Inquietudine, Irrequietudine e insicurezza. Tredici opere di tredici artisti che rappresentano l’essenza dell’epoca attuale rimandandoci immagini di frantumazione del reale che vanno dalla ribellione alla lotta sociale. Il titolo della mostra è la chiave di lettura e punto di partenza del percorso espositivo e interpretativo; lo spettatore si trova di fronte ad un insieme di esperienze artistiche contemporanee diverse che rivelano le Turbolenze interiori ed esteriori che affliggono la società moderna.
Gli artisti, provenienti da vari paesi (Austria, Brasile, Giappone, Italia, Russia, USA), con background culturali e caratteristiche stilistiche eterogenee, propongono la loro interpretazione della realtà, denunciando i problemi e le difficoltà riscontrati nell’epoca contemporanea. Ci si trova così davanti ad un composito repertorio di rappresentazioni fuori dagli schemi, tutte accomunate da un generale senso di insoddisfazione. Le opere in mostra sono estremamente provocatorie e suscitano un forte impatto emotivo che obbliga lo spettatore a guardare il mondo con occhi diversi.
Le inquietudini, filtrate dalla soggettività di ciascun artista, sono esternate attraverso l’utilizzo di diversi media; Valie Export, nota esponente dell’arte femminista, utilizza la fotografia per contestare il ruolo della donna nella società patriarcale e affermare la propria volontà di essere artefice di se stessa. L’artista condanna l’utilizzo del corpo femminile come oggetto e ribalta così questa concezione trasformando la sua immagine in un marchio originale di un pacchetto di sigarette. Lo stesso tema viene riproposto da Elena Berriolo che ritrae ed esibisce il suo corpo nudo su una tenda, alludendo ad una familiarità benevola ma svelando allo stesso tempo una trappola voyeuristica.
Attraverso il manifesto strappato e ricostruito, Lucia Marcucci denuncia fenomeni della società contemporanea, manipolando il linguaggio dell’informazione e inserendo nelle sue opere contenuti politici e sociali. Con le sue One Minute Sculptures, Erwin Wurm trasforma in scatti fotografici azioni grottesche e le fissa nell’attimo esatto in cui avvengono. L’artista ironizza sul discusso tema del “politically incorrect” e sulla diffusa paranoia e conseguente sospetto verso soggetti con particolari connotati fisici negli Stati Uniti dopo l’attacco terroristico dell’11 Settembre. Flatz si autorappresenta secondo l’iconografia del reduce di guerra denunciando l’ineluttabilità della violenza come parte integrante dell’essere umano.
Con Traumacube, una scultura in acciaio inox che appare soffice, fragile e instabile, Vik Muniz disorienta lo spettatore, minando le certezze e i riferimenti su cui si basano le sue convinzioni.
Un percorso espositivo ben definito che ci guida attraverso le molteplici esperienze sensoriali che spaziano dalle critiche e denunce alla società fino al ruolo della donna, alla violenza e ci restituiscono un’immagine della precaria condizione umana calata nel contesto del mondo contemporaneo.
Le turbolenze non sono svelate ma ci vengono forniti spunti per leggere la realtà in modo non convenzionale. Gli artisti non fanno riferimento a problematiche strettamente personali ma coinvolgono attivamente lo spettatore che è chiamato a comprendere e riflettere sul significato dell’opera posta dinanzi a se. Non vi è un’unica e logica interpretazione; i lavori non sono che un punto di partenza, uno stimolo per innescare un complesso processo di coscienzializzazione e valutazione della nostra epoca, del nostro modo di vivere, di pensare e di agire.
Gli artisti, provenienti da vari paesi (Austria, Brasile, Giappone, Italia, Russia, USA), con background culturali e caratteristiche stilistiche eterogenee, propongono la loro interpretazione della realtà, denunciando i problemi e le difficoltà riscontrati nell’epoca contemporanea. Ci si trova così davanti ad un composito repertorio di rappresentazioni fuori dagli schemi, tutte accomunate da un generale senso di insoddisfazione. Le opere in mostra sono estremamente provocatorie e suscitano un forte impatto emotivo che obbliga lo spettatore a guardare il mondo con occhi diversi.
