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Dipinti antichi da Sotheby’s

(Lotti 74 e 75: UNSOLD)

OLD MASTER PAINTINGS

Milano, 8 giugno 2010

La vendita di Old Master Paintings di Sotheby’s a Palazzo Broggi ha totalizzato 2,669,325 euro. 50 UNSOLD su 93 lotti offerti. Alcune opere molto celebrate prima dell’asta sono andate invendute: ad esempio il ciclo di dipinti dedicati alle Fatiche di Ercole e a soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio di Gregorio De Ferrari suddivisi in due lotti sono andati entrambi invenduti (lotto 74: un set di 3 tele stimate 800/1.200.000 euro; lotto 75: un set di 4 tele stimato 400/600.000 euro). Anche la veduta di Roma di Giovanni Paolo Panini stimata 300/500.000 euro è andata invenduta (lotto 84). Mentre un’altra opera del pittore piacentino ha fatto un buon risultato: il “Capriccio con sacra famiglia” (lotto 87) era stimato 25/35.000 euro ed è stato aggiudicato a 87.150 euro. Non stupisce neanche il risultato dell’olio su tela del Ceruti: annunciata come la più importante opera dell’artista mai apparsa all’ asta in Italia e presentata con una stima di 800/1.200.000 euro, il Portarolo col cane è stato venduto per 900,750 euro.
Tra le migliori aggiudicazioni rispetto alla stima pre-asta: lotto 39, Alessandro Magnasco, detto Il Lissandrino (Genova 1667-1749), Ritratto di letterato, olio su tela, 122 x 97 cm, stima: 25,000—35,000 euro, venduto per: 63,150 euro; lotto 69, Luca Giordano, detto Fa Presto (Napoli 1634-1705), Il ratto delle sabine, 253 x 357 cm, stima: 150,000—250,000 euro, venduto per: 432,750 euro; lotto 72, Bartolomeo Bettera (Bergamo 1639-notizie sino al 1688), Natura morta con strumenti musicali, uno spartito e uno stipo, olio su tela, 98.5 x 141 cm, stima: 30,000—40,000 euro, venduto per: 82,350 euro; lotto 20, attribuito a Giacomo Ceruti (Milano 1698-1767), Testa di vecchia, olio su tela, 49 x 38.5 cm, stima: 5,000—7,000 euro, venduto per: 16,250 euro.

Chiara Faglia

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Un ciclo di sette dipinti dedicati alle Fatiche di Ercole e a soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio di Gregorio De Ferrari capolavori della produzione del pittore barocco genovese. Inoltre Portarolo di Ceruti dal ciclo di Padernello stimato 800.000/1.200.000 euro in asta a Milano da Sotheby’s l’8 giugno 2010

(Lotti 74 e 75: UNSOLD)


 

Scrive nel 1762 il Ratti nella sua Storia dei pittori ..che in Genova operarono…”Fu questi Gregorio de Ferrari che nato essendo l’anno 1644 nel delizioso luogo del Porto Maurizio da padre di beni di fortuna provisto, fatto con diligenza allevare e studiata la filosofia, fu a Genova mandato perché l’istituta apprendesse, ma egli fatta con Domenico Fiasella amicizia si risolse di voler intraprender la pittura e cominciò a frequentar la sua stanza e nel copiar alcuni quadri del Coreggio…”

Come “maestro” si scelse dunque il grande Correggio e da Parma ritornò «pittore già fatto», come racconta il biografo Raffaele Soprani, dando inizio ad una lunga e proficua collaborazione con il genovese Domenico Piola, di cui sposerà la figlia.

Autore tra i più significativi dell’ ambiente genovese tra Sei e Settecento, influenzato oltre che da Correggio come si è già detto, dalle “novità romane” introdotte dagli allievi del Bernini, de Ferrari esprime con particolare raffinatezza la sua scenografica cifra stilistica nei suoi celebri grandi cicli pittorici nei principali palazzi della città.

