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Roma – Aron Demetz “IL RADICANTE”

Mostra personale dedicata allo scultore altoatesino che ne ripercorre, con cronologia trasversale, l’interessante produzione artistica incentrata sull’attenzione alla figura umana, dando vita a opere profondamente simboliche, ma al contempo fisiche e reali.
La rassegna – organizzata da Art for Communication con il sostegno di Enel e in collaborazione con MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – conta una ventina di lavori che spaziano dalle sculture in legno ricoperte di resina, linfa che sgorga e ne diventa essenza a quelle “bruciate” dall’artista, quasi per un processo di depurazione materica ed esistenziale. Si aggiungono il gruppo degli Homo Erectus in bronzo, per terminare con le scansioni digitali, alle quali Demetz ha accorpato la “crescita” di funghi, come fosse la rivincita della natura sul prodotto meccanico. La mostra è una panoramica completa che fa emergere le diverse anime dello scultore altoatesino: la forza poetica ed espressiva delle figure, il rigore assoluto della composizione, la sperimentazione incessante delle tecniche e dei materiali.
«Nell’opera di Aron Demetz – afferma il curatore della mostra Davide W. Pairone – il tema della figura umana e la comprensione profonda della materia scultorea valgono come chiavi d’accesso a un linguaggio universale e scardinano l’aut aut fra localismo e globalizzazione, fra tradizione e contemporaneità. Il Radicante è un organismo mutevole, che ha un rapporto dinamico ma non conflittuale con la memoria e la progettualità, e che si pone come terza via fra le opposte retoriche del genius loci e della standardizzazione globale. Così gli echi della tradizione scultorea lignea delle Alpi si rispecchiano nelle inquietudini più attuali dell’uomo digitale e si definiscono in forme espressive uniche, urgenti, universali».

Note biografiche sull’artista
Aron Demetz nasce nel 1972 a Vipiteno (Bolzano), frequenta l’Istituto d’Arte e la Scuola Professionale per la scultura in legno di Selva di Val Gardena e prosegue gli studi insieme allo scultore Willy Verginer. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Norimberga, partecipa al progetto Italian Factory nel 2003, esponendo a La nuova scena artistica italiana, evento collaterale della 50a Biennale di Venezia. Seguono importanti esposizioni tra cui La ricerca dell’identità. Da Tiziano a De Chirico (a cura di Vittorio Sgarbi), che tra il 2003 e il 2004 con le opere Oblivion e Bianco e nero tocca Cagliari, Palermo e Ascoli Piceno. Nel 2004 è tra i vincitori della Triennale di Scultura Ladina e nel dicembre dello stesso anno Vittorio Sgarbi presenta a Roma Iniziazione, insieme alla monografia curata dallo stesso Sgarbi e pubblicata da Electa. Nel 2005 una delle sue sculture entra a far parte della collezione del Senato della Repubblica e nel 2009 è uno dei principali protagonisti del Padiglione Italia della 53a Biennale di Venezia. Dal 2010 insegna all’Accademia di Belle Arti di Carrara.

Dal 27 giugno al 30 agosto 2012
La Pelanda, Centro di Produzione Culturale
Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma
Press preview: 27 giugno 2012, ore 11.30
Inaugurazione: 27 giugno 2012, ore 18.00
Ingresso libero

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