Man Ray, La robe noire, 1930, fotografia, new print del 1980, 30 x 24 cm, courtesy Fondazione Marconi, Milano
Man Ray, La robe noire, 1930, fotografia, new print del 1980, 30 x 24 cm, courtesy Fondazione Marconi, Milano
Oggi a radunare non solo più di cento opere d’arte moderna e contemporanea dei maggiori pittori, scultori, fotografi, performer, oggetti di design e stampe dal 1800 ai giorni nostri (più due modelli anatomici del 1700), ma anche a permettere l’occasione di realizzare una vera e propria ricerca a tema sull’arte nel lungo periodo compreso tra il XIX secolo e il XXI, è un marchio inglese di creme di bellezza. Un fenomeno di mecenatismo, o meglio quasi una “mostra-sponsor” visto che il tema della ricerca (e quindi della mostra) è strettamente aderente all’azienda e al suo prodotto. Si tratta di “Pelle di donna- Identità e bellezza tra arte e scienza”, dal 24 gennaio al 19 febbraio in Triennale a Milano, esposizione voluta infatti da Boots Laboratories, marchio inglese che dal 1800 si occupa di cosmetica. Conoscendo il titolo della mostra e il prodotto dell’industria inglese, non sarà difficile intuire qual è il tema che ha guidato i due curatori Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, ovvero la Fondazione Antonio Mazzotta, nella scelta delle opere da esporre: la pelle della donna, la cui cura e bellezza viene considerata di rilevanza fondamentale soprattutto a partire dal 1800. “E’ da quel momento che si inizia seriamente a guardare al connubio ‘salute-bellezza della pelle’ –dice Martina-. E’ anche da allora, infatti, che, al contrario, si rappresenta la pelle degenerata, in stato di malattia, per rilevare determinati aspetti negativi”. Una mostra che è stata definita “transdisciplinare”, un percorso che va da Rotella, a Man Ray, Balla, Manzoni, fino al manifesto Futurista del “Tattilismo”, Andy Warhol, Giuliana Cuneaz, Vanessa Beecroft, o una sezione dedicata specificatamente al tatuaggio e al tema della “metamorfosi di pelle di donna”, in cui si trova un’istallazione luminosa che presenta la trasformazione dell’immagine di una donna truccata e acconciata secondo la moda del tempo (dagli anni Veni al Duemila). L’istituto dei Ciechi di Milano e il Museo Tattile Anteros di Bologna hanno fornito oggetti in tema con l’aspetto del “tatto”, e quindi della bellezza della pelle da considerare non solo visivamente. Gillo Dorfles nella prefazione al catalogo rileva che forse “non si sia ben coscienti di quanto la pelle determini la nostra appartenenza di fronte al prossimo”. Sarebbe a dire che la pelle è fondamentale per tutto l’essere umano in quanto quasi un nostro biglietto da visita, qualcosa che immediatamente di noi mostriamo e da cui si recepiscono informazioni. Aldilà di queste considerazioni che cercano di dare un tono di effettiva rilevanza scientifica al tema della mostra, sarebbe forse più coerente limitarsi a dire che il marchio inglese ha fornito l’occasione vedere a Milano un buon numero di opere dal reale interesse artistico. Sono previste anche attività di approfondimento scientifico-medico sulla pelle.
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informazioni utili:
“Pelle di donna- Identità e bellezza tra arte e scienza”
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