Explosions
of life and death
of life and death
La vita e la morte. La caducità dell’esistenza umana. La fragilità dell’individuo e di tutto ciò che lo circonda. Questi sono i temi che appassionano Ori Gersht e che scaturiscono dalle sue opere, in mostra alla Brand New Gallery fino al 4 Aprile 2012. Foto digitali che rappresentano vasi di fiori di infinita bellezza che esplodono con fragore. Immagini toccanti che fanno riflettere, che celano diversi significati tra un petalo e un ramoscello che cadono a terra senza difese. A rallentatore. Perché la vita è qui e ora e tutto può cambiare in un istante. Lo stesso Gersht ci ha detto -durante l’inaugurazione- che quello che a lui interessa, attraverso le nuove tecnologie, è di cercare di far cogliere all’osservatore come è concepita la realtà di oggi. Questi lavori digitali sono intrisi di significato e rimandano alle nature morte dei secoli passati. Il nuovo e l’antico in un connubio perfetto di creazione e distruzione. Di avvicinamento e di allontanamento da quello che è stato, è e diventerà. La dinamicità che trapela dalle sue immagini ci svela il passaggio dalla staticità all’animato che sfocia in un gesto di violenza. Violenta come spesso soltanto la vita sa essere. Devastazione che conduce dalla vita alla morte. Una fine senza più ritorno. La fotografia, secondo Gersht, permette di immortalare un momento, un istante che dopo un attimo diventa già passato.
Davvero di grande impatto l’opera “Big Bang”, un video digitale in HD di quattro minuti e trenta tre secondi, che pone l’osservatore dinnanzi la bellezza di un vaso di fiori all’interno di una cornice che emana un suono penetrante, quasi fastidioso e a tratti inquietante. Il fragore dell’attesa, che in pochi minuti condurrà all’esplosione del vaso stesso, in un turbine di fiori, petali e ramoscelli che sembrano quasi uscire dallo schermo, a rallentatore, per poi andare a posarsi ai piedi di chi guarda. Una deflagrazione assordante. Un impatto che avviene di sorpresa, inaspettato e che coglie lo spettatore impreparato. Come dinnanzi all’incontro con la morte.
Davvero di grande impatto l’opera “Big Bang”, un video digitale in HD di quattro minuti e trenta tre secondi, che pone l’osservatore dinnanzi la bellezza di un vaso di fiori all’interno di una cornice che emana un suono penetrante, quasi fastidioso e a tratti inquietante. Il fragore dell’attesa, che in pochi minuti condurrà all’esplosione del vaso stesso, in un turbine di fiori, petali e ramoscelli che sembrano quasi uscire dallo schermo, a rallentatore, per poi andare a posarsi ai piedi di chi guarda. Una deflagrazione assordante. Un impatto che avviene di sorpresa, inaspettato e che coglie lo spettatore impreparato. Come dinnanzi all’incontro con la morte.
Interessante anche la serie di opere “Chasing good fortune”, realizzate dall’artista in Giappone durante i mesi di fioritura dei ciliegi. Fotografie che ritraggono nuovamente fiori, petali, ma che questa volta non esplodono. Essi nascondono un segreto. L’apparenza inganna, perché dentro questi boccioli scorre infatti il veleno delle radiazioni. Elementi della natura semplicemente ammalianti, ma che hanno le radici affondate in un terreno contaminato per sempre. La caduta dei petali in questo caso, ci dice Gersht, sono il simbolo dei soldati kamikaze partiti per la seconda guerra mondiale e che non hanno fatto mai ritorno. Queste foto sono un modo per celebrarli.
Abbiamo chiesto a Gersht come mai, essendo nato in Israele (oggi vive e lavora a Londra) egli abbia sentito la necessità di recarsi fino in Giappone per fotografare e cogliere la bellezza celata dietro la violenza e la guerra, quando poteva benissimo trovarle a casa sua. Egli ci ha risposto che in passato ha dato vita a dei lavori anche nel suo paese, un posto che critica molto e con il quale ha un rapporto conflittuale e dove non ama tornare. Luoghi che gli sono serviti come ispirazione, indubbiamente, ma a parer suo, in Giappone, egli sembra aver trovato un qualcosa di superiore, di più vicino all’universale e allo spirituale. “La maggior parte delle mie foto riguardano l’impossibilità di immortalare un momento, perché tutto è inesorabilmente fragile e di passaggio. Ogni cosa può sembrare solida e stabile, in ogni paese, in Israele, anche qui in Italia, ma un attimo dopo può cambiare tutto e questa stabilità e sicurezza può spezzarsi in un istante, sempre e dovunque.”
Ori Gersht è un uomo sensibile, attento. Capace di cogliere ogni sfumatura della vita, con la dote innata di saper poi comunicare ed esprimere quello che vede e che sente attorno a lui in una maniera unica, elegante, penetrante. Come soltanto un vero artista sa fare.
Ori Gersht è un uomo sensibile, attento. Capace di cogliere ogni sfumatura della vita, con la dote innata di saper poi comunicare ed esprimere quello che vede e che sente attorno a lui in una maniera unica, elegante, penetrante. Come soltanto un vero artista sa fare.
Da segnalare anche la mostra concomitante di Alexander Tovborg, artista danese che con le sue opere dai colori accesi ci ha accompagnato lungo un viaggio composto di figure e astrazioni, facendoci attraversare e riflettere su concetti profondi come la religione e la spiritualità, intrisi di contemporaneità e di argomenti agli antipodi come la sessualità.
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informazioni utili:
Ori Gersht 1 marzo – 4 aprile 2012
Brand New Gallery via Farini 32, 20159
Milano t. +39.02.89.05.30.83 da martedì a
sabato 11.00-13.00; 14.30-19.00
Catalogo pubblicato da Brand New Gallery