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De André a Milano

Fabrizio De André © 1975 Luca Greguoli Venini

IN DIREZIONE OSTINATA

E CONTRARIA

 

Fabrizio De André © 1975 Luca Greguoli Venini

 

11 marzo – 15 maggio 2011, Rotonda della Besana – Milano

 

Dalla sua Genova e i suoi caruggi fino alla borghese Milano, Fabrizio De André conclude la sua tournée alla Rotonda della Besana dopo le tappe di Genova, Nuoro, Roma e Palermo. Un vento di libertà a spazzar via ogni dogma, retorica e perbenismo in una città che ne avrebbe assoluto bisogno. Un omaggio a Fabrizio e la sua arte: versi che son poesia che fan musica che diviene eterna. Un racconto-esposizione dell’opera infinita di De André e la sua dolce anarchia con la rabbia e la satira di ogni sua canzone. Un profumo di rivolta che fino al 15 maggio 2011 pervade l’ex chiesa di San Michele ai Nuovi Sepolcri laicamente consacrandola.

e non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato 
(da Un blasfemo di F. De André)

Sulle note di De André riprende vita la settecentesca chiesa del vecchio cimitero milanese, il “Foppone dell’Ospedale” della Ca’ Granda: quattro sezioni nei quattro bracci della croce greca mentre nella parte centrale sottostante la cupola ottagonale vengono riprodotti i protagonisti delle canzoni creati da De André (Carlo Martello, Marinella, Bocca di Rosa, Susanna, Giovanna D’Arco, Piero,…) attraverso un trittico animato di carte dei tarocchi che abbina musica e personaggi, già utilizzati da Faber per la scenografia dei concerti dell’album “Le Nuvole”.

 


1970. Fabrizio ai Bagni Tre Pini, a Genova, all'epoca de "La buona novella" (foto Mimmo Dabbrescia)

 

Luci soffuse, un allestimento multimediale e interattivo volto a far vivere l’esperienza emozionale nell’essere a contatto con un grande artista la cui profonda intelligenza ha trovato espressione sublime nella canzone. Testi-manifesti contro l’arroganza e l’abuso dei poteri, il conformismo, i comportamenti asserviti, l’appiattimento programmato, il moralismo edogni forma d’ipocrisia: parole dirette a risvegliare l’uomo dal sonno della coscienza, quell’assuefante morte omertosa che genera mostri.

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
però per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita è grosso modo il loro unico lusso
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta
non c’è nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta,
ma di morte lenta
  

(da Morire per delle idee di F. De André)

Il percorso inizia con un approfondimento dei soggetti cari alla poetica del cantautore: l’amore, le donne, l’anarchia e la libertà, gli ultimi, la guerra, la morte e Genova. Ogni argomento è illustrato da immagini proiettate su schermi: ad esempio, il ’68 e il maggio francese in rapporto  alla mattanza di Stato del G8 di Genova, non poteva esserci riferimento migliore.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le “verità” della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti

(da Canzone di Maggio di F. De André)

 

L’itinerario prosegue con le sezioni MusicaVita e Fabrizio in video accompagnate da testimonianze, suggestioni e interviste, oltre che ad oggetti di vario genere come i dischi originali, 45 giri e LP, spartiti, manoscritti, fotografie e libri annotati. Scriveva in una sua agenda: “La società si interessa sempre più dei morti che dei vivi” e qualche riga sotto: “Non saremo veri poeti, non saremo veri musicisti, ma non saremo nemmeno così impropri come i pompini della Lewinskj“. E ancora, in un appunto per la segreteria telefonica: “Qui risponde la segreteria telefonica del 671384 dopo lo squillo di tromba potrete scegliere se gettarvi nella mischia oppure lasciare un messaggio, meglio un omaggio, insomma fatevi coraggio“.

 


Fabrizio De André - la mostra (Foto: Luca Zuccala © ArsLife)

 

Non avrai altro Dio all’infuori di me 
spesso mi hai fatto pensare
genti diverse venute dall’est 
dicevano che in fondo era uguale: 
credevano ad un altro diverso da te, 
non mi hanno fatto del male, 
credevano ad un altro diverso da te, 
non mi hanno fatto del male 

(da Il Testamento di Tito di F. De André)

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino, 
non avevano leggi per punire un blasfemo, 
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte, 
mi cercarono l’anima a forza di botte

(da Un blasfemo di F. De André)

Lo conosciamo bene
il vostro finto progresso
il vostro comandamento
“Ama il consumo come te stesso”
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
voi non potete fermare il tempo
gli fate solo perdere tempo.

(da Canzone di Maggio di F. De André)

Certo bisogna farne di strada 
da una ginnastica d’obbedienza 
fino ad un gesto molto più umano 
che ti dia il senso della violenza 
però bisogna farne altrettanta 
per diventare così coglioni 
da non riuscire più a capire 
che non ci sono poteri buoni. 


C’hanno insegnato la meraviglia 
verso la gente che ruba il pane 
ora sappiamo che è un delitto 
il non rubare quando si ha fame 
ora sappiamo che è un delitto 
il non rubare quando si ha fame

(da Nella mia ora di libertà di F. De André)

 

Questo il pensiero e la riflessione di De Andrè: una ricerca interiore volta a riconoscere e dare dignità e bellezza all’unicità del singolo individuo e all’universo dei vinti.
Fabrizio De André – La Mostra: uno sguardo sull’universo di Faber in unico e immenso sottofondo musicale: la sua poesia.

Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci
(da Amico Fragile di F. de André)

Libretto universitario di De Andrè (Foto: Luca Zuccala © ArsLife)
Le quattro sezioni

La poetica

“Sentii fin da subito che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l’ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste e l’illusione di poter

partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. Quest’ultima si è sbriciolata presto, la prima, invece, rimane.”

La musica

“La musica? Mi sedusse un po’ alla volta, come una troia prudente. Cominciò con qualche mormorio fioco, poi divenne balbuzie e piano piano acquistò la franchezza di un linguaggio che, per quanto elementare, era comunque il mio.”

La vita

“Cioran, uomo di grande lucidità, diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita (…) Credo che l’uomo, per salvarsi, debba sperimentare l’angoscia della solitudine e dell’emarginazione.”

Fabrizio in video

“La TV si può dire che nasca e prosperi grazie a un concetto dei Gesuiti per ‘ciò che non appare non esiste’. Quando i miei dischi sono balzati in testa alle classifiche, ho cambiato casa discografica e tra i patti abbiamo inserito questo: niente pubblcità per De André, lasciamolo nell’ombra e sarà il miglior modo per venderlo.”

 

“De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano”
(Nicola Piovani)

 

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INFORMAZIONI UTILI

 

Fabrizio De Andrè – La Mostra
11 Marzo – 15 Maggio 2011

Rotonda di Via Besana, Via Enrico Besana, 12 – Milano
Catalogo: Silvana Editoriale
Biglietti: € 9,00 biglietto intero. 
€ 7,50 biglietto ridotto: studenti, minori di 14 anni, ultra 65enni, titolari di coupon e convenzioni. 
€ 4,50 biglietto ridotto speciale: gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado, gruppi organizzati direttamente dal Touring Club. 
Ingresso gratuito: minori fino ai 5 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile non autonomo
Orario: lunedì 14.30 – 19.30; da martedì a domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30


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