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Cina leader mondiale dell’arte

DALLA CINA CON FURORE
NEL 2010 PER ARTPRICE IL MERCATO CINESE E’ DIVENUTO IL PRIMO AL MONDO. MENTRE PER LA RICERCA PRESENTATA AL TEFAF DI MAASTRICHT LA CINA E’ AL SECONDO POSTO DIETRO GLI USA E DAVANTI ALL’UK. PERCHE’ C’E’ QUESTA DICOTOMIA NEI DATI?
Qual è la Nazione leader nelle compravendite di arte a livello internazionale? Se lo sono chiesti diversi esperti tra i quali l’agenzia ArtPrice ela dottoressa Clare McAndrew – economista culturale specializzata nel mercato dell’arte decorativa e fondatrice di Arts Economics – per conto della The European Fine Art Foundation, la fondazione che organizza The European Fine Art Fair(TEFAF).
Concorrono al podio USA, Inghilterra e Cina. Ma le ricerche non hanno portato al medesimo risultato…. O meglio arrivano a risultati diversi perchè partono da presupposti differenti. In che senso? Cerchiamo di capire.

Secondo i dati forniti da ArtPrice, dal 2007 al 2010 la Cina è passata dal terzo al primo posto nelle compravendite di Fine Art a livello internazionale. La ricerca realizzata dal Tefaf di Maastricht invece fa avanzare la Cina nel 2010 ma solo al secondo posto, dopo gli Usa. Questa divergenza, si è venuta a creare perchè le due ricerche hanno preso in considerazione settori del mercato diversi.

Quella presentata al Tefaf di Maastricht, la fiera dell’arte più inflente al mondo, ha infatti tratto le sue conclusioni basandosi su tutti i comparti del mercato e dunque anche l’antiquariato, il design, i gioielli, gli orologi e gli oggetti d’arte, non solo la Fine Art (nonostante questo sia il settore preminente) come invece ha fatto ArtPrice. Per Fine Art si intende pittura, installazioni, sculture, disegni, fotografie e stampe.
Di seguito segnaliamo gli estratti delle due distinte ricerche
ONDA D’URTO SUL MERCATO DELL’ARTE…
LA CINA ORMAI AL PRIMO POSTO, DAVANTI A STATI UNITI E GRAN BRETAGNA
 
