LA PITTURA DANZANTE
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– Crediti foto: Luca Zuccala © ArtsLife & L.Z. –
Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti – Torino
18 ottobre 2012 – 27 gennaio 2013
Eleganti relevé, morbidi chassé, aggraziati plié o sguardi maliziosi e danzanti arabesque alla Degas. Arrivano a Torino le petits rats de l’Opéra: ballerine rubate dal tratto sprezzante di quel genio misogino, tutte in fila a danzar sulla tela: goffe, sgraziate e quasi sgradevoli, ma fermate nell’attimo pittorico e geniale di un maestro. Giovani “stelle” ignare del proprio destino, prede dei pastelli di Edgar che sminuzza il fragile mondo della borghesia parigina. Osservate, spiate e immortalate qua e là in schizzi veloci. La grazia dei gesti e il supplizio dei corpi illuminati da una tavolozza stupefacente e quasi cinica. L’esatto contrario delle gioie acritiche dipinte da Renoir, due modi opposti di interpretare e insieme superare l’impressione en plein air.
Ecco Edgar Degas (1834 – 1917), Caronte della modernità. Ottanta opere dal Museo d’Orsay, pacchetto completo senza troppi sforzi per gli organizzatori. Il primo atto della (forse) feconda collaborazione tra Torino e il museo parigino. 180 mila biglietti da strappare per pareggiare i 200 mila euro di costi espositivi. Cinquantamila già prenotati sperando che i volteggi dell’Opéra faccian il pienone.
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Grand arabesque d’artista in scena fino a gennaio dell’anno prossimo sul palco della Palazzina della Promotrice delle Belle arti, complesso Liberty a fianco del Castello del Valentino sulle rive del Po. Gli interni grigio perlaceo dell’edificio Art Nouveau vengono rimescolati con i colori della tavolozza di Degas. Una correspondence spazio-temporale tra luogo e artista dalle sfumature fin de siècle, cornice perfetta alle atmosfere degasiane. La sordida e moderna Parigi ottocentesca con la sua musica, i suoi teatri e i suoi caffè. Spaccati di realtà quotidiana intrisi di spietato naturalismo. Scenografie teatrali dove dar vita ai suoi amati postriboli di disperazione sociale popolati di prostitute, cantanti e ballerine.
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Non è solo questo Degas certamente. Ma anche e soprattutto la sua pittura. Il rosso pompeiano fa da sfondo agli esordi. I primi quadri, i ritratti dei cari e le opere accademiche di influsso classico e di genere storico. Il rosa folgorante del fiocco della sorella è già quello dei tutù sfavillanti delle giovani danzatrici, l’atroce contorcersi delle figure femminili di “Scene da Medioevo” (1863) è un indizio chiarissimo di quello che il pittore produrrà, pittoricamente, con il corpo e l’anima delle sue donne.
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Un primo assaggio di quella che sarà la parabola pittorica di un grande artista. Capace di mettere alla berlina da subito l’alta società in cui è cresciuto. Attori inconsapevoli il parentado della famiglia Bellelli: la zia a sinistra, lo zio incastrato tra poltrona e camino a destra, le due figlie nel limbo di una relazione coniugale. Un’atmosfera di immobilità quasi irrespirabile distillata nel motivo ossessivo della carta da parati sullo sfondo.
Lo spazio e la prospettiva cominciano a deformarsi. Prende forma il Degas maturo.
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Dopo la fusione in bronzo della tenera e scimmiesca “Ballerina di quattordici anni” si susseguono alle pareti verde-acqua corse di cavalli e fantini sfumati da toni bruno e arancio (“Corsa dei gentlemen“, 1862 e “Il Defilè” del 1868). Sono ormai gli anni Settanta, l’alba dei primi interni d’autore: suonano fiati e violoncelli de “L’Orchestra dell’Opéra” (1870) e appaiono le prime étoile (“decapitate” sullo sfondo). Intanto nella “Pédicure” la borghesina si dedica ai “doveri” quotidiani e Degas gioca con la luce e i riflessi del lenzuolo bianco e del tessuto del divano. Nell’angolo compare la tinozza grigia che lo accompagnerà nei quadri di rubata intimità quando dipingerà dal buco della serratura i soggetti femminili che gli daranno fama.
Corpi bagnanti o danzanti sorpresi in pose sgraziate e umilianti che materializza con una maestria pittorica assoluta. “Un odio paziente” lo definì il critico a lui coevo Huysmans. Non sorprende che fu uomo solo e inquieto, perennemente insoddisfatto della sua vita e delle sue opere (rivedute, aggiustate e corrette tantissime volte).
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Di una cosa però fu sempre sicuro: il disegno, l’attività che predilesse sempre. Non perse mai occasione di aggiornare il taccuino degli schizzi, solo così scrisse “si coglie l’essenza di un momento”. Il solo citare materiali e supporto che utilizzò la dice lunga: carboncino, matita nera, sfumino, matita verde, grafite su carta color crema, mina di piombo e sfumature su carta rosa pallido, pastello su carta grigia, inchiostro grigio e lumeggiature su carta color crema rosato. Grandioso.
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Fu pure ardito sperimentatore al passo coi tempi: s’impossessa della misteriosa matita voltaica e mette a punto nuove tecniche di disegno come il monotipo a cui assocerà il pastello. “Amò molto il disegno” volle scritto sulla tomba. Un genio quasi misogino (“forse ho ecceduto a considerare la donna come un animale“) che deve la sua fortuna proprio a loro, le donne che un poco, forse, disprezzava.
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“E i suoi piedi di raso ricamano con l’ago
disegni di piacere. Nel seguire penando
la svolazzante fanciulla
i miei poveri occhi si consumano”
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“La donna senza pubblico è la bestia umana che si prende cura di se stessa”
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“Voglio guardare attraverso il buco della serratura”
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“Gli impressionisti hanno bisogno di una vita naturale, io di una artificiale”
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“Mi chiamano ‘il pittore delle ballerine’. Non comprendono che per me la danza è stato un pretesto per dipingere dei bei tessuti e rendere dei movimenti”
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“Forse un giorno la donna francese reale, con il suo naso all’insù, sfratterà la donna greca in marmo dal naso dritto”
INFORMAZIONI UTILI
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Foto e testo: Luca Zuccala
(Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Edgar Degas. Capolavori dal Musée d’Orsay
Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti, Via B. Crivelli 11 – Torino
Dal 18 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013
A cura di Xavier Rey
Orari:
Tutti i giorni: 10 – 19.30
Giovedì: 10 – 22.30
Chiuso il martedì
La biglietteria chiude un’ora prima
Orari festività:
Lunedì 24 e 31 dicembre: 10 – 14.30
Martedì 25 dicembre e 1° gennaio: 14.30 – 19.30
Informazioni: 011.5790095 (da lunedì al sabato dalle 8 alle 18.30)
Sito internet: www.mostradegas.it
Prezzi dei biglietti:
Intero 12 euro
Ridotto 9 euro
Gruppi 8 euro
Scuole 5 euro
Famiglia 24 euro
Bambini (sotto i 6 anni) gratuito
Catalogo: SKIRA