Inaugura a Venezia il 30 novembre (h. 17.30) l’Officina delle Zattere, un nuovo spazio espositivo apertoal pubblico di fronte allo Squero di San Trovaso, in Fondamenta Nani, che si va ad aggiungere alle prestigiose sedi dell’arte e della cultura della città situate all’interno del “chilometro della cultura”, dal Ponte dell’Accademia a Punta della Dogana.
L’apertura di Officina delle Zattere coincide con l’inaugurazione di ben quattro mostre, tutte visitabili gratuitamente fino a fine gennaio e racchiuse sotto il nome di “Atto primo, quattro tempi”.
“John Cage 100 anni. Silenzio” di Emanuel Dimas de Melo Pimenta, compositore, musicista, architetto e fotografo, “figlio spirituale” di Cage, presenta (in una sorta d’immaginario dialogo tra i due) fotografie, musiche, film, libri che illustrano i pensieri di Cage e di Pimenta, rintracciandone le loro profonde motivazioni. La mostra presentata all’Officina delle Zattere s’inserisce tra le celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Cage, che Pimenta sta promuovendo nel mondo grazie anche al sostegno di Lucrezia De Domizio Durini.
Giorgio Faletti invece, presenterà al pubblico (come anticipato durante la trasmissione “Che tempo che fa”) la sua mostra personale “Da quando a ora”, curata da Tiziana Leopizzi, che ne segue l’iter artistico sin dagli esordi. Un unico titolo per l’appuntamento che racchiude per la prima volta tre dei molteplici aspetti della sua creatività: la pittura, la letteratura e la musica. L’approccio alla pittura di Giorgio Faletti è ancora un “racconto” o uno spartito, in bianco e nero o a colori, è incisivo e vibrante nella costante tensione verso una parola “fine” che, a differenza di quanto accade nei suoi romanzi, è irraggiungibile, nel suo continuo spostarsi sempre un po’ più in là. Durante l’inaugurazione lo scrittore presenterà anche il suo ultimo libro (Einaudi Editore), che ha dato il titolo alla mostra.
Un altro dei quattro tempi del primo Atto è scritto dal musicista Massimo Donà, con la sua origina-le mostra “Il suono delle cose”: realizzata con la performance fotografica delle artiste Raffaella Toffolo e Veronica Croce, questa stanza vuole liberare attraverso disegni, video e musica il ‘suono’ normalmente inudibile delle cose. Infine, “Sinestetiche visioni, sound digital art”di Giorgio Merigo, a cura di Roberta Semeraro. Le opere di questo originale artista, dal temperamento da hacker e dalla formazione accademica da scenografo teatrale, sono scenografie da sogno costruite con lucidità e consapevolezza scientifica, speciali universi che riaffiorano dal suo inconscio e dalla sua particolare abilità di aggirare i numeri, senza nessuna ingenuità metafisica e con quella consapevolezza scientifica frutto della continua sperimentazione
La sede di questo moderno e polivalente laboratorio culturale è un edificio che risale agli anni ‘50, ben integrato all’interno dell’edificio conventuale di proprietà della Provincia Religiosa di San Marziano. Originariamente era l’officina dell’Istituto degli Artigianelli, in cui i giovani orfani che don Orione sottraeva alla strada apprendevano i mestieri di fabbro, tornitore, calzolaio. In seguito ha ospitato le aule e i laboratori didattici e artigianali della vicina Accademia di Belle Arti. Gestita dalla società Arte Eventi Venezia, l’Officina delle Zattere è un ambiente unico nel suo genere, grazie al contrasto tra la semplice e tradizionale architettura industriale del luogo e il complesso conventuale degli Artigianelli nel quale è inserita. Gli ambienti sono stati recuperati nella loro struttura originaria con un restauro dell’architetto Fulvio Caputo, che ne ha evidenziato gli elementi ricorrenti nell’architettura industriale veneziana dei primi ‘900.
L’Officina delle Zattere vuole affermarsi nell’ambito culturale veneziano come fondamentale punto d’incontro di arte e cultura: la volontà di valorizzare l’arte contemporanea è all’origine della scelta di dotarsi di una Direzione Artistica, affidata al maestro Marco Agostinelli, che si è affermato nel panorama artistico veneziano per le sue numerose iniziative a Palazzo Zenobio. Ha un’area coperta di circa 600 metri quadrati, composta da otto sale espositive e gallerie, due aree riposo, consultazione e internet-point, uno spazio esterno di oltre 100 metri quadrati, in parte coperto e in parte scoperto, che può ospitare esposizioni di sculture.