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Hopper a Roma


Edward Hopper, Autoritratto, 1925-1930, olio su tela, 64,14 x 52,39 cm, New York, Whitney Museum of American Art, lascito Josephine Nivison Hopper, foto di Geoffrey Clements, esposta solo nella tappa romana

16 febbraio – 13 giugno 2010, Museo Fondazione Roma, Roma
mostra a cura di Carter Foster

 

Dal 16 febbraio 2010 apre al pubblico Edward Hopper dopo il successo di Palazzo Reale a Milano con oltre 180 mila visitatori, la mostra ospitata nella sede del Museo Fondazione Roma, presenta importanti novità: l’arrivo di altri pezzi dai musei americani, un nuovo allestimento e una edizione riveduta del catalogo. Per la prima volta in Italia, Milano e Roma hanno reso omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967) uno dei più popolari e noti artisti americani del XX secolo, con una grande rassegna senza precedenti nel nostro paese. 

 

Oltre alle 160 opere esposte alla mostra milanese, a Roma si potranno vedere infattiAutoritratto (1925-1930),  The Sheridan Theatre (1937), New York Interior (1921 circa),Seven a.m. (1948) e South Carolina Morning (1955) accanto ai relativi disegni preparatori. Dipinti straordinari che completano il gruppo delle opere celebri già presenti a Milano, tra cuiSummer Interior (1909), Morning Sun (1952), A Woman in the Sun (1961) e Girlie Show(1941). Un percorso, a cura di Carter Foster, che attraversa tutta la produzione di Edward Hopper e di tutte le sue tecniche. Fino al 13 giugno 2010. In seguito la mostra farà la sua ultima tappa alla Fondation de l’Hermitage di Losanna, dal 25 giugno al 17 ottobre 2010. 

 

 
Autoritratto, 1903-1906, olio su tela, 65,88 x 55,88 cm, 
Whitney Museum of American Art, New York, 
© Heirs of Josephine N. Hopper, 
licensed by the Whitney Museum of American Art, 
foto di Sheldan C. Collins

Nota Biografica  
Nato e cresciuto a Nyack una piccola cittadina nello Stato di New York, Hopper studia per un breve periodo illustrazione e poi pittura alla New York School of Art con i leggendari maestri William Merritt Chase e Robert Henri. Si reca in Europa tre volte (dal 1906 al 1907, nel 1909 e nel 1910) e soprattutto le esperienze parigine lasciano in lui un segno indelebile, alimentando quel sentimento francofilo che non lo avrebbe mai abbandonato, anche dopo essersi stabilito definitivamente a New York, dal 1913. Alto un metro e novanta, nonostante la forte presenza fisica, era famoso per la sua reticenza, scriveva o parlava pochissimo del suo lavoro. Scomparso all’età di ottantaquattro anni, la sua arte gode della stima della critica e del pubblico nel corso di tutta la carriera, nonostante il successo dei nuovi movimenti d’avanguardia, dal Surrealismo all’Espressionismo astratto, alla Pop art. Nel 1948 la rivista “Look” lo nomina uno dei migliori pittori americani; nel 1950 il Whitney Museum organizza un’importante retrospettiva su di lui e nel 1956 il “Time” gli dedica la copertina. Nel 1967, l’anno della sua morte, rappresenta gli Stati Uniti alla prestigiosa Bienal di São Paulo. Da allora, l’opera di Hopper è stata celebrata in diverse mostre e ha ispirato innumerevoli pittori, poeti e registi. Eloquente il tributo del grande John Updike che in un saggio del 1995, definisce i suoi quadri “calmi, silenti, stoici, luminosi, classici”. 

LA MOSTRA 
A Roma si aggiungono nuovi dipinti agli oltre 160 esposti alla mostra milanese, tra questi l’intenso Autoritratto del 1925-1930 e  The Sheridan Theatre (1937), New York Interior(1921 circa), Seven a.m. (1948); South Carolina Morning (1955) accanto ai relativi disegni preparatori. Completano il gruppo delle opere celebri già presenti a Milano, tra cui Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight(1960), A Woman in the Sun (1961) e la sensualissima e visionaria Girlie Show (1941). Un percorso, a cura di Carter Foster, che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

SETTE SEZIONI
Sette sezioni che seguono un ordine tematico e cronologico, l’esposizione italiana ripercorre tutta la produzione di Hopper, dalla formazione accademica agli anni in cui studiava a Parigi, fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista: l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate.

