Antonio Garullo e Mario Ottocento sono avvezzi alle polemiche. Entrambi di Latina, 40 anni Antonio e 47 Mario, sono stati di recente la prima coppia gay italiana cui la Cassazione ha riconosciuto gli stessi diritti delle coppie coniugate. Si erano sposati in Olanda nel 2002. Ora il 15 marzo scorso hanno vinto questa loro lunga battaglia. Forse sull’onda del ritrovato entusiasmo i due artisti, che nel loro curriculum hanno anche la partecipazione al Premio Terna, hanno pescato un jolly. La loro opera “Il sogno degli italiani” riproduce a grandezza reale la scultura della salma di Silvio Berlusconi rinchiuso in una teca. Indossa un doppiopetto ma sui piedi ha le babbucce di Topolino. Ha il volto disteso e sorridente come se stesse sognando. La mano destra posata su una copia del libercolo “Una storia italiana” da lui pubblicato e distribuito in milioni di copie qualche anno fa. Quella sinistra invece è infilata dentro i pantaloni slacciati. Un’immagine shock che imediatamente si è diffusa in rete a macchia d’olio, persino sulle Home Page delle più prestigiose testate. La riproduzione iperrealistica “Il sogno degli italiani” è esposta oggi e domani nelle prestigiose sale di Palazzo Ferraioli, nel cuore di Roma. Chissà che non si crei la coda di ministri e personalità eccellenti, pronte a rendere omaggio alla salma scolpita dell’ex lider maximo. Che probabilmente, visto il caratterino, non gradirà molto. E dietro alle finestre dei palazzi del potere farà gran sfoggio di (espliciti) gesti apotropaici.
11 Commenti
Geniale!!……
Ho la sensazione che qui molti dei detrattori della “notizia” siano invece – e soltanto – detrattori dell’ “opera”.
La notizia fa parte del mondo dell’arte, eccome.
Il soggetto viene classificato come opera d’arte ed è indubitabile che i due esecutori siano artisti, in virtù di una loro articolata carriera, che può piacere o meno, ma che è tale in questa professione.
Altrettanto indubitabilmente il soggetto è sconcertante, così come sconcertarono (e forse assai di più) l’Hitler bimbo inginocchiato, i bambini impiccati in piazza, il Papa schiacciato da una meteorite di Cattelan.
Anche in quei casi si gridò allo scandalo, anche in quei casi si disse da più parti che non era arte.
Invece è arte (questa come quella), con tutte le contraddizioni che questo aspetto fondante della vita intellettuale dell’uomo comporta e, come deve essere, l’arte – gli stili, i soggetti dell’arte – ha sempre provocato scandalo, a ragione o a torto.
Ciò non vuol dire che questa sia “buona” arte, arte “di valore”. Su questo tema ci si può confrontare infinitamente (e servirebbe assai, in questa valle di lacrime), affinché si ricostruisca al più presto una linea poetica e una identità culturale che l’Italia da qualche decennio ha abbandonato (in parte) spesso a favore di una rincorsa non troppo celata al W lo straniero!
Ma prendersela con la notizia (con un atteggiamento che nasconde solo l’insofferenza verso l’opera) e soprattutto con Artslife che ne ha dato conto (come doveva fare, perché questo è il suo – per nulla confuso – mestiere) è indice di un rifiuto verso i segnali di una realtà composita che abbiamo il dovere di registrare e, se ne abbiamo le capacità, di approfondire.
Il tutto pur sapendo che si farà diretta o indiretta “pubblicità” all’opera. E con ciò?
E’ ben più importante impostare un discorso coerente su dove l’arte contemporanea (italiana) vada oggi che attardarsi nelle consuete circonvoluzioni idiosincratiche nei confronti del singolo o del casus belli.
E se c’è un casus, e non c’è solo questo, ben venga un dibattito che ci dica, ad esempio, sino a quando si può chiamare arte tutto ciò che esprime un profondo disagio dell’attualità politica e civile. Io ho un’idea (espressa più volte anche qui) abbastanza chiara in proposito, ma attendo invece dal pubblico di Artslife stimolanti osservazioni. Sperando per una volta (dato che non siamo il posto opportuno per questo genere di dibattiti, altri ce ne sono e in abbondanza, mi pare) che ci si fermi solo a considerare la superficie e si vada al fondo delle cose.
D’accordissimo con quello che ha scritto il signor Manazza, ma a mio parere è proprio sbagliato il mischiare l’arte con la politica.
Sinceramente il tema è a mio parere decisamente ridicolo.
Per me i due autori dell’opera non sono artisti…sono furbastri.
Comunque lo penso da tanto e lo ribadisco…l’arte è morta o semplicemente ha cambiato forma…questo è un esempio di quello che non reputo arte.
Comunque ne approfitto per fare i complimenti alla redazione, vi seguo da un pò.Buon lavoro e buona giornata.
grazie mille. le opinioni su operazioni di questo tipo si aggiungono. E proprio l’aver pubblicato la notizia in maniera abbastanza asettica permette ai lettori di inviare se lo desiderano la loro opinione. Iscriviti alla newsletter Asbugico, così ogni giorno ricevi un aggiornamento sulle nuove notizie pubblicate. vai qui http://www.artslife.com/newsletter/
Noi abbiamo solo dato la notizia, Giorgio. Senza esprime nessuna opinione in merito. Come hanno fatto tutti, Corriere e Repubblica inclusi. Non dimenticarti che siamo un giornale e in più specializzato sull’arte e il suo mercato. Potevamo esimerci dal pubblicarla? Non credo. Il resto lo hai scritto tu. E’ una tua opinione. E’ sempre possibile aprire un dibattito su questo tipo di operazioni. Noi siamo pronti a farlo. Anzi, prossimamente lo faremo. Grazie comunque. il direttore
apputo avete dato una notizia sensa senzo l’arte e un altra cosa avete confuso forse
appunto Corriere e Repubblica non si occupano principalmente di arte ma di notizie voi date notizie e basta l’arte stà da un altra parte non siete specializzati ma confermo molto confusi
Mi spiace Francesco la pensiamo diversamente. Un giornale che si occupa d’arte e di mercato dell’arte deve prima informare poi stimolare il dibattito. Se lei è convinto che la sua opinione sia un metro di giudizio per discernere ciò di cui parlare o meno siamo su una lunghezza d’onda abissalmente distante. Noi non ci siamo sperticati in lodi e giudizi su questa presunta opera. Ne abbiamo dato notizia e basta. Per altro tra i primi con le grandi testate. Ovvio che questo può aprire un dibattito. Ma senza alcuna censura.
Mi dispiace che voi di Artslife diate spazio a questi furbi artistoidi piuttosto che bloccarli al loro nascere. Cosa non si fa per la pubblicità di entrambi!………..
Caro Giorgio , sorridere non fa male di questi tempi… anzi!
potrebbe anche essere questo “il sogno degli italiani”, se non dovessero avere preoccupazioni del tipo che: 3 mt sopra il cielo sia la distanza giusta per risolvere definitivamente i problemi…
bravi colpito il problema o l’ennesimo espiediente?
su su italia mia usciamo dalle scuse o affondate soli mentre molti se ne andranno e siamo in molti, e se ne vanno i giovani e i professionisti …promuovere un motivo per restare…aiuterebbe forse.
ciao