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Rare banconote italiane da Zanaria

Lotto 10

IN ASTA
Buoni di Cassa, Biglietti di Stato e cartamoneta dell’Italia pre unità
 

Zanaria, 6 maggio 2010, Palazzo Giureconsulti, Milano 

Dopo la vendita all’incanto dedicata alla filatelia del 5 maggio, il giorno successivo la casa d’aste Zanaria si presenterà per la prima volta sul mercato con una tornata di rare banconote italiane, sempre a Palazzo Giureconsulti, a pochi passi da piazza Duomo, in piazza Mercanti 2.

Il mercato nazionale delle banconote è molto giovane nel nostro paese e pertanto ancora con ottimi sviluppi di crescita. Sono circa quaranta anni che la banconota italiana viene studiata e raccolta, mentre il mercato americano riscontra già prezzi vertiginosi per i suoi biglietti più rari aggiudicati alle aste. L’enorme potenzialità insita nel mercato nazionale sta nel fatto che le banconote sono oggetti in genere rari, se non rarissimi per le voci meno recenti, poiché a causa del loro alto facciale, alla loro scadenza, non venivano tesaurizzate ad uso collezionistico, ma restituite alle banche in cambio di nuove cartemonete. È un mercato in Italia decisamente sottovalutato che può decollare nel momento in cui si accresce pure di poco la richiesta da parte dei collezionisti. Basti pensare che esistono settori di nicchia che dispongono rarità di elevato livello, ma poco seguiti, per cui i prezzi pur interessanti sono ancora decisamente abbordabili (ad esempio, quando in una tipologia di banconote si parla di 4 o 5 esemplari conosciuti il prezzo arriva difficilmente al migliaio di euro !!!). Oggi il mercato ipotizzabile può contare su circa 10 mila appassionati, mentre negli anni settanta essi erano meno di mille.

I settori nazionali oggi più collezionati sono quelli rappresentati dalla raccolta dei biglietti del Regno d’Italia emessi dalla Banca d’Italia (fondata nel 1893) e le banconote in lire stampate durante la Repubblica italiana (oggi la “lira” è già considerata oggetto d’antiquariato). In altre parole la Banca d’Italia è la “collezione principe”, la stessa tendenza si conferma all’estero ove l’Istituto nazionale di emissione raccoglie la parte più importante dei collezionisti e quindi è il più promettente in termini finanziari.

Il primo settore preso in esame dal catalogo è quello dei Buoni di Cassa e Biglietti di Stato, emessi per limitare la circolazione delle monete metalliche. Tra le voci più significative il 10 lire Umberto I del 1883 (lotto 10) e del 1888 (lotto 11), il primo nella versione doppia effigie, giudicati dagli esperti di qualità pressoché splendida, con base rispettivamente 1.500 e 1.400 euro. Probabilmente il più raro biglietto del Regno è il 25 lire Vittorio Emanuele III (lotto 17), in condizioni splendide, con base 20 mila euro.

Lotto 10
Lotto 17

 

Delle emissioni della Banca d’Italia spicca un raro 1.000 lire Barbetti, matrice e decreto, del 28 dicembre 1916, con firma Stringher, Sacchi con base 5 mila euro (lotto 49). 

Lotto 49

Del periodo della luogotenenza di Umberto II l’asta offre due assolute rarità appartenenti alla serie cosiddetta luogotenenziale, deliberata nel 1944 nei tagli da 50, 100, 500 e 1.000 lire per provvedere al cambio dei vari tipi di banconote in circolazione. Il D.M. del settembre 1944 stabilì le caratteristiche dei nuovi biglietti ed il successivo decreto indicò anche i quantitativi di ogni taglio da prodursi. Soltanto il 50 e il 100 lire furono però immessi in circolazione. Dei valori da 500 e 1.000 lire, prodotti presso l’Officina Carte Valori Staderini a Roma, infatti furono trafugati alcuni clichès, rendendo possibile la perfetta falsificazione dei due tagli. Fu pertanto deciso di distruggere tutta l’emissione dei due valori, ma durante questa operazione uno degli addetti, elusa la sorveglianza, riuscì ad impadronirsi di alcuni pezzi. Sul mercato sono conosciuti sino ad oggi circa 8 biglietti del 500 lire e 14 del taglio da 1.000 lire, firmati Introna – Urbini. Gli esemplari offerti all’asta, emissione 10 dicembre 1944, sono in condizioni splendide per il biglietto di banca da 500 lire (lotto 61) e in condizioni fior di stampa per il biglietto da 1.000 lire (lotto 62) con base rispettivamente di 8 mila e 9 mila euro.