La sezione 1-Autoritratti2-Formazionee prime opere. Hopper illustratore e 3-Hopper a Parigi illustrano un gruppo di promettenti autoritratti, le opere del periodo accademico e quindi gli schizzi inondati di luce e le opere del periodo parigino, come il particolare dipinto Soir Bleu(1914) mai più esposto dal 1914.

Stairway at 48 rue de Lille, Paris (Scale del 48 di Rue de Lille, Parigi), 1906, Olio su legno, 33,02 x 23,5 cm, Whitney Museum of American Art, New York; lascito di Josephine Nivison Hopper, 70.1295 © Heirs of Josephine N. Hopper, licensed by the Whitney Museum of American Art. Fotografia di Jerry L. Thompson

 

La sala dedicata alla sezione 4-La definizione dell’immagine: Hopper incisore, con capolavori fra cui Night Shadows (1921) ed Evening Wind (1921), mette in evidenza la sua tecnica elegante e quel “senso di incredibile potenzialità dell’esperienza quotidiana” che riscuote grande successo e che segna l’inizio di una felice carriera.

 

Nella sezione titolata 5-L’elaborazione di Hopper: dal disegno alla tela, che celebra la straordinaria mano di Hopper disegnatore e il suo metodo di lavoro, viene presentato un gruppo significativo di disegni preparatori. Si potrà qui ammirare il percorso creativo di The Sheridan Theatre (1937), esposta solo nella sede romana.

 

 
The Sheridan Theatre (Il Cinema Sheridan), 1937 Olio su tela, 43,5 x 64,1 cm, New Jersey, The Newark Museum, Lascito del fondo Felix Fuld, 1940

 

Inoltre per Morning Sun (1952) e per il precedente New York Movie (1939), attraverso i bozzetti si può vedere chiaramente come prenda forma la figura femminile: all’inizio è quasi un ritratto della moglie Jo (sua unica modella) per poi giungere alla “maschera” del cinema – uno dei temi prediletti dall’artista – assorta nei suoi pensieri e bella come una diva. Questa sezione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi i famosi taccuini, l’Artist’s Ledger Book III, che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio.

 
Morning Sun (Sole del mattino), 1952 Olio su tela, 71,44 x 101,93 cm Columbus Museum of Art, Ohio; acquisizione dal Howald Fund

Nelle sale dedicate alla sezione 6-L’erotismo di Hopper la mostra riunisce invece alcune delle più significative immagini di donne in stati contemplativi, perlopiù nude o semi svestite, da sole e in interni, come nel bellissimo dipinto, da ammirare in più a Roma, New York Interior (1921 circa).

 

New York Interior, (Interno a New York), 1921 circa, Olio su tela, 61,6 x 74,3 cm, New York, Whitney Museum of American Art, Lascito di Josephine Nivison Hopper, 70.1200 © Heirs of Josephine N. Hopper, licensed by the Whitney Museum of American Art. Foto di Robert M. Mates

 
Girlie Show, (Lo spogliarello), 1941, Olio su tela, 81,28 x 96,52 cm, Collezione Fayez Sarofim

 

Opere che insieme alle opere della sezione 7-L’essenza dell’artista. Tempo, luogo e memoria illustrano al meglio la poetica di Hopper, il suo discreto realismo e soprattutto l’abilità nel rivelare la bellezza nei soggetti più comuni, usando spesso un taglio cinematografico. Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici urbani e alle persone che vi abitavano, ma più che i grattacieli – emblemi delle aspirazioni dell’età del jazz – egli preferiva le fatiscenti facciate rosse di negozi anonimi e i ponti meno conosciuti. Tra i suoi soggetti favoriti vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre da un treno in corsa, immagini di tavole calde, sale di cinema, divenute delle vere e proprie icone, come testimoniano alcuni celebri capolavori esposti: Cape Cod Sunset (1934), Second Story Sunlight (1960) e A Woman in the Sun (1961) e in prima assoluta a Roma anche Seven a.m. (1948) e South Carolina Morning (1955). Hopper realizza inoltre notevoli acquerelli, durante le estati trascorse a Gloucester (Massachusetts), nel Maine, e a partire dal 1930, a Truro (Cape Cod). Difficile vedere il mare in quelle opere che raffigurano piuttosto dune di sabbia arse dal sole, fari e modesti cottage, animati da sensuosi contrasti di luce e e ombra. Dipinti che evocano sempre delle storie pur lasciando irrisolte le motivazioni dei personaggi.

