Print Friendly and PDF

Vicolo dei Lavandai. Dialogo tra Arnaldo Pomodoro e Flaminio Gualdoni

“La casa della vita”, Vicolo dei lavandai, Milano. Nel cuore di vecchie abitazioni e laboratori artigianali che si affacciano sul Naviglio, nasce e si sviluppa lo studio di uno degli artisti più significativi del panorama contemporaneo. Nato nel Montefeltro, Arnaldo Pomodoro si trasferì a Milano nel 1954 e ci resterà fino ad oggi. Attraverso questo dialogo con Flaminio Gualdoni l’artista ci racconta la sua esperienza e il suo forte legame con questa città che agisce come testimone della sua esistenza artistica.

Lo studio di Arnaldo Pomodoro venne trasformato nel 1995 in una fondazione che assume l’indirizzo che non abbandonerà più, quello di Vicolo dei Lavandai 2/A; Si pone lo scopo di documentare l’attività di artista, catalogare le sue opere, collaborare alla realizzazione di mostre, conservare le opere ma anche di agire come luogo attivo aperto al pubblico dell’arte. Per la realizzazione di quest’ampia gamma di attività la fondazione necessita di un ampio spazio espositivo che affianchi il pulsante studio d’artista. La prima sede è individuata a Rozzano in un padiglione industriale che viene ristrutturato e riorganizzato. Nel settembre 2005 però, rendendosi conto della posizione non agevole, la Fondazione si sposta in Via Solari, a posto dello stabilimento dismesso della Riva Calzoni. Tremila metri quadri per dodici di altezza che ospiterà mostre di taglio storico, iniziative su artisti meno storicizzati ma anche edizioni del Premio della Fondazione dedicato ai giovani artisti internazionali, gli spettacoli teatrali e i readings, i concerti, le proiezioni cinematografiche, i dibattiti e i convegni.

Alle fine del 2011 questo centro culturale vivo e propulsivo chiude i battenti. Una perdita grave non solo per la città, ma per la cultura in generale, di un luogo che aveva un approccio intellettuale nei confronti del rapporto attività-comunità. Le parole di Arnaldo Pomodoro diventano cosi spunto di riflessione e di dibattito sulle potenzialità, ma anche sulle problematiche, con cui gli spazi espostivi contemporanei si devono confrontare. L’auspicio è che la visione d’insieme che la fondazione Pomodoro è riuscita a raggiungere in questi anni possa essere un esempio e un modello dal quale ripartire, perché si possa sempre di più vivere l’arte come un mondo fatto di impegno, stimoli e partecipazione.

Vicolo dei Lavandai. Dialogo tra Arnaldo Pomodoro e Flaminio Gualdoni, 2012
Con-fine Edizioni, Monghidoro (BO)

 

Commenta con Facebook

leave a reply