Print Friendly and PDF

Intervista ad Angiola Tremonti

Dopo le polemiche che hanno preceduto la mostra della Tremonti “Sculture 2000-2010”  e i commenti durante l’apertura, è ora in arrivo il “finissage” dell’esposizione a Villa Reale di Milano domenica 31 ottobre 2010 (sabato 30 concerto di Roberto Durkovic) ArsLife ha voluto intervistare l’artista per dare voce direttamente alla protagonista.  Sempre domenica, dalle 13.45, su RaiDue Angiola Tremonti sarà ospite di Simona Ventura a “Quelli che il Calcio

Milano, 27.10.2010

– Forse davvero le polemiche fanno bene. Almeno al mondo dell’arte. Sempre che siano poste in modo intelligente e proficuo. Capaci cioè di sviluppare un dibattito su un tema specifico. Noi su ArsLife lo abbiamo fatto -ad esempio- con la mostra di Angiola Tremonti alla Villa reale di Milano. Volevamo segnalare una possibile anomalia nel circuito espositivo milanese. Ossia una mostra, in un luogo storico e centrale per la città meneghina, dedicata a un’artista con un cognome pesante. Sorella dell’attuale ministro all’Economia. Ovviamente non avevamo nulla contro il suo lavoro e i suoi interventi artistici. Ma ci chiedevamo perché il Comune milanese era stato così solerte nel concedere questo spazio all’Angiola. Se ci fossero stati o meno pressioni e interventi di natura politica. Abbiamo dato spazio a opinioni differenti. Come quella del nostro polemista che si firma Lucien de Rubempré il quale, sempre sul nostro sito, ha deciso di difendere in parte questa mostra (http://www.arslife.com/dettaglio2/2010/9/salvate-il-soldato-ryan-.htm ). Certo, nel complesso abbiamo creato un bel can-can. Giorno dopo giorno molti giornali hanno ripreso la querelle su questa mostra. Chi a favore chi contro. Chi avendola vista e chi tanto per parlare. Ma di fatto sempre dando spazio alla notizia sull’esposizione. Così, a pochi giorni dalla sua fine, sono andato di persona a sincerarmi dei risultati. E ho scoperto, come dicevo nell’attacco, che le polemiche qualche volta fanno bene. I numeri lo testimoniano. A domenica 25 ottobre la mostra della Tremonti ha contabilizzato oltre 13.000 presenze. Per l’esattezza 12.556 più le 800 persone della serata inaugurale. La chiusura è prevista per questa domenica 31 ottobre. Mentre sabato 30 ci sarà un finissage speciale voluto ed offerto da Angiola che -dobbiamo ammetterlo- ha sempre avuto a cuore le problematiche sociali (forse anche più del celebre fratello). Si svolgerà, dunque, sabato sera a Villa reale un concerto del maestro Roberto Durkovic con i “Fantastisti del Metrò” i musicisti Rom da lui incontrati nella metropolitana milanese.
Ma ecco che -mentre nelle vesti dell’anonimo cronista mi appresto ad entrare nelle sale- chi ti  incontro? L’Angiola in persona. La tentazione di intervistarla è nel mio dna. Non riesco a trattenermi. “Buona sera ma lei non è l’artista? La sorella del ministro…”. Approccio sbagliato (fin da giovane mi riuscivamo malissimo queste cose). “E lei chi è?” mi chiede incuriosita. “Paolo Manazza”. “Ahh…eccolo dunque il direttore di ArsLife..!” e sorride. Iniziamo a parlare e mi spiega che suo fratello quasi non sa chi sia. “L’ho visto pochissimo negli ultimi quindici anni! E non solo non è mai intervenuto per sponsorizzarmi. Ma addirittura mi sento costretta a muovermi di nascosto per non metterlo in imbarazzo…”. Più che incazzata e sponsorizzata l’Angiola sembra una sana scultrice donna d’altri tempi con l’idea fissa di esplorare il mondo femminile. Continua. “Ma le pare che ho bisogno di lui per fare una mostra?! E aggiunge sorniona “Io non sono la sorella di Tremonti. E’ lui che è mio fratello perdinci!”. Non c’è che dire. Donna dolce ma battagliera l’Angiola. Continuo e le chiedo “Riguardo le polemiche sulla location che ha da dirmi?”. E lei: “Guardi Manazza, la domanda per questa esposizione risale a quattro anni or sono. Che c’entrano le questioni politiche? Casomai la scelta è dipesa dal mio curriculum, dalla storia personale del mio lavoro, dai supporti critici, dai cataloghi che ho pubblicato, dalle tante mostre che ho già fatto…”. Un po’ ha ragione. Qualsiasi artista si sente rappresentato da ciò che crea piuttosto che dal nome che porta. Ho la tentazione di continuare per lo meno sulla questione della polemica intorno alla commissione del Comune in cui lei è presente.  Lei mi sorride e spiega pacatamente alcune cose che sono state a suo dire solo malintesi. “Prima di tutto ribadisco che la proposta di questa mostra fu fatta quattro anni or sono, mentre sono stata chiamata nella commissione arredo e decoro urbano soltanto nell’aprile del 2010. A tale commissione ho partecipato di persona una sola volta. Mentre a una riunione nella quale si doveva decidere sull’acquisto di una scultura di Pomodoro non ero presente ma ho solo inviato una lettera nella quale esprimevo l’opinione che fosse più opportuno che il maestro, e solo nel momento e al punto in cui si sarebbe entrati nell’argomento che lo riguardava, si allontanasse (in queste commissioni non si ha alcun potere se non di esprimere liberamente le proprie opinioni). Non le sembra logico?”