In “Augustian Melody”, il lavoro realizzato da Chiara Guidi e Scott Gibbons, il compositore che lavora con la Raffaello Sanzio, e con un gruppo di giovani attori, appare imprescindibile il valore della musica. La performance è un momento di espressione simbolica: gli attori siedono attorno a un tavolo pieno di stracci, e cuciono ciascuno brandelli di stoffa. Insieme alla musica e ai suoni che accompagnano l’azione performativa, i movimenti di cucito-costruzione si trasformano in una progressiva perdita di identità e sicurezza: i suoni diventano più forti, e il cucire si trasforma in distruggere. Per poi raggiungere un punto massimo e ritornare alla lenta ricostruzione-cucitura.
Come nasce “Augustian Melody”?
Nasce dal laboratorio che abbiamo condotto qui a Performazioni. Siamo partiti dal suono: avevamo una partitura scritta che mettevamo in discussione nell’eseguirla. Dall’esecuzione sono nate le varie declinazioni musicali a cui poi associavamo delle immagini e quindi dei movimenti. Le immagini sono astrazioni del suono. La voce è materia sonora.
Cos’è la performance per voi?
Interazione di elementi diversi. Declinazione i vari spunti. E’ varietà. La varietà genera un linguaggio. Anzi, è un linguaggio in se stessa, crea un mondo, uno spirito.
E’ un genere artistico ormai chiaramente definito?
Se il problema della Performance è la riconoscibilità di un genere, allora la questione è molto varia e ampia. E’ difficile da collocare proprio per la varietà che la costituisce. La performance non parte solo da un punto, ne considera vari insieme: è un’immagine che si esegue. Non ci sono solo gli occhi, la vista, c’è il senso. E la performance esprime il senso attraverso tutto ciò che vuole utilizzare per creare un’immagine.
E questa sua varietà, il suo essere multiforme, non crea problemi di comprensione per il pubblico in ciò che l’artista vuole esprimere?
La comprensione della performance consiste nella manifestazione stessa dell’evento e nella partecipazione ad esso. Basta esserci. Non bisogna andare a cercare sensi ulteriori oltre a ciò che l’artista riesce a trasmettere e il singolo riceve alla presenza durante il momento in cui la performance accade. Non è un problema dell’artista quello di far capire in modo chiaro che cosa stia facendo, il senso della performance è partecipare, esserci, non capirla.
Festival Performazioni
Maga – Museo Arte Gallarate, via De Magri 1, Gallarate (Va)
Teatro Condominio Vittorio Gassman, via Sironi 5, Gallarate (Va)
Scavi Archeologici delle Terme Romane- ingresso Autosilo Valduce, viale Lecco, Como
Supsi, Campus Trevano, Canobbio (CH)
Teatro San Materno- via Losone 3, Ascona (CH)