 [Marzo 2011, fonte: ArtPrice.com]
Secondo Thierry Ehrmann, fondatore e Presidente di Artprice, leader mondiale dell’ informazione sul mercato dell’arte, « è come un elettroshock nella storia del mercato dell’arte mondiale: la Cina è ormai il numero 1 delle vendite all’asta Fine Art ». Sono bastati tre anni appena per passare dal terzo posto, sottratto alla Francia nel 2007, al primo, davanti a Regno Unito e Stati Uniti, protagonisti del settore sin dagli anni ‘50.
Per invertire la polarità del mercato mondiale dell’arte da Occidente ad Oriente, la Cina non ha bisogno di ricorrere ad artifici come le cifre ipotetiche delle gallerie d’arte (mercato privato piuttosto oscuro rispetto a quello pubblico delle aste) o dei mobili e oggetti dell’arte tradizionale cinese (le cui quotazioni sono netto in aumento in tutto il mondo). A partire dagli anni ’50, la classifica di riferimento per il mercato dell’arte è quella della Fine Art nelle vendite pubbliche (pittura, allestimenti, scultura, disegno, fotografia, stampa).
Il prodotto delle vendite all’asta mondiali per il 2010, proviene per il 33% dalla Cina, per il 30% dagli Stati Uniti, per il 19% dal Regno Unito e per il 5% dalla Francia.
La classifica degli artisti mondiali del 2010 (Top 10 Artprice delle vendite annuali per prodotto) premia quattro artisti cinesi (contro uno solo del 2009) con un biglietto d’ingresso minimo di 112 milioni di dollari. Daqian ZHANG è secondo davanti a Andy WARHOL e al suo compatriota Baishi QI, Beihong XU occupa l’ottava posizione, con vendite pari a 176 milioni di dollari, e Baoshi FU la nona. La giovane generazione di artisti cinesi si impone con ancora più forza rispetto a quella precedente: ha preso d’assalto oltre la metà delle posizioni della Top 10 degli artisti contemporanei del 2010 ed è rappresentata meglio degli americani (tre americani – Jean-Michel BASQUIAT, Jeff KOONS, e Richard PRINCE – contro sei cinesi – Christopher WOOL, Fanzhi ZENG, Yifei CHEN, Yidong WANG, Xiaogang ZHANG e Ye LIU)*.
Il ritmo del mercato è ormai dettato da Pechino, Hong Kong e Shanghai, le nuove zone di crescita del mercato mondiale dove lavorano Sotheby’s (2 % delle vendite realizzate a Hong Kong), Christie’s (2,5 % à Hongkong), Poly International (7,4 %), China Guardian (5,32 %), Beiing Council (2,07 %), Hanhai Art Auction a Pechino (2,74 %).
Non solo la potenza economica della Cina, la seconda al mondo nel 2010, ha avuto un effetto di leva sull’economia dell’arte e sulla sua influenza culturale, ma l’arte in Cina gode anche del sostegno del governo e dei collezionisti locali, spinti da uno spirito patriottico e pronti ad investire. La Cina ha capito il potere dell’arte nella storia delle nazioni e sono previsti nuovi record nelle aste per le opere d’arte cinesi : il numero dei miliardari cinesi dovrebbe aumentare del 20 % circa all’anno fino al 2014 contro il 5,6 % per il resto del pianeta.
*Estratti dal rapporto sul mercato dell’arte Artprice 2010 scaricabile gratuitamente dal 5 aprile dal sitowww.artprice.com in inglese, francese, cinese, tedesco, italiano e spagnolo.

