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Punta Ala – Inaugura CAMERA 112

Le opere di Marco Di Giovanni, esposte in Musei quali il MamBo di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Mosca e la Casa del Mantegna a Mantova, rappresentate da Gallerie italiane di fama e apprezzate da collezionisti di sostanza, sembrano perfettamente adeguate alla “fulminea” rappresentazione di sé all’interno di una camera d’albergo, laddove la presenza anomala dell’artista e delle sue creazioni costringerà il visitatore a un inevitabile spaesamento e ribaltamento “metafisico” della coscienza e dei sensi, così come mai dovrebbe accadere nel confortevole ambiente di una residenza turistica di lusso.
Marco di Giovanni esprime la sua complessa filosofia, mututata da una cultura di matrice tecnico-ingegneristica e scientifica (abbandonata poi per l’arte “creata”), generalmente attraverso enormi installazioni costruite en plein air qua e là nello Stivale che prevedono il recupero di grandi contenitori metallici come silos, tratti di tubazioni d’acquedotto, parti di grandi miscelatori per lattice. Fra questi lavori, uno dei più suggestivi è senz’altro quello ospitato a Villa Guastavillani a Bologna, Il Bacio (2005), costituito da due silos tangenti per i fondi, luci al neon e lenti ottiche. È chiaro, però, che tali “monumenti” non troverebbero asilo in una suite d’hotel.

Ed ecco, quindi, una serie di cartoni rettangolari impilati di modo da squadernare in cerchio i propri angoli, ciascun foglio strappato irregolarmente nell’area centrale a formare, infine, un foro profondo, nel quale una lente concava riflette non solo il volto dello spettatore ma prelude anche a una voragine senza fine, in un astuto quanto ilare gioco ottico. L’installazione ha l’impossibile nome Progetto di Ginnungagap (2011, cartoni e lente ottica). Il Ginnungagap è, nella mitologia norrena, la terribile voragine grondante veleno che pre-esiste alla creazione di tutte le cose. Il riferimento alla mitologia nordica è solo un escamotage per illustrare ciò che interessa a Marco Di Giovanni: la sublime voragine, che non esiste in nessuno spazio e in nessun tempo, e le sublimi distanze siderali del tutto indifferenti alle caratteristiche incidentali che condizionano – per i filosofi in modo diverso, essendo oggetto di analisi metafisica -, ogni accadimento della nostra esistenza.

Sulla medesima lunghezza d’onda si pongono Superstringa e Eclipse (2011, entrambi matita su agenda moleskine), siderali planisferi compressi e dilatati da minutissimi segni in uno spazio cosmico alla cui base dottrinale è la “teoria della superstringa” (o dello Spazio Elegante, come espresso dal fisico teoretico Brian Greene). La materia è fatta non di atomi e relativi sottoprodotti ma di superstringhe, bastoncelli infinitesimali che vibrano ad altissime frequenze tanto da rimanere quasi immobili. Secondo modalità e frequenza di vibrazione la materia si determina e declina in diverse accezioni. Questa mobilità interiore produce una sorta di musica cosmica che di fatto è la colonna sonora del mondo e degli esseri animati e inanimati. L’opera di Marco Di Giovanni cerca di rendere in arte ciò che il linguaggio dei non adepti non può cogliere intellettivamente, ma solo intuire.

In una suite d’albergo, il viaggiatore non può non avere con sé una valigia, anche piccola, che in questo caso (Senza Titolo, 2011, valigia in pelle, installazione interna e lenti ottiche), tuttavia, converte la propria vocazione di contenitore per indumenti a “porta” verso una stanza ulteriore, all’interno della quale, forse, un altro viaggiatore entrerà per alloggiarvi membra e suppellettili. Tutto ciò che l’occhio vede non è come pare. E lo spazio che vorremmo fosse concluso e rassicurante si riapre a nuove dimensioni, sempre.

Mjollnirr, tra l’Incudine è il Martello (2011, vecchia incudine, ferro, animazione 3D 25 secondi in loop) ha una singolarissima particolarità: il corpo in ferro (“martello”), posto in uno degli spazi comuni dell’albergo, verrà fornito di un mobtag (codice digitale bidimensionale fruibile da qualsiasi smartphone: fotografato, conduce direttamente ad un link prestabilito), il quale rimanda il pubblico al video in animazione 3D che sarà posto nella suite per i giorni della manifestazione (14-17 giugno), indi rimanderà per tutta l’estate al medesimo video, benché materialmente quest’ultimo non più all’interno del Gallia Palace. Una sorta di “accaparramento personale della comprensione dell’opera” quando non più presente una parte di essa.

