DALLA RUSSIA CON AMORE…
ottocentesco!
Dall’11 febbraio al 9 aprile 2012, Castello Visconteo – Pavia
Reduci dal successo della campagna di Russia all’Ermitage di San Pietroburgo tornano in madrepatria gli eroi capolavori del nostro Ottocento: “La pittura italiana del XIX secolo. Dal Neoclassicismo al Simbolismo” ospitata fino al 9 aprile nella cornice incantata e innevata del Castello Visconteo di Pavia, già sede prestigiosa di importanti raccolte ottocentesche – Musei Civici, Collezione Morone, Quadreria dell’Ottocento, Museo del Risorgimento. Non a caso 33 opere su 75, cioè quasi la metà, provengono dal patrimonio comunale volutamente a dar risalto alla ricchezza culturale dell’antica capitale longobarda.
500.000 visitatori per i 2 mesi d’inverno russo all’insegna dell’orgoglio italiano e soprattutto pavese (o longobardo) come rimarca più volte il leghista Assessore alla Cultura Centinaio con una presentazione a dir poco campanilistica.
“I russi preferivano i quadri più sensuali e provocanti dove comparivano donnine procaci” spiega Susanna Zatti, curatrice della mostra, davanti ad una delle più belle opere in mostra “Il bagno pompeiano” del napoletano Domenico Morelli proveniente dalla Fondazione Balzan di Milano, purtroppo uno dei pochi artisti meridionali esposti, son solo quattro e se ne sente la mancanza.
L’esposizione comunque nel complesso è buona, 75 opere con esempi eccellenti per testimoniare la ricchezza e la varietà delle formule artistiche, dei generi e delle iconografie dell’arte figurativa italiana del XIX secolo.
Suddivisa in sezioni tematiche – paesaggi, ritratti, scene di genere, rievocazioni storiche e allegoriche – si propone una panoramica completa degli stili di un secolo: il nitore neoclassico, il pathos romantico, la forza del colore macchiaiolo, il sensualismo dei decadenti, il mistero simbolista.
Continua Susanna Zatti: “al pubblico russo interessava conoscere le vedute naturalistiche e gli angoli delle città che descrivono le meraviglie del Bel Paese”, così si può ammirare uno scorcio di Venezia di Ippolito Caffi o la Piazza del Duomo di Milano ancora stretta dal coperto dei Figini di Angelo Inganni e tutta una serie di vari paesaggi del “giardino d’Europa” come fu riconosciuta la nostra penisola dai viaggiatori stranieri del Grand Tour.
Dati i limitati spazi espositivi del Castello la mostra è iperconcentrata, un’opera via l’altra, stonando a dir poco con l’allestimento imperiale promosso nei mesi scorsi nella Sala degli Stemmi dell’Ermitage. Fortunatamente però grazie all’esportazione della mostra in Russia, il Museo pietroburghese ha finalmente cominciato – non è mai troppo tardi – la catalogazione delle opere del nostro Ottocento presenti nella collezione permanente.
“Quale immagine dell’Italia ottocentesca, dunque, emerge dalla rassegna delle opere presenti in mostra?” si chiede la curatrice nel suo saggio in catalogo (edizione bilingue italiano/russo – Skira).
L’algida e ideale bellezza neoclassica delle figure mitologiche di Landi e delle Grazie di Appiani.
Le sgraziate e prorompenti nudità di Carlotta Chabert ritratta da Hayez come Venere dalle grandi natiche alle prese con due colombe.
Lo sfumato erotismo di tradizione cinquecentesca del Piccio, così chiamato perchè di piccola statura.
Ancora e sempre il campione romantico Hayez dell’Accusa segreta – sublime manifesto della mostra – in coppia idealmente con la Signora di Monza di Molteni, donne splendide e tormentate.
L’Orientalismo ovvero il richiamo all’esotico e alla voluttà di maestri come Morelli con il già citato Bagno pompeiano.
La “macchia” dei pittori del Caffè Michelangelo di Firenze.
Un inedito e dinamico Favretto fuori dai suoi schemi di genere.
La scapigliatura, la “pittura urbana”, gli Italiani a Parigi, le vedute naturalistiche e gli “idilli” en plein air di Palizzi con la sua Fanciulla sospesa tra cielo e mare.
La stagione divisionista con le mondine di Morbelli e la Tristesse simbolista di Zanetti unica opera ad esser già esposta a San Pietroburgo nel 1903 che vorrebbe rappresentare una triste Venezia quando invece si tratta di Chioggia.
Chiosa finale il meraviglioso trittico di Kienerk L’enigma umano tra Dolore, Silenzio e Piacere… e ormai è il 1900.
INFORMAZIONI UTILI
La Pittura Italiana del XIX secolo. Dal Neoclassicismo al Simbolismo
Dall’11 febbraio al 9 aprile 2012
Pavia, Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
Orari
Dal martedì al venerdì: 10-13; 15-18
Sabato, domenica e festivi: 10-19
Chiuso: lunedì
Biglietti
Intero: € 9
Ridotto: € 7,50
Ridotto scuole e bambini: € 3,50
Informazioni e prenotazioni
Tel. 0382 33853 – 0382 304816
Catalogo bilingue italiano/russo Skira
Luca Zuccala