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ARGENTI, ICONE, GIOIELLI E PORCELLANE. UNA COLLEZIONE DI CERAMICHE ARTISTICHE

Lotto 890

WANNENES. Genova, 17 maggio 2011

 

L’asta 85 del 17 maggio 2011 dedicata ad argenti e icone, gioielli, maioliche e porcellane dalla collezione Tissi e una inedita collezione di ceramiche decorative di Doccia comprendente un nucleo di opere di Urbano Lucchesi si è chiusa con il 50,33% di venduto per un totale di756.401 euro. 

Il catalogo dell’asta contava più di 200 lotti di ceramiche e porcellane, di cui un gruppo organico di oltre 120 pezzi che costituisce la più grande collezione messa in asta in Italia di ceramiche artistiche di Doccia: una produzione iniziata nella fabbrica Ginori intorno alla metà dell’Ottocento e ispirata spesso alle maioliche cinquecentesche e destinata alla vetrina delle grandi Esposizioni Universali, che subito fu oggetto di avido collezionismo. Un collezionismo mai sopito tanto è vero che i lotti hanno riscosso grande successo e raggiunto delle ottime cifre come i 1.722 Euro utili ad aggiudicarsi una fontana (lotto 890) di poco meno di cinquanta centimetri eseguita intorno al 1890. Sempre a 1.722 Euro è stato battuto un grande candelabro in maiolica bianca e blu a forma di schiavo turco (lotto 898), mentre una vasca porta fiori modellata in coppia di putti con capro e gerla (lotto 891) è andata fino a 1.599 Euro. Ma non solo plastiche, anche i pezzi di forma come la guarnitura da camino (lotto 793) aggiudicata a 1.845 Euro sono stati oggetto d’interesse, sottolineiamo quindi i 1.599 Euro con cui è stato aggiudicato un vaso in maiolica policroma (lotto 787) o i 1.722 di una coppia di vasi (lotto 788) a uovo decorati uno a grottesche e l’altro con Adone e Venere sullo sfondo di un paesaggio. Tra i top lot anche un centrotavola (lotto 836) di forma trilobata, decorato con un mascherone e prese con corpo di serpenti e teste a mascherone, che ha raggiunto 1.414,50 Euro.
Lotto 890

Wannenes Art Auctions con soddisfazione comunica, confortata dalle parole della curatrice del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia dottoressa Oliva Rucellai, che la casa d’aste si è resa disponibile quale tramite per una trattativa privata tra la proprietà e il Museo affinché quest’ultimo potesse acquisire 16 opere comprese tra quelle che le erano state affidate per la vendita “… per documentare più compiutamente nel Museo aspetti della sua produzione non presenti nella raccolta…”. Proprio le parole della dottoressa Rucellai lasciano capire che la scelta è stata rivolta agli oggetti che meglio si integravano con la collezione storica del Museo senza inficiare la validità e la completezza degli oggetti presenti in asta. L’acquisizione da parte del Museo, se possibile, conferma ulteriormente l’importanza e la validità delle opere battute e mandando un input più che significativo proprio a questo ambito collezionistico. Il catalogo che oltre alla dettagliata descrizione dei lotti si avvale di testi critici diventerà, negli anni a venire uno strumento di lavoro insostituibile per chi vorrà occuparsi de questo argomento.
Nella stessa tornata è stata battuta anche la collezione Guido Tissi, risultato di una passione tramandata di generazione in generazione che ha portato a una selezione di maioliche, porcellane orientali e europee di grande gusto e pregio. Tra queste spiccano per l’eleganza che ha contraddistinto l’intera produzione della manifattura veneziana di Cozzi alcuni dei top lot: una coppia di tazzine con piattino (lotto 953) decorate a mazzetti fioriti e il tipico bordo a squame verdi, aggiudicata per 4.674 Euro; tre tazze con piattino (lotto 943) basse decorate con l’inconfondibile motivo a “rama rossa”, e una teiera (lotto 942) con motivo a “rama Chinese” in malva e oro su fondo bianco, battuta a 2.337 Euro. Bene anche la casseruola di Maissen in bianco e oro (lotto 910), che si differenzia solo nel decoro da una appartenuta alle collezioni gran ducali di Parma e oggi conservata a Palazzo Pitti, battuta a 984 euro.