Lord Jim (2011, ferro, lenti ottiche), totem da contemplazione, la cui linea azzurra rappresenta una presunta “linea di galleggiamento” sotto la quale ci si osserva reciprocamente in una percezione del sé ribaltata e surreale.

Le performances dell’Artista saranno condotte all’interno della suite nelle serate del 14 e del 15 giugno e interagiranno in modo peculiare con alcune delle opere scelte per la mostra.

Gli incontri con il pubblico
LE PAROLE DELL’ARTE – Massimo Donà e Paolo Manazza

Le due serate di incontri con il pubblico presumono un aperto dibattito, diretto dai nostri competenti ospiti, di modo che gli astanti possano intervenire, chiedere, approfondire. L’intento è quello di coinvolgere e stimolare più che istruire astrattamente, nonché fornire al pubblico dell’arte una serie di strumenti (filosofici, tecnici) per comprendere l’arte contemporanea.

Le discussioni verteranno intorno alle diverse modalità di intendere, percepire e divulgare la conoscenza dell’arte contemporanea da parte di testimoni notevoli provenienti da ambiti professionali diversi da quelli specificamente artistici.

Molti di noi sono affascinati in particolare dalla costruzione binaria del procedimento logico informatico e giudicano che informerà anche il nostro approccio a ogni materia speculativa. Almeno per le nuove generazioni il procedimento binario parrebbe costituire non solo il metodo cognitivo per procedere in qualsiasi disciplina ma anche per affrontare la quotidianità.
È questo compatibile con la nostra concezione (tradizionale) dell’Uomo Occidentale e del suo linguaggio speculativo costruito, tutto sommato, ancora sulle triadi sillogistiche e sulle classiche teorie della conoscenza? L’arte come se la “caverà”, oltre ad adeguarsi forzatamente a dettami che già modificano i circuiti della circolazione e della diffusione delle opere (il web è un enorme riverbero, che cancella ogni schema di presentazione e offerta dell’opera)?
Come comprenderemo la realtà contemporanea – di cui l’Arte è “stanza” privilegiata e premonitrice – con le categorie logiche che abbiamo tradizionalmente a disposizione e i nuovi sistemi di linguaggio che non possiamo più eludere con la semplice speculazione?

I due incontri previsti sono:

14 giugno, ore 21.00 ca. (dopo il vernissage e l’apertura al pubblico della mostra)
MASSIMO DONÀ (docente di Teoretica, Università San Raffaele di Milano), già aduso in sedi canoniche (collabora da tempo con diverse gallerie d’arte contemporanea nazionali e internazionali) a prolusioni e saggi specifici su argomenti di estetica e gnoseologia dell’arte.
La lettura filosofica del momento creativo è un fondamentale approccio all’osservazione dell’opera d’arte. Il filosofo spiega con proprietà logica la genesi dell’opera e la necessità creativa dell’artista, ne illustra la poetica e ne inquadra le fasi produttive in ordinate partiture speculative. È un’enorme opportunità tornare a giudicare criticamente l’arte attraverso la coerenza del linguaggio filosofico: da troppo quest’ultimo è relegato a “semplice” disciplina delle scienze umane, abdicando così al supporto che per secoli ha costruito Movimenti, diretto pennelli, appoggiato e strutturato poetiche. Ma la Scuola Filosofica italiana degli ultimi trent’anni ha compiuto miracoli e si può dire che oggi è, almeno in Europa ma non solo, al centro della discussione sulla visione occidentale del mondo e dei rapporti fra società e comunità diverse.

15 giugno, ore 21.30 ca.
Paolo Manazza (esperto di economia dell’arte per il Corriere della Sera e direttore di www.ArtsLife.com) illustrerà al pubblico come si “parla e ragiona d’arte” secondo moduli sintattici e semantici assai differenti da quelli non solo filosofici ma anche critici tout court.
Egli si pone in perfetto antagonismo e complementarietà con il Collega filosofo: il primo per spiegare la póiesis artistica e le vicende dell’arte con terminologia semplice (anzi, spesso, à la page) atta a una divulgazione ampia e di “veloce consumo”, malgrado (o forse proprio per) la profonda cultura artistica del divulgatore; il secondo per entrare nel merito della creazione dell’opera. Sarà interessante, nel caso di Manazza, apprendere la storia e l’evoluzione recentissima dei siti web di critica d’arte – un vero e proprio boom che non sempre corrisponde in qualità alla quantità – e del linguaggio “didattico” che abbisogna di nuove chiavi interpretative, se vuole sopravvivere, nel periodo di apparente scomparsa delle riviste cartacee di critica delle arti.