Lotto 62

Della Repubblica italiana segnaliamo una rara banconota da 5.000 lire in condizioni splendide Repubbliche Marinare, testina, emessa il 17 gennaio del 1947 con firma Einaudi, Urbini con base 7 mila euro (lotto 85). 

Lotto 85

Una storia a sé è data dalla cartamoneta settecentesca impiegata in Toscana. Si tratta di otto lotti di documenti non emessi, originati nel 1778 dalla Depositeria del granduca Pietro Leopoldo al fine di invogliare la popolazione a convertire le monete d’argento in biglietti della Deposisteria di S.A.R. Per rendere difficile la falsificazione dei biglietti e per renderli più attraenti, il Granduca fece stampare sul rovescio alcune incisioni di di pregevoli artisti, come Antonio Tempesta, Stefano della Bella, Jacques Callot, Thedor Verkruysle, le cui incisioni su lastre di rame erano custodite nelle collezioni medicee. Nessun biglietto emesso sembrava giunto sino a noi, sino a quando negli anni Settanta qualche raro esemplare è stato proposto sul mercato dell’antiquariato come stampa d’epoca. In tempi recenti si è verificato un ulteriore ritrovamento negli archivi di una famiglia patrizia fiorentina, immediatamente assorbito dai collezionisti numismatici, da cui provengono anche gli undici rarissimi reperti qui proposti. I prezzi si aggirando tra gli 800 e i 1.400 euro, fa eccezione il lotto di quattro biglietti non emessi del 1776 (lotto 208), in condizioni fior di stampa, sul cui rovescio sono stampate quattro sanguigne impresse con lastre in rame, incise da Stefano della Bella, che raffigurano delle aquile, con base 3.600 euro.

Lotto 208

Più corposo è il capitolo dedicato alla Cassa di sconto di Firenze, con le prime banconote emesse nell’Italia preunitaria. Sconosciuti fino ad anni molto recenti, solo nel 2003 sono stati ritrovati, negli archivi di una famiglia patrizia, gli unici biglietti esistenti, qui di seguito proposti: sono cinque biglietti emessi l’8 maggio 1817, unici conosciuti, in condizioni fior di stampa, dei 60 biglietti messi in circolazione, tutti ritirati e distrutti, per ciascun facciale, da 100, 200, 300, 500 e 1.000 lire, ciascuno offerto con una base di 18 mila euro (lotto 209, 210, 211, 212, 213).

Lotto 209

Di notevole rarità anche le banconote, emesse nei primi anni del Regno d’Italia, dalla Banca nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito, il Monte dei Paschi di Siena, e i prestigiosi lotti proposti in questo catalogo – la cui esistenza si conta sulle dita di una sola mano – rispondono in pieno a quel concetto d’investimento espresso all’inizio di questo stesso testo. Di particolare prestigio le banconote della Banca Toscana di Credito, con basi che vanno da 14 mila euro al picco di 22 mila euro per il 200 lire emesso il 2 gennaio 1864 (lotto 226), di cui sono noti solo due esemplari, di cui uno con timbri e fori di annullo nella raccolta della Banca d’Italia. Quello offerto nel catalogo è in condizioni splendide.

 

Lotto 226

 

INFORMAZIONI UTILI

Zanaria

6 maggio 2010, ore 18.00

Palazzo Giureconsulti,

Milano 

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