. Si ferma un attimo per salutare un amico arrivato poi torna verso di me e continua: “Per dirla tutta credo che il Comune farebbe meglio a investire una bella cifretta per sovvenzionare opere di giovani artisti italiani, magari scultori e con l’obbligo di utilizzare fonderie italiane piuttosto che quelle di Honk Kong o cinesi. Non crede? Per ultimo scriva pure che per questa mostra io ho deciso di rifiutare 5 mila euro di contributo Regionale, accettando solo la location e un contributo per il catalogo”. Detta così la cosa sembra stare in piedi un po’ meglio. Finalmente abbiamo sgombrato il campo dalle polemiche. Condizione ineludibile e necessaria per parlare d’arte. Decido di iniziare il colloquio sugli aspetti della ricerca estetica di questa artista combattiva e costretta malgré soi al cognome che porta. “Va bene Angiola, ho capito, mi dica adesso cosa le è piaciuto di più di questa sua esposizione?”. “Ma come? Lei dovrebbe dirmelo! Non io”. “E invece glielo chiedo io, guarda un pò”. “Lei è un tipo strano ma le confesso che mi ha fatto sorridere e meditare soprattutto la spontaneità della gente che si è fatta fotografare davanti e intorno alle mie sculture di donne con le braccia alzate al cielo. Nella cultura celtica l’uomo è uguale all’albero”. La interrompo. “E anche per le lei è così?”. “Direi di no. Nel mondo di oggi gli uomini parlano e scrivono. Gli alberi invece si limitano a fremere e suonare per l’anima”. Iniziamo a camminare per i giardini e le stanze. Visti dal vivo alcuni lavori scultorei della Tremonti sembrano funzionare in modo eccellente. “Mi dica -chiedo- che cosa le è più congeniale la scultura o la pittura?”. L’Angiola scoppia a ridere e mi risponde “In autunno e in primavera la scultura. In estate e inverno la pittura. Sa perché? Per motivi metereologici più che poetici. Provi lei caro Manazza ad andare in fonderia a gennaio o in agosto!”. “Quali sono gli artisti che ama di più?”. “Rodin, Tiepolo e Segantini” risponde di botto. Continuo. “E tra i contemporanei?”. “Nessuno. Preferisco cercare la mia ispirazione dalla natura piuttosto che dalla reinterpretazione della natura compiuta da altri spiriti”. Torno di botto sulla scultura: “Qual è il materiale e il supporto che predilige per le sue opere scultoree?”. “Senza dubbio la cera persa e il bronzo. La cera arriva prima ed è rossa come il sangue, voglio dire che è passionale e modificabile in corso d’opera. Il bronzo è altezzoso e fermo. E’ una sorta di punto di non ritorno”. Decido di cambiare registro e mi sposto sulla tavolozza “Secondo lei qual è la differenza tra l’oro e il giallo? Se esiste…”. Riesco a farla sorridere ancora. Ci pensa poco e risponde “Semplicissimo. L’oro vibra. Il giallo è un colore di superficie”. Continuiamo a passeggiare mentre parliamo. Mi racconta che ha deciso di regalare una scultura al parco della Villa Reale, aggiunge, sempre se la gradiscono. Le confermo che è una buona scelta e che a mio giudizio entrambi (parco e scultura) sembrano piacersi. Noi ancora ci stiamo annusando ma in fondo un po’ ci siamo piaciuti dopo l’incontro che inizialmente mi vedeva titubante e perplesso. E’ proprio vero. Le polemiche fanno bene al mondo dell’arte. Come la dialettica garbata è utile alle persone. Non ci volevo andare a vedere questa mostra. E avrei fatto male. Del ministro me ne infischio. Dell’Angiola no. E’ una cara persona da rispettare. Come tutti gli artisti del mondo

Angiola Tremonti, a fronte della proroga della sua mostra fino al 31 ottobre,  offre, in collaborazione con gli “Amici della GAM” , una serata musicale nel magnifico contesto della Villa Reale. Suonerà il Maestro Roberto Durkovic con i Fantasisti del Metrò, i musicisti Rom da lui incontrati nella metropolitana milanese.
Angiola Tremonti vuole così dare alla sua mostra un valore aggiunto. Un abbraccio all’arte tutta come massima espressione di cultura attenta all’uomo (e alla donna)  – ore 20 visita guidata della mostra con la presenza eccezionale dell’artista
– ore 21 inizio dello spettacolo (ingresso libero – fino ad esaurimento posti)
– la mostra resterà aperta fino a domenica 31 ottobre 2010
(orari di apertura 9,00 -13,00 /14,00-17,30, lunedì chiuso)
 
Per informazioni
Villa Reale
www.gam-milano.com, c.villareale@comune.milano.it, info: +39 02 88 44 59 47
Angiola Tremonti
www.angiolatremonti.com – blog.angiolatremonti.com
Ufficio stampa Angiola Tremonti
Elettra Zadra – elettrazadra.pr@gmail.com – 335 5929854

Commenta con Facebook

leave a reply

*