I Collaboratori. 1
GALLIA PALACE HOTEL – PUNTA ALA (GR)

La sede del Gallia Palace Hotel di Punta Ala (della catena Relais & Chateaux, primo albergo italiano a fregiarsi dell’annessione a questo prestigioso circuito nel 1973), offerta generosamente dalla Proprietà, è scelta obbligata e felice per l’allestimento e lo svolgimento della manifestazione CAMERA 112 in quanto Punta Ala non possiede una sede espositiva e men che meno convegnistica. Si deve aggiungere, però, che l’estrema temporaneità della mostra nella suite è temperata dalla generosa opportunità concessa all’Associazione di lasciare durante la stagione estiva 2012 una o due installazioni di Marco Di Giovanni negli ambienti comuni del Gallia. Gli incontri fra i due relatori e il pubblico previsti nelle serate del 14 e 15 giugno 2012 avveranno, inoltre, in una delle due sale convegni perfettamente attrezzate all’interno della struttura alberghiera.

Il Gallia Palace Hotel è da tempo sostenitore e collaboratore dell’attività culturale dell’Associazione Tutela di Punta Ala. Contribuisce fornendo i propri suggestivi spazi (la Pagoda sul mare nello stabilimento balneare di proprietà) e coadiuvando l’Associazione durante le serate di ospitalità dei finalisti del Premio Campiello o dei concerti presso il Castello. Con CAMERA 112, per la prima volta, il Gallia Palace Hotel accoglie entro le proprie “mura” una manifestazione culturale articolata costituita da mostra d’arte e dibattiti con il pubblico.

Il Gallia Palace Hotel è in Via delle Sughere, ben segnalato all’arrivo in Punta Ala. Il sito è www.galliapalace.it.

I Collaboratori. 2
Polo Commerciale, Artistico, Grafico e Musicale “L. Bianciardi” (GROSSETO)

Il Polo Commerciale, Artistico, Grafico e Musicale “L. Bianciardi” di Grosseto è un’istituzione scolastica costituita il 1 settembre 2011 che comprende:
– un ordinamento liceale, con il Liceo musicale-coreutico, di nuova istituzione, e il Liceo artistico con quattro indirizzi: Arti figurative, Architettura e ambiente, Audiovisivo e multimediale, Grafico;
– un ordinamento tecnico, con l’Istituto tecnico della grafica e comunicazione;
– un ordinamento professionale, con l’indirizzo dei Servizi commerciali (Aziendale-Grafico)
L’Istituto offre una formazione vocata alla comunicazione in generale, con particolare riferimento alla comunicazione artistica e commerciale, rivolta non solo ai ragazzi, ma anche agli adulti che desiderano prendere un diploma e che possono scegliere tra due indirizzi distinti: Istruzione Adulti Diploma on Line, Educazione adulti sez. Liceo Artistico.

Gli Studenti (e loro Docenti) dell’Istituto sono stati coinvolti dall’Associazione Tutela di Punta Ala, quali videomakers professionali, per fornire una registrazione critico-creativa (che farà la funzione degli Atti o del Catalogo della manifestazione) degli avvenimenti rilevanti che occorreranno durante i quattro giorni di CAMERA 112. Si avrà così testimonianza (che rimarrà a disposizione dell’Istituto e del canale youtube dell’Associazione) della mostra, delle performances e degli incontri con i relatori invitati.

Costituirà maggiore sfida la registrazione della mostra nel suo aspetto di intervento particolarmente effimero all’interno di una stanza d’albergo (dove si suppone il pubblico modifichi a propria volta l’assetto delle installazioni). L’esperimento dovrebbe essere stimolante, perché si lavorerà in luogo costretto e non canonico e con una provvisorietà tale da impedire la sedimentazione dell’osservazione e del ragionamento.
Il lavoro dei ragazzi diverrà, poi, argomento di studio sul tema della “gestione” e “registrazione filmica” di una manifestazione d’arte contemporanea. Per i giovani allievi sarà ulteriore occasione di approfondimento delle materie (tecniche e teoriche) apprese in classe, nonché un modo per mettere alla prova le proprie capacità di osservazione e giudizio critico di un evento espositivo, di una performance e di un dibattito intorno a differenti teorie gnoseologiche ed estetiche.
Il contributo del Polo Bianciardi, pertanto, è di fondamentale importanza sia perché Ente culturale di livello del territorio grossetano, sia perché permetterà di mantenere testimonianza di una manifestazione che si auspica sia ricorrente e coinvolga pubblico non solo del turismo locale, ma anche residente, in particolare giovane e di tutte le età.