Le sette tele di Gregorio de Ferrari presentate all’asta di Giugno costituiscono una serie completa di teloni decorativi che fino a qualche decennio fa adornavano un salone del piano nobile di Palazzo Cattaneo Adorno in Via Garibaldi a Genova.

Il primo ciclo databile alla fine del Seicento raffigura quattro fatiche di Ercole: Ercole e l’Idra di Lerna, Ercole e Anteo, Ercole e Acheloo ed Ercole sul rogo funebre (opere notificate e con una stima per le 4 di 400/600.000 euro), ove l’immagine statuaria e plastica di Ercole è al centro del dipinto e ne invade lo spazio con potenza teatrale che si ispira ai Rubens genovesi di tema erculeo.

Per le altre tre tele – sempre provenienti dal celebre palazzo genovese di Strada Nuova – con soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio: Mercurio e Argo, Pan e Siringa e Perseo e Andromeda– opere anch’esse notificate – la stima (per le tre tele) è di 800/1.200.000 euro. Qui le pose eleganti dei soggetti sono sottolineate dai sapienti panneggi delle vesti e dalla gestualità teatrale. Una ricchissima gamma cromatica di gialli, blu brillanti, rossi e rosa definisce le figure, che si integrano perfettamente nel paesaggio verde-bruno.

Proviene, come le sette tele già descritte, da Palazzo Cattaneo Adorno uno splendido telone databile intorno al 1680, Il Ratto delle Sabine opera di Luca Giordano; il dipinto originariamente faceva parte della raccolta del banchiere genovese Marcantonio Grillo, poi passò ai Baldi e grazie al matrimonio di Tommasina Baldi con Agostino Adorno confluì a Palazzo Cattaneo Adorno. La grande tela, notificata dal 1962, è valutata 150/250.000 euro. (AGGIUDICATO A: 432,750 euro)

Ancora in asta ancora una splendida tela genovese Adorazione dei Pastori di Giovanni Battista Gaulli detto Il Baciccio; si tratta del modello che Gaulli realizzò nel 1687 per la pala dell’altare maggiore della chiesa del Carmine a Fermo; il nostro presepe si ispira alla celeberrima Adorazione dei Pastori di Rubens in origine collocata nella stessa chiesa e oggi in Pinacoteca. La stima è di 70/100.000 euro. (AGGIUDICATO A: 78,750 EURO)

 

Seguono due opere del genovese Alessandro Magnasco Il Letterato già nella collezione di Angelo Costa, Genova (val 25/35.000 euro) e il prezioso e notissimo Frati che si scaldano intorno al fuoco (uno dei temi d’elezione della pittura di Magnasco ) già esposto alla mostra del 1969 di Palazzo Bianco e valutato 100/150.000 euro.

In asta inoltre Portarolo col cane di Giacomo Ceruti, detto Il Pitocchetto, la più importante opera dell’artista mai apparsa all’ asta in Italia.

Fa parte del Ciclo di Padernello ( dal nome del castello al quale era originariamente destinato) un gruppo di una decina di opere eseguite per la famiglia Avogadro, passando poi ai Fenaroli ed alla collezione del Conte Salvadego; una serie di dipinti che rappresenta una delle imprese più mirabili dell’epoca, in cui il Ceruti si mostra maestro insuperato nella rappresentazione di scene di vita quotidiana.

Portarolo è uno dei i dipinti in cui il Ceruti descrive in maniera innovatrice e fedele la quotidianità della povera gente. La tela, stimata 800 / 1.200.000 euro, è datata 1720 ca. (AGGIUDICATO A: 900,750 EURO)

Da una collezione privata anche una magnifica veduta di Roma di Giovanni Paolo Panini, non è un capriccio ma una sorta di “fotografia” di un momento particolare del The Grand Tour: Il Foro Romano dal Clivus Capitolinus, olio su tela, 300/500.000 euro.

UNSOLD


Sotheby’s Milano
Palazzo Broggi, Via Broggi 19
Esposizione dal 4 al 7 Giugno dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
Asta l’8 Giugno

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