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Vergogna italiana: Paul Klee a Roma, una mostra a metà

Le solite cose fatte all’italiana? Questa volta sembra di no. La colpa infatti non sembra essere della abituale “Roma ladrona” bensì di coloro che dovevano prestare le opere per la mostra che ha inaugurato alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma su Paul Klee. Delle settantacinque opere previste, soltanto una quarantina sono state esposte.
Sembra che in conferenza stampa, lunedì mattina, le curatrici Tulliola Sparagni e Mariastella Margozzi e la soprintendente della Galleria Maria Vittoria Marini non abbiano neanche annunciato il fatto. Il resto delle opere presenti in mostra appartengono ad altri artisti e inoltre sembra che circa la metà dei lavori Paul Klee provengano da collezioni private non specificate. Secondo la Tulliola Sparagni questo è dovuto al fatto che i collezionisti non vogliono essere identificati. Sarà. Le curatrici hanno visto tutta la documentazione e hanno detto che ci si può fidare. Resta il fatto che non c’è neanche una piccola opera che arriva dal Zentrum Paul Klee di Berna, che è in possesso della più grande collezione delle opere di Klee (circa quattromila). Il motivo? “La Gnam non garantiva condizioni di sicurezza adeguate. Troppa umidità”. Ottima scusa, anche perchè tutto sembra in norma alla Gnam (almeno per una volta e per quanto riguarda gli umidificatori.) Sembra addirittura che quelli del Zentrum abbiano contattato musei come l’Albertina di Vienna e il Kunsthaus di Zurigo provando a convincerli a non prestare opere neanche loro, ma senza riuscirci. Una guerra aperta da parte della Svizzera contro l’Italia? Il mistero continua..

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