L’avevamo visto lo scorso anno con times2 da Federico Luger a Milano, a indagare sui concetti di tempo e ripetizione con quell’attitudine che richiamava molto il concetto di durata (durée) con cui il filosofo francese Henri Bergson identificava il tempo della vita. Allora lo fece duplicando gli elementi in mostra. Ora Franklin Evans crea opere gemelle tributarie della serie Factum (1956/1957) di Robert Rauschemberg, ma andando oltre la semplice quanto illustre operazione citazionista. Nella fattispecie si tratta di due mostre “siamesi”, l’una presso Sue Scott Gallery a New York e l’altra da Federico Luger a Milano, unite da vincoli comuni che, come le opere gemelle di Rauschemberg, passano attraverso l’esposizione di paraphernalia di imagini autobiografiche e rappresentazioni della libreria personale, passando per un’installazione sito specifica in cui si rinnova la peculiarità della produzione artistica di Franklin Evans, con quelle opere su carta vibranti di colore che, insieme alla geremiade di immagini prelevate direttamente dalla sua stessa vita, realizzano contatti direttissimi con le pareti dello spazio espositivo e con gli osservatori, ottenendo uno straordinario effetto visivo che consiste in un’esplosione di colore e materia artistica, molto stradaiolo ma niente affatto ruffiano. Il risultato è l’ordinamento di una mostra in cui il caos ordinato di una vita esprime sé attraverso la giustapposizione di tracce visive che stanno nella galleria come le stelle fisse di un calidoscopio proteiforme e magmatico. Il che è dire che ritorna la durée bergosoniana di cui sopra, cioè il tempo, la vita, ancora, perché l’arte è vita.
Franklin Evans è nato a Reno (Nevada) nel 1967. Vive e lavora a New York.
Scheda tecnica:
26 aprile – 15 giugno 2012
Federico Luger
Via Circo, 1
20123 Milano
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