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RIPRESA DEL MERCATO GLOBALE DELL’ARTE
LA CINA SI PIAZZA AL SECONDO POSTO SORPASSANDO IL REGNO UNITO
[marzo 2011, fonte: Tefaf]
Il mercato globale dell’arte e dell’antiquariato ha avuto nel 2010 una notevole ripresa guidata dall’importante performance degli Stati Uniti e dall’enorme crescita della Cina che ha sorpassato il Regno Unito, piazzandosi al secondo posto. L’incremento del 52% messo a confronto con i livelli più bassi del mercato toccati nel 2009 e il cambiamento sismico nella distribuzione geografica, sono alcuni degli aspetti rivelati dal Global Art Market 2010: Crisi e Ripresa. Questo nuovo rapporto è stato commissionato da The European Fine Art Foundation, la fondazione che organizza The European Fine Art Fair (TEFAF) la fiera d’arte e antiquariato che si è tenuta nella città olandese di Maastricht dal 18 al  27 marzo 2011, negli spazi del MECC (Maastricht Exhibition and Congress Centre).
Il rapporto mette anche in evidenza che, se l’anno prossimo la tassazione sull’arte attualmente in vigore nell’Unione Europea verrà estesa al Regno Unito, Irlanda, Olanda e Austria, si rischia di aggravare ulteriormente il già debole mercato dell’arte e antiquariato europeo, incoraggiando gli operatori a mettere in vendita le loro opere altrove. La ricerca, basata su dati forniti da mercanti, case d’asta, collezionisti e altre fonti, è stata realizzata da Dr Clare McAndrew, economista culturale, specializzata nel mercato dell’arte decorativa e fondatrice di Arts Economics.
“Il periodo tra il 2008 e il 2010 è stato caratterizzato dalla crisi e dalla ripresa del mercato dell’arte e antiquariato” rivela il rapporto. “Nel 2009 la spesa per i beni di lusso ha subito una notevole contrazione in molti paesi, tuttavia i primi segni di ripresa economica percepiti nel 2010 hanno rassicurato i consumatori, in particolare quelli cinesi che hanno guidato la crescita in molti settori dei beni di lussso”.
“Dopo la contrazione nella seconda parte del 2009, peggiore di quanto previsto, il calo del mercato globale dell’arte si è attestato sul 33% rispetto al valori del 2008, pari a un totale di €28.3 miliardi. Questa decrescita rappresenta una contrazione del 41% rispetto ai massimi livellli raggiunti nel 2007, una delle più importanti recessioni nel mercato dell’arte dopo quella avvenuta all’inizio degli anni ’90”.
“Nel 2010 ci sono stati significativi segni di ripresa, particolarmente in Cina e negli Stati Uniti, e il mercato globale nel suo insieme ha registrato un incremento del 52% pari a €43 miliardi. Nel 2010 il volume di transazioni ha avuto una crescita più moderata (circa il 13% anno su anno), sebbene si sia registrato un incremento in valore dovuto all’aumento delle opere di grande pregio vendute.”
Elementi chiave nel rapporto includono:
● In anni recenti lo sviluppo più significativo è dovuto alla fenomenale crescita del mercato dell’arte in Cina, che dal 2009 è quasi raddoppiato in valore.
●  Nel 2010 la Cina è diventata il secondo mercato più importante con una quota globale pari al 23%, superando per la prima volta il Regno Unito. Nel 2010 le vendite all’asta in Cina hanno totalizzato circa €6 miliardi.
● Gli Stati Uniti continuano a dominare il mercato internazionale d’arte e antiquariato con una quota pari al 34%.
●  Nel 2010 la quota complessiva del mercato globale all’interno dell’Unione Europea si è attestata al 37%, facendo registrare un calo del 16%  rispetto al suo picco più alto nel 2003.
●  Il Regno Unito rimane il più importante mercato dell’arte in Europa, con il 59% del totale dell’Unione Europea, ma nel 2010 la sua quota globale si è attestata al 22%, con un calo dal 2006 del 5%. La Francia è il secondo mercato in Europa con il 16% delle vendite nell’Unione Europea e il 6% del totale mondiale.
● Il numero degli individui High Net Worth nella regione Asia-Pacifico per la prima volta nella storia uguaglia quello dell’ Europa e dispongono di maggiore ricchezza.
● Dopo il crollo delle vendite nel 2009 precipitate del 66%, il mercato dell’arte contemporanea ha avuto una ripresa. Tale ripresa è stata “significativamente più alta” negli Stati Uniti e in Cina che in Europa.
● I dealers hanno generato il 51% delle vendite all’interno del mercato globale dell’arte, mentre le case d’asta hanno registrato il 49%. Una media del 30% del business dei mercanti avviene durante le fiere d’arte. La tradizionale galleria d’arte che si affaccia sulla strada, è in declino.
Il Global Art Market 2010: Crisi e Ripresa, esamina anche il progetto europeo di estendere a tutti gli Stati membri, entro il 2012, l’imposta sulla rivendita di opere di artisti morti entro i 70 anni dalla data della vendita. Al momento il Regno Unito, l’Irlanda, l’Olanda, l’Austria e Malta, che non avevano mai applicato l’imposta, ne sono esenti. In tutta l’Unione Europea l’imposta viene già applicata per artisti viventi, ma la richiesta di opere di artisti recentemente scomparsi è molto più ampia. I più importanti mercati extra-europei, in particolare gli Stati Uniti e la Cina, non hanno in progetto di introdurre tale tassa.
Il rapporto prende anche in considerazione i costi legati all’invio di opere destinate alla vendita in mercati extra europei, al fine di evitare la tassazione. Mette anche  in evidenza come sia più vantaggioso inviare a New York un’opera da mettere in vendita a partire da €40.000 in su. I proprietari extra europei di opere che attualmente vengono commercializzate in paesi esonoerati, molto facilmente sceglieranno di vendere altrove le proprie opere. Il rapporto conclude auspicando un accordo globale sulla tassazione, perché in caso contrario si  “rischia di causare un ulteriore declino della competitività nell’Unione Europea e dei mercati al suo interno” minacciando l’occupazione nel settore del mercato dell’arte, delle industrie ad esso correlate e del turismo culturale.

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