Print Friendly and PDF

La pittura napoletana dell’800

Ulisse Caputo (Salerno 1872 – Parigi 1948). La signora con il ventaglio (o Parigi), 1910 // Olio su tela, 60,5 × 50 cm © 2010 Ku.ra S.r.l.

TRA INNOVAZIONE

E INTERNAZIONALITÀ

Ulisse Caputo (Salerno 1872 – Parigi 1948). La signora con il ventaglio (o Parigi), 1910 // Olio su tela, 60,5 × 50 cm © 2010 Ku.ra S.r.l.

1 – 10 ottobre 2010, Palazzo Venezia – Roma
23 ottobre – 23 dicembre 2010, Galleria Bottegantica – Milano

Galleria Bottegantica  si mette in mostra dando sfoggio delle sue opere con una preziosa e puntuale esposizione sulla pittura d’Ottocento italiana questa volta incentrata sui protagonisti del “realismo” napoletano. Una trentina di opere ospitate dal 23 ottobre al 23 dicembre 2010 nelle sale della sede milanese inaugurata a febbraio di quest’anno in Via Manzoni 45 in pieno centro a Milano che si potranno osservare in anteprima in occasione della Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma dal 1 al 10 ottobre 2010.
Come da tradizione Bottegantica (fondata nel 1986 a Bologna) punta a valorizzare la grande pittura italiana ottocentesca. Con questa mostra intende ripercorrere le tappe fondamentali di quella feconda stagione dell’arte nostrana che vide artisti “napoletani” (abruzzesi, pugliesi, calabresi, campani e siciliani) concorrere con toscani e lombardi, piemontesi e veneti alla maturazione e allo sviluppo di una pittura del “vero”.
Tra innovazione…

Una vicenda intensa che, dopo la stagione del paesaggismo “romantico” spinse a Napoli a tentare vie più idonee alla formulazione di un linguaggio comune, unitario e nazionale. Un linguaggio capace soprattutto di esprimere e tradurre in immagine, con immediatezza e forte senso d’attualità, nuove ansie di libertà del fare artistico e nuovi bisogni di verità e concretezza nell’esprimersi e comunicare.
Come ha scritto Luigi Chirtani già un secolo fa “I Napoletani sono gli artisti più moderni del nostro tempo, sono forse i soli, interamente originali“.

In scena opere che spaziano da Filippo Palizzi, che si dedicò con instancabile amore ai soggetti di una realtà rustica e umile, resa con felice immediatezza per mezzo di una pennellata rapida e sapiente, ai pittori della “Scuola di Resina” o “Repubblica dei Portici” secondo la definizione ironica di Domenico Morelli: Federico Rossano e Giuseppe De Nittis in primis, radunatisi nei primi anni Sessanta a Portici per tentare un’esperienza comune di pittura di paesaggio, con il dichiarato scopo di recuperare i valori della veduta nella sua essenza quotidiana, opponendosi sia alla retorica del Romanticismo di Morelli, sia al micrografico verismo di Filippo Palizzi.

Come spiega Diego Martelli“(Cecioni) fatta lega con Marco De Gregorio, Giuseppe De Nittis e Federico Rossano, costituì con essi una camerata di radicali in arte, che nessuna autorità riconoscendo, disprezzando tutto quanto poteva procurar loro benessere, con le concessioni fatte alla moda, si deliziarono delle intime soddisfazioni che procura ai veri artisti, in comunione d’idee, la osservazione attenta della natura, il fantasticare quotidiano e continuo su tutti gli effetti e su tutte le forme dell’avvicendarsi continuo delle immagini della vita”.

… e internazionalità
Oltre a sottolineare gli aspetti “innovativi” della pittura napoletana, la rassegna dedica particolare importanza anche alla sua dimensione internazionale, e in particolare a quel filo diretto che legò Napoli a Parigi, grazie alla presenza cospicua dei mercanti francesi di passaggio per la città, che misero sotto contratto molti artisti, invitandoli a soggiornare per lunghi periodi nella capitale francese. Proprio la modernità dello spettacolo offerto da Parigi è la chiave di lettura di molte opere di Giuseppe De Nittis, Federico Rossano, Edoardo Tofano, Francesco “Lord” Mancini, Pietro Scoppetta e Ulisse Caputo che celebrano il ritmo veloce della vita nelle piazze e nei nuovi Boulevards di Haussmann, le corse ippiche a Longchamp, ma anche la bellezza sofisticata – tanto mondana e contemporanea, quanto ideale e immaginaria – delle parigine, protagoniste degli anni ruggenti della Belle Epoque.
Una sezione della mostra è dedicata pure alla raffinata produzione veneziana di Vincenzo Caprile, che, al pari di Rubens Santoro, seppe trasmettere la sua totale ammirazione per la città lagunare, per i suoi monumenti, per i suoi canali d’acqua, in una serie di vedute caratterizzate da sofisticati effetti atmosferici e da una condotta pittorica impeccabile.
L’esposizione si conclude con un gruppo cospicuo di dipinti di coloro che furono gli indiscussi cantori della terra e del mare partenopeo: Vincenzo Migliaro, Giuseppe Casciaro, Attilio Pratella e Vincenzo Irolli, che con la loro opera traghettarono la pittura napoletana verso il Novecento.
Opere più rappresentative presenti in mostra: 

la scenografica Passeggiata davanti Palazzo Ducale di Vincenzo Caprile, datata 1905, in cui tutta l’atmosfera vibra del chiarore soffuso del cielo riflesso dalle acque della laguna veneziana;
Alla toeletta, incantevole tela di Ulisse Caputo, che condensa con maestria l’acuta osservazione dell’intimità muliebre con lo studio sottile degli effetti luminosi; 
le Sirene moderne, seducente capolavoro di Edoardo Dalbono, datato 1874, dal piacevole soggetto e dall’ampio taglio paesaggistico, risolto con una pittura luminosa, ancora in parte debitrice del verismo maturato a Resina; 
l’enigmatico, quanto elegante Prima del ballo di Giuseppe De Nittis, selezionato per la grande mostra dedicata al pittore di Barletta che si terrà entro fine anno al Petit Palais di Parigi; 
l’incantevole Bevo la birra di Antonio Mancini, eseguita nel 1888 e documentata in passato nelle prestigiosi collezioni Tessitore, De Angeli, Tesorone, Casciaro e Coppa; 
la mondana Caccia alla volpe di Francesco “Lord” Mancini; 
Al mare, luminosa tela eseguita nel 1875 da un giovane, ma professionalmente maturo Federico Rossano, dove già sono portati a felice compimento gli insegnamenti appresi alla “Scuola di Resina”; 
per concludere, infine, con il toccante L’innamorato timido di Francesco Paolo Michetti, straordinario scrutatore di orizzonti remotissimi, capace di far convivere l’Abruzzo e l’Oriente bizantino, le presunte tradizioni popolari con l’altrettanto presunto ieratismo assoluto.

 

 

INFORMAZIONI UTILI
Titolo: La pittura napoletana dell’Ottocento tra innovazione e internazionalità
Curatore: Enzo Savoia
Sedi e periodo espositivo: Roma, Palazzo Venezia, 1-10 ottobre 2010
Milano, Galleria Bottegantica, 23 ottobre-23 dicembre 2010
Informazioni: Tel .: 02 62695489; 051 331388
Orario: martedì – sabato 10.00-13.00; 15.00-19.00

Commenta con Facebook

leave a reply

*