La collaborazione è stata resa possibile dall’entusiastico assenso della Dirigente Scolastica, Professoressa Daniela Giovannini, dal Collaboratore Vicario della Dirigenza, Professoressa Marcella Cappuccini, dai Professori Michele Ranieri e Giacomo Moscato, responsabili per l’indirizzo Professionale Grafico (che sceglieranno i giovani videomakers) e dalla Professoressa Antonella De Felice, coordinatrice del Liceo Artistico. Si ringrazia infine il contributo tecnico della Signora Tamara Cinelli, webmaster del sito d’Istituto.

Il Polo L. Bianciardi (Sede Centrale) è ubicato in Grosseto, Piazza De Maria 31, tel. 0564-26010.
Per informazioni: www.istitutopologrosseto.it e istitutopologrosseto@gmail.it.

L’ASSOCIAZIONE TUTELA DI PUNTA ALA

Nel 2004, in Punta Ala, località di rara bellezza sulla costa fra Livorno e Grosseto sorta all’inizio degli anni ’60 dello scorso secolo, sembrava ineluttabile il compimento di un progetto relativo a 100.000 mq di nuove costruzioni (ca. 300 appartamenti) che avrebbero stravolto lo spirito del luogo, ancora indenne dallo sfruttamento cementificatore.
A Punta Ala non esiste “paese” e i residenti sono così poco numerosi da non avere rappresentanza negli organi politico-amministrativi di Castiglione della Pescaia, comune di riferimento, il cui bilancio è costituito per il 25% dall’ICI percepita dai fabbricati puntaalesi, quasi tutti seconde case. Tanto più sono esclusi dalle decisioni del Comune proprio i proprietari di seconde case, cittadini non residenti, i quali, quindi, decisero nel 2007 di consorziarsi in Associazione nell’interesse della conservazione dell’ambiente locale. Con l’opera della neonata Associazione si riuscì a impedire la realizzazione del progetto di cementificazione concepito nel 2004.

La “filosofia” che regge l’attività dell’Associazione, aperta anche ai residenti, è riassumibile nella ricerca costante e prioritaria del dialogo con le autorità comunali e con le associazioni esistenti sul territorio e, se indispensabile, anche nell’opposizione alla speculazione edilizia e allo smantellamento del tessuto alberghiero e sportivo un tempo di caratura internazionale per equitazione, vela, nuoto, golf… Tutto ciò nella coscienza che l’incremento di popolazione residente in contesti di un’urbanizzazione equilibrata e ben pianificata favorirebbe il miglioramento di servizi primari, purtroppo, oggi, in parte carenti.

Il fine dell’Associazione è quello di essere propositivi sia nella protezione dell’ambiente sia nella promozione di una maggior qualità culturale del soggiorno di residenti e turisti, per riportare Punta Ala al livello che i primi “coloni” ricordano, quando, negli anni ’70 e ’80, vi dimorava una parte dell’intellighentsia italiana (artisti, registi, scrittori, architetti, uomini e donne di cultura, intelletto e politica) che trovava nella limpida e forte aria puntaalese conforto, serenità e sincere e durature amicizie.

L’Associazione Tutela di Punta Ala ha offerto già, durante le estati della sua breve vita, l’ospitalità ai finalisti del Premio Campiello in serate di grande partecipazione di pubblico, concerti sinfonici presso il Castello, costruito da Cosimo I de’ Medici nel 1563 e modificato dai Lorena nella seconda metà del Settecento (ospitati dall’attuale proprietario dello stesso, un Socio), convegni e incontri a tema con uomini e donne di economia, cultura e scienza con la collaborazione dei commercianti del luogo e un’interessante e colta rassegna cinematografica estiva curata da Lorenzo Minoli, che annovera le pellicole più avvincenti e discusse della stagione, oltre ad alcune di puro divertimento per i più piccoli.

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