Riflessione al vetriolo
Nell’articolo apparso su Il Riformista di sabato 6 novembre a firma Frank Bonami (copyright ABO) l’estensore si domanda: “Ai, ci sei o ci fai?”. E noi, di rimando, giriamo il quesito a Frank: “Wei, ci sei o ci fai?”. Mi spiego meglio. L’illustre curatore/ammalatore rimprovera in sostanza adAi Weiwei di cavalcare l’onda emotiva suscitata dalle persecuzioni, in vero un poco all’acqua di rose, di cui è vittima, a fini pubblicitari carrieristi, creando la cassa di risonanza in puro stile pop. Insomma, l’artista chiagne e fotte come un napoletano qualsiasi, e non è un vero dissidente come il premio Nobel Liu Xiabo, questo sì realmente incarcerato e perseguitato. In effetti c’è del vero in tutto ciò, ma fa un po’ sorridere che ad alzare il ditino sia proprio Frank, sodale storico di quel paraculo di Maurizio Cattelan che della mediatizzazione dell’aria fritta ha fatto per l’appunto un’arte. Insomma, il bue da del cornuto all’asino, come recita l’antico adagio popolare. Ma forse, a ben vedere, la stigmatizzazione eticamente corretta del nostro curatore/ammalatore potrebbe nascondere una sotterranea guerricciola verso l’artista cinese, reo di avere il “copyright” dell’uso del dito medio in contesti sicuramente più rischiosi e dove il gesto assume valenze senza dubbio maggiormente provacatorie rispetto all’ostensione riservata ai quattro adoranti svippati riuniti a Milano alla posa del nazional ditone o al rinfreschino al Bar Basso.
Come recita il proverbio cinese: chi alliva plimo diventa plincipe, chi alliva pel secondo soltanto ministlo, oppure a lungo andare… (video)
Buon wanton a tutti.
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in punta di pennino
il Vostro LdR