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To Rome with Love

Con “To Rome with Love” il feticismo europeo di Allen approda ad un nuovo capitolo. Lo abbiamo visto celebrare il fascino fumè di Londra in ‘Match Point’, il cuore pulsante iberico in ‘Vicky Cristina Barcelona’, la bellezza appassita d’oltralpe in ‘Midnight in Paris’ e di nuovo l’oscura seduzione british con ‘Sogni e Delitti’, ‘Scoop’ e ‘Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni’.  Dopo averla presa molto alla larga, finalmente il Woody internazionale fa  tappa alle origini e dedica il suo ultimo sforzo proprio al Bel Paese (di una volta).

Il titolo racchiude l’obiettivo della pellicola, da cui fuoriesce anche il  legame affettivo che il regista prova per l’Italia: il film vuole essere una dedica. La frase dovrebbe proseguire descrivendo l’oggetto di quest’ultima, ma è proprio qui che il pettine incontra il nodo.

Quattro storie differenti condividono il medesimo sfondo, che, neanche a dirlo, è Roma in tutto il suo splendore. Ecco che lo studente di architettura Jack si trova alle prese con Monica, la migliore amica sopra le righe della sua fidanzata Sally e di John, famoso architetto, che si abbandona alla nostalgia dei suoi trascorsi romani vagando per le vie della città e diventando il suo grillo parlante; Jerry e Phyllis, invece, affrontano il fidanzato italiano della figlia e il suo seguito familiare; Antonio, sposino casto e morigerato di Pordenone, deve gestire l’arrivo improvviso di Anna, una squillo, e nasconderla alla moglie Milly che, al contrario, si concede agli sfarzi del mondo delle celebrity dopo essersi smarrita nella città eterna; infine Leopoldo perde il controllo della sua esistenza dopo che gli viene appioppata la fama, seguita dal solito caos mediatico e un brusco ritorno alla realtà.  

Insomma Allen butta una quantità enorme di carne al fuoco, rivelandosi un fuochista mediocre. Ognuna delle storie affronta un tema: il tradimento, la fama, la nostalgia, l’amore, senza, però,  che vi sia anche solo l’ombra di un nesso logico a legarle. Questa sorta di spaesamento causato dalla trama confusionaria, viene accentuato da una recitazione eccessivamente enfatizzata, accompagnata da dialoghi macchinosi e piuttosto prevedibili, tanto che la sceneggiatura di “To Rome with love” si sarebbe adattata meglio al palcoscenico che al grande schermo. Allen cerca volontariamente l’iperbole e un effetto di straniamento dal gusto Brechtiano in ogni singola scena. Sembra più adatto a vestire i panni del prestigiatore imbranato piuttosto che quelli del padre apprensivo ossessionato dalla morte.  Così, sprovvisto di cilindro, mescola le carte alla rinfusa per poi riassettare il mazzo, lasciando volutamente qualche sbavatura.

Da attento turista americano sceglie, comunque, di porre l’accento proprio sui punti deboli della società italiana, con un unico vantaggio: vederli interpretati da un cast stellare, da quei beniamini che strappano un sorriso nel bene o nel male. Non è poi così spiacevole osservare la stralunata Mastronardi interpretare la sposina svampita e bigotta, che si lascia conquistare da un Antonio Albanese appesantito ma dallo charm trash che tanto conquista la penisola. Oppure che dire del consuocero di Allen che diventa cantante d’opera in doccia o di una Penelope Cruz che è vestita più dalle sue doti attoriali che del succinto vestitino rosso che la avvolge durante tutta la pellicola?

Sembra, poi, che Woody abbia voluto riservare le parti scomode ai due mostri sacri del film: se stesso e Roberto Benigni. L’odore di fallimento però si trasforma in puzza: le parti a lui riservate  trasudano noia e impazienza, in puro stile Alleniano, mentre Benigni sembra fare il pagliaccio a comando, incastrato in un ruolo ristretto, che gli impedisce di dare sfogo a tutta la sua verve comica.

Nell’insieme “To Rome with love” appare confusionario, esagerato e forzato, di sicuro non paragonabile all’atmosfera sognante e dolcemente decadente di “Midnight in Paris” o ai colori vividi e le melodie passionali di “Vicky Cristina Barcelona”. Data l’arguzia di Allen non escluderei che la scelta sia del tutto voluta e che abbia proposto una cartolina o un riflesso agrodolce dell’Italia, osannando la bellezza dei suoi monumenti, delle sue strade, ma banalizzandone la società e la cultura sempre troppo provinciali.  Si diverte, infatti, a giocare molto sui clichè sin dall’inizio, piazzando la sempreverde “Volare” di Modugno in apertura. Ma è proprio qui che sta il nodo: si tratta di una dedica affettuosa o di uno sberleffo velato?

Le riserve sulla seconda opzione appaiono più forti, ad ogni modo “To Rome with love” diventa una commedia portatrice di quella mediocrità e di quel gusto eccessivamente Alleniano che, a periodi più o meno ravvicinati, affliggono le fatiche del regista stesso.

To Rome with love

Paese/anno: USA, Italia, Spagna / 2012

Regia: Woody Allen

Interpreti:    Ellen Page

                    Woody Allen

                    Alec Baldwin

                   Roberto Benigni

                   Jesse Eisenberg

                   Penelope Cruz

Durata: 100’

Uscita: 20/04/2012

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