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Sul crollo della Favaretto

Riflessione al vetriolo     

 

Se dell’arte vuoi far con un sacchetto devi chiamar la Favaretto e vedrai che bell’effetto. Sembra quasi un muretto per coprir quel Poeta, poveretto! L’ha coperto, il poeta poveretto,
perché sta lì solo soletto e nessun più lo guardava, Ed allor, ha pensato Favaretto, io gli metto un bel sacchetto, anzi, lo copro tutto il poveretto E così tutti si chiederan: cosa c’è dietro a quel muretto? Ma c’è tosto quel poeta che ha coperto Favarettto. E’ così con arguzia e astuzia sopraffina ha fatto ricordar alla bella cittadina che vuol dire poetar Ma l’ingrata popolazion sottilmente incomincia a sussurar…

“Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando. Nell’orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo. Prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando…”

Ed al fin, come un colpo di cannone viene giù il bel muretto sbriciolandosi il sacchetto che rilascia sul selciato ‘l contenuto delicato e la sabbia si comincia a sparpagliar..

 

Queste rime sono il sunto di quanto è avvenuto a Trento dove la Fondazione GalleriaCivica, diretta da Danilo Eccher, uno e trino per il numero di direzioni che ricopre -poi dicono che Don AbBondi lottizza- ha commissionato a Lara Favaretto un’opera temporanea dal titolo Momentary Monument. E dato che per il direttore Eccher se non c’è provocazione non c’è arte, l’artista fedele all’assunto, novello Christo -il grande impacchettatore di monumenti celebri- ha realizzato il suo progetto celando la statua del sommo poeta Dante Alighieri, situata nell’omonima piazza, con svariati quintali di sacchi di sabbia appoggiati su un’impalcatura, nel nobile intento di restituirgli un’identità altrimenti perduta.

Bene, più che la debolezza dell’idea, ma qui siamo nel campo delle opinioni, poté l’inettitudine del progetto privo evidentemente delle più elementari leggi della statica, tanto da subire un cedimento strutturale sul lato nord. Il Magic Moment frana così nel ridicolo trascinato nella sabbia dalla sciocca presunzione dell’artista risparmiata dai lazzi dall’asburgica educazione dei cittadini che si sono limitati esprimere un deciso e fermo civile dissenso, già duramente provati dalle ardite precedenti provocazioni della Fondazione.

“Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote.”

Così la povera Favaretto è passata dal dantesco dolore al più populaire versetto:

“Ho scritto t’amo sulla sabbia ed il vento se l’è portatato via con sé…” (Franco IV & Franco I)

 

 

in punta di pennino
il Vostro LdR

 

 

 

 

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