Saranno i fumi del cibo e dell’alcool ingurgitato durante le feste natalizie, ma la lettura della notiziola apparentemente banale chela sala della tomba del faraone Tutankhamon verrà chiusa al pubblico a causa del sudore e del respiro dei visitatori che altera il micro equilibrio creando alla lunga danni irreversibili ed irreparabili, mi procura visioni digestive confuse e contrastanti. Se poi, come riportato dai media, al suo posto una fedele riproduzione dell’opera, con l’ausilio di raggi laser, verrà realizzata ed offerta al pubblico come surrogato dell’originale, sempre nello stesso sito, ecco che il film comincia lentamente a focalizzarsi. Continuando la lettura apprendo anche che gli organizzatori non temono ripercussioni circa il numero dei visitatori, confidando nell’esperienza maturata in Francia alle Grotte di Lascaux, dove le visite sono già proibite e dirottate sul fax-simile, senza danni per l’industria turistica.
Dunque, mi chiedo, il povero Faraone ha fatto la fine del fantasma di Canterville che non riusciva a spaventare i nuovi padroni del maniero, yankee e parvenu, perché totalmente estranei ed impermeabili ai vecchi codici old british? così Tutankhamon e la sua Maledizione non colpisce i più i turisti profanatori, ma si ritorce sul temuto sovrano che non aveva previsto le perversità della modernità? E’ piuttosto la Maledizione del Turismo di Massa, con i suoi biglietti low cost, che avvelena l’atmosfera inquinandola fisicamente e ammorbandola intellettualmente, svuotando di significato e identità qualsiasi luogo profanato, riducendo le differenze spazio temporali ad una sconfinata sequenza digitale di immagini e sensazioni sovrapponibili che distrugge l’incolpevole Sovrano, penso ancora stordito dal panettone.
Poi la piacevole condizione di dormiveglia prende il sopravvento e sbiadite immagini di Blade Runner si affacciano con replicanti alla disperata conquista di una vita “vera”; sarà il tempo, perennemente piovigginoso e grigio, ad indurmi simili ricordi… poi un barlume di luce, là in fondo. Ma certo, non è forse l’evo post-moderno a dare dignità di Modello alla Copia? Se dunque il Duplicato assume vita propria ed autonoma rispetto all’Originale, il miracolo è compiuto. Migliaia, milioni di turisti divenuti ultracorpi vagano con lo sguardo fisso nell’iperspazio della destrutturante dissolvenza della cultura di massa…
Ho un soprassalto, tutto sudato riacquisto un briciolo di coscienza che subito svanisce e ripiombo in catalessi e le visioni continuano… mi appaiono fantascientifiche città sorte dal deserto arroventato, costruzioni che sfidano le leggi della statica, ce n’è pure una che pare una carta stagnola stropicciata appoggiata al terreno, per Diana, ma è un museo, anzi il Museo, il Louvre! Ma che diavolo ci fa lì?
Per fortuna suona il cellulare e mi costringe a riemergere dall’incubo, stasera un’altra cena, chissà se poi sognerò.
in punta di pennino