 

 
Novità a Roma, Seven A. M., (Le sette del mattino), 1948, Olio su tela, 76,68 x 101,92 cm, New York, Whitney Museum of American Art
Acquisizione e scambio, 50.8, © Whitney Museum of American Art, N.Y., Fotografia di Steven Sloman
 
South Carolina Morning, (Mattino in South Carolina), 1955 Olio su tela, 77,63 x 102,24 cm New York, Whitney Museum of American Art Donato in memoria di Otto L. Spaeth dalla sua famiglia, 67.13 © Whitney Museum of American Art, N.Y. Fotografia di Sheldan C. Collins

 

 

 

La mostra è arricchita di un importante apparato fotografico, biografico e storico, in cui viene ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico.

 

 

L’allestimento a cura del team Master IDEA – Associazione Italiana Exhibition Designers e guidato dall’Arch. Luca Cendali, prevede di far rivivere le opere di Hopper come ricostruzioni di spazi fisici, puntando soprattutto sull’elemento architettonico che il visitatore può animare. Il pubblico entra nella mostra attraversando una ambientazione notturna con la ricostruzione scenografica ispirata al bar raffigurato nel noto dipinto Nighthawks (1942), non in mostra ma ci sono degli schizzi e dei disegni preparatori al quadro. Uno spazio animato da eventi collaterali nel corso dell’esposizione. Il percorso della mostra prosegue all’insegna dell’interazione tra opere e visitatori grazie alle scenografiche e suggestive ambientazioni che seguono l’impostazione cronologica e tematica del curatore. L’allestimento è arricchito oltre che da l’illuminazione da un sottofondo sonoro con rumori ispirati ai luoghi dei quadri (città, interni, campagna, mare), accompagnerà quindi l’evoluzione stilistica di Hopper e il contesto che l’ha contraddistinta, amplificando il flusso emozionale generato dai suoi dipinti. Una mostra, unica nel suo genere e ancora più coinvolgente, che si potrà vedere o rivedere nella capitale come un nuovo straordinario evento. 

La mostra è prodotta con il Comune di Milano – Cultura ed Arthemisia Group, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna.

 

edizione italiana, 
francese e inglese,                                
24 x 28 cm, 280 pagine,
226 colori e 24 b/n, cartonato
Collana Arte moderna
Edito da Skira 

con i saggi di Carter Foster, Carol Troyen, Sasha Nicholas, Goffredo Fofi, Demetrio Paparoni e Luigi Sampietro

il video di ArsLife omaggio a Edward Hopper  

 
< GUARDA IL FILMATO > 

 

 

INFORMAZIONI UTILI:

EDWARD HOPPER 
16 febbraio – 13 giugno 2010
a cura di Carter E. Foster e con il coordinamento scientifico di Carol Troyen e Katy Spurrell
Fondazione Roma Museo
Via del Corso 320, Roma
T 06 6786209
www.fondazioneroma.it
www.edwardhopper.it

Orario apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 20. Lunedì dalle 10 alle 15. Venerdì e sabato dalle 10 alle 22 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: intero: Euro 10,00, ridotto: Euro 8,00. Scuole: Euro 4,50. Nuclei famigliari da 3 a 5 persone: € 20,50. Diritto di prevendita: Gruppi: Euro 1,50, Scuole: Euro 1,00
Informazioni e prenotazioni: Charta 
Call center 199 202202
T 0445 230304
Acquisto biglietti on line: www.vivaticket.it
Audioguide Discovery Audio: Euro 5,00 a persona (disponibili in italiano/inglese)


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