La sezione dedicata agli argenti ha fatto registrare dei buoni risultati specialmente per gli oggetti da collezione, imprinting che ne fa soggetti dell’interesse internazionale. Non a caso i due top lot sono stati due tankard andati uno a un collezionista italiano l’altro a uno straniero. In particolare il tankard in avorio decorato a basso rilievo con scene di “baccanti” e due puttini a tutto tondo in cimasa, con montatura in metallo (lotto 691), eseguito in Germania nel XIX secolo, è stato aggiudicato a 15.990 Euro.
L’altro tankard, interamente in avorio e di grandi dimensioni, decorato con baccanali in rilievo e presa con baccanale a tutto tondo (lotto 692), Germania XVIII-XIX, ha raggiunto i 25.830 Euro. Interessanti anche i 8.364 Euro raggiunti da una lucerna genovese (lotto 711) del 1830 circa, probabilmente dell’orafo Roberto Caorsi.
La prima vendita Wannenes Art Auctions di icone dello scorso dicembre registrò il 100% di venduto, questa del 17 maggio conferma dell’interesse che il mercato e il mondo collezionistico internazionale rivolge al settore, apprezzando le opere selezionate che la casa d’aste genovese propone ormai con consuetudine. Questa catalogo annoverava oltre alle icone russe riferibili a diverse scuole iconografiche anche un piccolo nucleo di icone greche, che nella sua diversificazione era rappresentativo del livello artistico raggiunto. Queste ultime, meno conosciute dal grande pubblico e ancora molto rare sul mercato italiano, sono al contrario oggetto dell’interesse collezionistico. Lo dimostra l’aggiudicazione per 3.690 Euro di una tempera su tavola raffigurante “Santi scelti” (lotto 779) del XVII secolo. L’interesse internazionale ha mosso le battute e uno dei top lot, “Sophia Sapienza Divina” (lotto 740), icona russa del XIX con riza in argento (1853) è stato aggiudicato a un collezionista americano per 4.674 Euro. Medesima cifra, 4.674 Euro per “Dormizione della Vergine” (lotto 748) eseguita in Russia nel XIX secolo, mentre è russa ma del XVII l’icona raffigurante “Deesis con santi” (lotto 775) aggiudicata 4.920 Euro.
Per concludere i gioielli. Su tutti brillano i diamanti sfusi che rinnovano il successo della vendita del novembre 2010 in cui si era registrato il record italiano di vendita in asta. Il 17 maggio è stato aggiudicato per 49.200 euro un diamante sciolto (lotto 1109) a taglio smeraldo di 4.23 carati e, sempre a taglio smeraldo, un diamante di 3.97 carati (lotto 1111) che ha raggiunto i 46.740 Euro. Diamante anche per il top lot: un anello (lotto 1107) a fascia in platino con diamante taglio brillante di 7.18 carati con certificato I.G.L. che è stato battuto a 78.720 Euro. E ancora diamanti per un altro lotto molto combattuto, un bracciale (lotto 1110) in platino del 1950 realizzato da un susseguirsi di diamanti taglio smeraldo del peso stimato a 18.25 carati, che è stato aggiudicato a 41.820 Euro. Anche quest’asta ha evidenziato l’interesse per i gioielli di fine Otto e primi Novecento, come per tutta la bella produzione degli anni cinquanta dagli anelli alle spille ai bracciali solitamente in oro giallo. altrettanto vivo l’occhio sui pezzi firmati da Cartier, come dimostra la vendita di un anello (lotto 1156) bicolore con smeraldo rettangolare di 4.40 carati venduto a 25.830 euro, a Bulgari, maison della quale è stata battuta per 13.530 Euro la parure “Sassi” formata da collana e orecchini in oro acquamarina, cristalli di rocca e diamanti.

WANNENES ART AUCTIONS

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