Grandi cambiamenti in vista per i 15mila mq che dal 2004 costituiscono l’Hangar Bicocca a Milano, lo spazio interamente dedicato alla produzione, esposizione e divulgazione dell’arte contemporanea, ottenuto dalla riconversione di un vasto stabilimento industriale appartenuto all’Azienda Breda e poi al Gruppo Ansaldo. Anzitutto si attende, dall’autunno 2013 fino, per ora, al 2016, la nuova direzione artistica di Vincente Todolì, lo spagnolo già direttore artistico dell’IVAM (Istituto Valenciano de Arte Moderno), dal 1996 al 2003 direttore del Museu Serralves di Porto e dal 2003 al 2010 direttore della Tate Modern di Londra. Aspettando l’autunno 2013 il Museo ha avviato una politica di gestione indirizzata a una maggiore apertura verso la città e le persone: è già iniziata l’apertura gratuita dello spazio stesso e l’accesso a tutte le attività che organizza (visita guidata, accesso agli spazi per i bambini, conferenze, rassegne e altro ancora). Inoltre lo spazio espositivo è reso più fruibile e modulare, esiste un’area interamente dedicata ai bambini (HB Kids Room), ed è stata ideata una “parete multimediale” di 9 metri, un ”Info wall”, che attraverso strumenti digitali scaricabili anche sui propri smartphone e grazie alla connessione Wi-Fi gratuita, informa il pubblico sulle attività e le mostre dell’Hangar Bicocca. Queste ed altre iniziative vogliono rendere l’Hangar un luogo di stimolo e interesse, di dialogo e apertura per tutta Milano. Abbiamo parlato di queste novità con Andrea Lissoni (Milano, 1970), storico, ricercatore e curatore all’Hangar che, insieme a Chiara Bertola ha seguito le due mostre che hanno inaugurato l’11 aprile:“Shadow Play” di Hans Peter Feldmann, un’installazione costituita da un tavolo di 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui sono montate varie figure, giocattoli elettrodomestici, e che proiettano la propria ombra su un telo bianco alle spalle di questi (fino al 10 giugno), e un’intera retrospettiva sul lavoro di Yervant Gianikan e Angela Ricci Lucchi, che prevede tre installazioni video di cui una è costituita anche da acquerelli realizzati dagli anni ’90 ad oggi.
Come cambierà la programmazione delle mostre con Todolì? Un curatore spagnolo si inserisce bene e facilmente nel clima artistico milanese?
Todolì arriverà nel 2013, inizieremo a parlare con lui della sua gestione dell’Hangar, credo, a partire dall’autunno 2012. Quindi per ora non posso sapere in che modo potrebbe cambiare questo spazio. Essendo stato già direttore della Tate, tra le sue altre direzioni, credo che non avrà alcun problema ad inserirsi qui, a Milano. Intanto la notizia importante è la certezza che fino al 2016 questo spazio avrà un’unica gestione, cosa che credo certamente sarà un bene.
Tante le novità che ringiovaniscono e spingono l’Hangar verso una maggiore apertura alla città di Milano e non solo. Come siete arrivati ad apportare queste esigenze? è proprio cambiato il concetto di museo, galleria, spazio espositivo ormai? e come?
No, bè, la programmazione continuerà come prima, con grande attenzione agli artisti contemporanei internazionali. Sono gli spazi ad essere più accessibili, aperti. La cosa è uno stimolo per noi, ci spinge ad essere più rigorosi, precisi, attivi ancora.
E la lontananza dal centro? alcuni lamentano il difficile raggiungimento dell’Hangar.
Pisapia ha detto che vorrebbe aumentare i collegamenti, e gli saremo grati. In realtà, però, ieri sera (mercoledì 11 aprile) all’inaugurazione, c’erano più di 2500 persone. Quindi non è la lontananza il vero problema: è necessario che la città, anche si apra all’Hangar. Ci vuole un salto: entrare nell’idea che non è vero che è lontano.
Ci sarà un maggiore inserimento in Milano, collaborerete anche col Museo del Novecento?
Sì, sicuramente. Il nostri avvicinamento a Milano comporta anche un’apertura e una maggiore collaborazione con le realtà espositive della città. In autunno con ogni probabilità si terrà una collaborazione col Museo del Novecento.
Una grande attenzione ai giovani e 3.5 milioni di euro investiti da Pirelli sulla Fondazione Hangar Bicocca. Una responsabilità importante e una scommessa. cosa vi spaventa di più e cosa di meno?
Di fatto, ahimè, non ci sono veri ostacoli che ci spaventano tranne uno: questo stereotipo della lontananza dell’Hangar dal centro di Milano.
“Non non non”, una mostra che non è solo una mostra. Mi spieghi bene il progetto e il quaderno critico..
Fa parte integrante di questa strategia di apertura: non c’è più il catalogo in carta, c’è un “Quaderno” online da cui ciascuno può scaricare i materiali più di suo interesse. Una poetica di dialogo, interazione, stimolo in cui l’apporto mediatico gioca un ruolo fondamentale. Ed è anche ecologico.
Come ci si deve avvicinare a questi video? Se l’opera d’arte ferma (quadro, scultura…) permette al fruitore un accostamento individuale a ciò che vede, il film in galleria ti costringe a stare in piedi e a dover “attendere” l’opera, che essa ti mostri se stessa. Vista la maggiore apertura anche a un pubblico giovane e giovanissimo, non è un esperimento troppo ardito?
No, anzi: abbiamo forzato la mano appositamente mettendo insieme acquerelli, installazioni e video di una stessa coppia di artisti. Oggi si può passare con estrema semplicità e coerenza da una tecnica artistica all’all’altra: disegni, installazioni, video in questo caso.
Non pensa che ci sia un po’ troppa differenza tra lo spazio dedicato a Gianikian e Ricci in confronto a Feldman?
No, Feldman è un grande artista che ora ha anche una mostra a Londra. Gianikian e Ricci sono più underground, meno conosciuti in Italia e ci è sembrata un’ottima occasione per metterli in contatto, cosa che infatti è avvenuta.
SCHEDA TECNICA
“Non non non”, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e “Shadow Play”, Hans-Peter Feldman
Milano
12.4-10.6.2012
Hangar Bicocca
A cura di Andrea Lissoni e Chiara Bertola
Orari: giovedì-domenica ore 11-24
Ingresso gratuito
Laboratori per bambini attivi il sabato e la domenica
Tel. 02-66111573