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Nuovi Free Port

Il buon business del Porto Franco sta dilagando in molti paesi, invogliati a diventare catalizzatori di beni di lusso trasformandosi in poli economici privi di tassazione. E l’arte rappresenta il principale movente, visto il giro d’affari annuale stimato 12 miliardi di dollari nel 2011. Ginevra e Hong Kong sono i free port storici, ma molto importante è anche quello di Singapore nato nel 2010. In progetto due punti strategici: a Pechino, che vuole far aperta concorrenza ad Hong Kong, e a Lussemburgo, mirando a diventare un art hub europeo.

Aeroporto di Pechino

Ma qual è la funzione di un free port? Queste zone economicamente libere sono delle aree delimitate di un paese dove si gode di benefici tributari quali l’esenzione dal pagamento di dazi di importazione di merci o assenza di imposte.

Nel caso dei beni artistici, o comunque di lusso, questi free port offrono servizi di magazzino, showroom, assicurazione, logistica, di cui possono beneficiare collezionisti privati, gallerie, case d’asta, musei, fondi di investimento.

Il free port di Lussemburgo verrà inaugurato la seconda metà del 2014, in uno spazio di 20.000 mq su quattro piani, vicino all’aeroporto Luxembourg-Findel. Il progetto si è mosso come reazione all’aumento dei controlli in Svizzera che hanno costretto le strutture a garantire maggiore trasparenza. Questa area franca è destinata a custodire oggetti di valore nei magazzini senza pagare tasse e in massima sicurezza.

Lussemburgo

La società promotrice del free port di Lussemburgo è Euroasia, la stessa che ha aperto a Singapore nel 2010 e che sta per inaugurarne uno a Pechino. L’arte e i beni di lusso sono materia bollente in una Cina che sta tra i primi posti nel mercato dell’arte mondiale. Partner di Euroasia è il gruppo Beijing Gehua Cultural Development, ovvero una società statale. Il Governo cinese ha fiutato le grandi potenzialità di questo mercato, e si appresta a far diventare Pechino un centro chiave per il commercio di lusso. Stesse motivazioni hanno mosso la società a Singapore, nato addirittura prima che esistesse un sistema dell’arte nel paese, e che per questo motivo non riesce a competere con Hong Kong. Un anno prima della sua apertura, nel 2009, Christie’s stipulò un accordo con il free port di Singapore, acquistandone 22.500 mq. Sotheby’s quest’anno ha fatto la stessa cosa, ma a Pechino. Il porto franco cinese aprirà i battenti nel 2013 affianco al Beijing Capital International Airport, in uno spazio di 83.000 mq, di cui Sotheby’s ha appunto acquistato l’80% per $1.2 milioni.

Oltre alle agevolazioni fiscali, il vero movente che fa scattare queste acquisizioni da parte delle case d’asta estere è potersi accaparrare una porta d’entrata in territori altrimenti impenetrabili. In Cina infatti, alle case d’asta estere è proibito officiare vendite, a meno che non si abbia delle partnership. Christie’s ha ovviato il problema in Cina alleandosi con la continentale casa d’aste Forever. Sotheby’s si è comprata quasi un intero porto franco, in cui potrà tenere in esclusiva le sue vendite. Sotheby’s avrà l’opportunità di ampliare la propria clientela cinese.

Singapore

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