Le inquietudini, filtrate dalla soggettività di ciascun artista, sono esternate attraverso l’utilizzo di diversi media; Valie Export, nota esponente dell’arte femminista, utilizza la fotografia per contestare il ruolo della donna nella società patriarcale e affermare la propria volontà di essere artefice di se stessa. L’artista condanna l’utilizzo del corpo femminile come oggetto e ribalta così questa concezione trasformando la sua immagine in un marchio originale di un pacchetto di sigarette. Lo stesso tema viene riproposto da Elena Berriolo che ritrae ed esibisce il suo corpo nudo su una tenda, alludendo ad una familiarità benevola ma svelando allo stesso tempo una trappola voyeuristica.
Attraverso il manifesto strappato e ricostruito, Lucia Marcucci denuncia fenomeni della società contemporanea, manipolando il linguaggio dell’informazione e inserendo nelle sue opere contenuti politici e sociali. Con le sue One Minute Sculptures, Erwin Wurm trasforma in scatti fotografici azioni grottesche e le fissa nell’attimo esatto in cui avvengono. L’artista ironizza sul discusso tema del “politically incorrect” e sulla diffusa paranoia e conseguente sospetto verso soggetti con particolari connotati fisici negli Stati Uniti dopo l’attacco terroristico dell’11 Settembre. Flatz si autorappresenta secondo l’iconografia del reduce di guerra denunciando l’ineluttabilità della violenza come parte integrante dell’essere umano.
Con Traumacube, una scultura in acciaio inox che appare soffice, fragile e instabile, Vik Muniz disorienta lo spettatore, minando le certezze e i riferimenti su cui si basano le sue convinzioni.
Un percorso espositivo ben definito che ci guida attraverso le molteplici esperienze sensoriali che spaziano dalle critiche e denunce alla società fino al ruolo della donna, alla violenza e ci restituiscono un’immagine della precaria condizione umana calata nel contesto del mondo contemporaneo.
Le turbolenze non sono svelate ma ci vengono forniti spunti per leggere la realtà in modo non convenzionale. Gli artisti non fanno riferimento a problematiche strettamente personali ma coinvolgono attivamente lo spettatore che è chiamato a comprendere e riflettere sul significato dell’opera posta dinanzi a se. Non vi è un’unica e logica interpretazione; i lavori non sono che un punto di partenza, uno stimolo per innescare un complesso processo di coscienzializzazione e valutazione della nostra epoca, del nostro modo di vivere, di pensare e di agire.
Informazioni utili:
Scheda tecnica
Titolo TURBOLENZE PROPOSTE DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO
Sostenuto da Regione Toscana / Toscana Promozione
Con il contributo di Comune di Prato
Sede Museo Pecci Milano
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
M2 stazione Porta Genova
Tram 2 fermata Porta Ticinese d’Adda
Periodo 9 marzo – 28 aprile 2012
Inaugurazione Giovedì 8 marzo 2012, ore 19.00
Orari Da martedì a sabato, ore 15.00 – 19.00
Ingresso Libero
Informazioni Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Tel. +39 0574 5317
www.centropecci.it
Scheda tecnica
Titolo TURBOLENZE PROPOSTE DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO
Sostenuto da Regione Toscana / Toscana Promozione
Con il contributo di Comune di Prato
Sede Museo Pecci Milano
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
M2 stazione Porta Genova
Tram 2 fermata Porta Ticinese d’Adda
Periodo 9 marzo – 28 aprile 2012
Inaugurazione Giovedì 8 marzo 2012, ore 19.00
Orari Da martedì a sabato, ore 15.00 – 19.00
Ingresso Libero
Informazioni Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Tel. +39 0574 5317
www.centropecci.it
Opere di:
Nobuyoshi Araki
Elena Berriolo
Botto & Bruno
Marcos Chaves
Martha Colburn
Flatz
Dmtri Gutov/ Radek Community
Olga Kisseleva
Lucia Marcucci
Vik Muniz
Anatoly Osmolovsky
Valie Export
Erwin Wurm
Nobuyoshi Araki
Elena Berriolo
Botto & Bruno
Marcos Chaves
Martha Colburn
Flatz
Dmtri Gutov/ Radek Community
Olga Kisseleva
Lucia Marcucci
Vik Muniz
Anatoly Osmolovsky
Valie Export
Erwin Wurm