Applausi e complimenti nella prima parte della serata, ma Bellini ha sottolineato che la gara vinta riguardava soltanto “l’idoneità” a realizzare il progetto. Insomma, di che stiamo parlando? Quello presentato dalla stampa come “progetto della Grande Brera” è  soltanto una ipotesi di lavoro realizzata necessariamente senza verifiche concrete. E, infine, nel progetto è stato inserito palazzo Citterio, la cui annessione non è certa e, soprattutto, Palazzo Citterio verrà gestito dalla Sovraintendenza e quindi nel progetto di Bellini non potrà essere inserito!!! E l’Accademia? Occupa 5000 mq e l’accordo è che ne liberi 3000, che verranno destinati in buona parte a mostra della storia del palazzo. Ma in Accademia si respira ancora aria di battaglia. La caserma Mascheroni in zona Pagano viene definita dal Presidente adatta all’insegnamento, mentre il Direttore la ritiene fatiscente. Anche la Consulta degli studenti non vuole abbandonare Brera. Perché “allontanare” gli studenti, e quindi l’arte viva e nascente, da questo luogo? Molti vorrebbero che Palazzo Citterio, coi suoi 9000 mq, fosse destinato proprio all’Accademia di Brera. Il perché l’Accademia e la Pinacoteca non possano coesistere annettendo Palazzo Citterio e restaurando i capienti sotterranei di Brera non è stato spiegato…  La coesistenza di Accademia e Pinacoteca è proprio la caratteristica che ha reso famoso e attrattivo l’insieme di quartiere, Pinacoteca e Accademia. Il problema è sul tavolo da 35 anni, ma il momento sembra quello giusto: l’Expo e i suoi denari sono un richiamo importante…. Insomma, occorre rinnovare le nostre attrattive culturali, ma snaturarle per appiattirsi agli standard internazionali da ipermercato ci conviene?

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