Musica per gente
che ama se stessa
che ama se stessa
Finalmente siamo riusciti ad andare a sentire dal vivo una delle band più stimate negli Stati Uniti (Obama ha addirittura scelto il loro brano “Fake Empire” per la sua campagna elettorale nel 2008) ed ora questo gruppo è riuscito a conquistare anche l’Europa. Come spesso accade, anche i The National hanno dovuto pubblicare ben cinque dischi prima di diventare famosi in Italia. Grazie al loro ultimo lavoro infatti, intitolato “High Violet”, la band ha riscosso un grande successo anche qui da noi e il 16 Novembre 2010, il gruppo capitanato da Matt Berninger, si è esibito a Milano in un Alcatraz a dir poco gremito e sold out, davanti a circa 3.000 persone. La prima cosa che abbiamo notato, una volta iniziato il concerto intorno alle 22,00, è che il pubblico dei The National è un pubblico dal palato fine, ricercato e molto composto. Dire che i The National propongono un indie-rock molto raffinato è dire poco naturalmente, ma per far capire di cosa stiamo parlando, a tutti coloro che non dovessero ancora conoscerli, potremmo dire che i The National ricordano un po’ i Joy Divion, con qualche spruzzata di Interpol e se vogliamo anche un po’ di Arcada Fire. La band è di Cincinnati, nell’Ohio e si è formata nel 1999, ma ad oggi tutti i componenti vivono a New York, precisamente a Brooklyn, quartiere che ha detta di Matt, è in grado di farli sentire comunque un po’ a casa. La particolarità che distingue tra tutti gli altri gruppi “indie” i The National è la voce baritonale di Berninger che per una volta -con cognizione di causa- si può dire essere davvero unica. La band ha all’attivo ben cinque dischi e anche due EP degni di nota. Durante il live sono stati eseguiti molti brani del loro ultimo disco, tra cui “Anyone’s ghost”, “Afraid of Everyone”, “Bloodbuzz Ohio”, “England”, “Borrow” ma non sono mancati anche brani indimenticabili del passato tratti dai dischi “Alligator”, “Boxer” e “Sad songs for dirty lovers”, come “Lit up”, “Runaway” (brano di apertura del concerto) “Fake Empire”, “Available”, “Squalor victoria”, (quest’ultima cantata nella parte finale quasi in versione scream, diversa dalla traccia presente nel disco) “Secret meeting”, “Apartment story”, “Mistaken for strangers” e tante altre. Da segnalare il brano che ha concluso il live prima del bis (e che ben pochi conoscevano) “About Today” una splendida ballata presente nell’EP del 2004 “Cherry Tree” che per il concerto è stata in parte rivisitata e proposta con un finale molto noise, come nel live del “Virginia EP”. Durante il bis sono state eseguite “Lucky you”, “Mr. November” e come finale “Terrible Love”, prima traccia di “High Violet”. Verso la fine di questo brano Matt Berninger è sceso tra la folla ed ha continuato a cantare tra la gente, in mezzo ad un pubblico che era quasi immobilizzato tanta era la sorpresa, per poi uscire quasi di corsa dall’Alcatraz rincorso dai fan in delirio. Matt ha deciso di salutare il suo pubblico in questo modo, senza dire nulla, soltanto cantando tra la gente. Un arrivederci che ci lasciati con un gran sorriso stampato sulle labbra, soprattutto per tutti quelli che come noi sono riusciti ad avvicinarlo.
Il concerto è stato indubbiamente ben suonato, a parte qualche piccolo errore e qualche stonatura di Matt che però non ha di certo rovinato l’evento. Sappiamo bene come non sia poi così fondamentale essere impeccabili se poi ambire alla prefezione vuol dire non trasmettere nulla. Abbiamo molto apprezzato la band composta da ben sei elementi, due trombe, due chitarre, basso e tastiera ed abbiamo amato la voce di Berninger in ogni sua sfumatura anche durante il brano “Available”, dove la voce si è fatta a dir poco graffiante, in un tripudio di grida quasi disumane.
Dopo questo live abbiamo però compreso che i The National sono principalmente una band da ascoltare possibilmente da soli, perchè la malinconia che scaturisce dalla musica e dai testi delle loro canzoni è una questione da vivere in maniera introspettiva. E’ stato abbastanza strano sentire delle canzoni che ci hanno fatto sognare, riflettere, piangere e dato la forza di affrontare brutti momenti, stando immersi in un bagno di folla. E’ bello sapere che ci sono altre persone come noi che apprezzano e amano questa band incredibilmente, ma l’impressione è stata anche quella di sentire la nostra intimità in parte violata. Almeno, questo è il nostro modesto parere.