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Il giardino di Amore e Psiche a Milano. Labirinto di grazie a Palazzo Marino

 Labirinto di Grazie

– Crediti foto: Franco Ricci © ArtsLife & F.R. –

 
“Mi serve un po’ d’erba”
“Certo. Qualità?”
“La migliore che avete”
“Perfetto. Quanta?”
“Molta”
“Cioè?”
“Abbastanza da riempire una sala di Palazzo Marino”

Ora, se pure vi dicessi che l’interlocutore ha residenza in Olanda chissà cosa pensereste. Ma non è così. Perché l’erba in questione è erba sintetica, la migliore, che arriva direttamente dai Paesi Bassi come quella che si usa nei campi da calcetto, e la richiedente, Elisabetta Greci, non è una “pusher” ma il geniale architetto che ha allestito la scenografia di Amore e Psiche a Milano.

Come? Ha ricreato un giardino in perfetto stile neoclassico ispirandosi al Parco di Horta a Barcellona. Un giardino immerso nella notte dove profumi sottili e suoni ovattati accompagnano il visitatore verso le due meraviglie in mostra. Così dal pavimento un tappeto d’erba sale sulle siepi che scandiscono spazi e atmosfere differenti creando ideali stanze a cielo aperto. Un labirinto neoclassico dove gli archi posti in ordine decrescente creano fughe prospettiche che lasciano immaginare un parco infinito. Dalle siepi le ombre degli arbusti si arrampicano sulle pareti come sulle rovine disegnate da Piranesi proiettate sul soffitto. La vegetazione divora il salone cinquecentesco avvolgendo lo spettatore in uno scenario totalmente “fuori dal reale”. E via la favola.C’era una volta una bellissima fanciulla…

Abbiamo profanato l’Eden svelando l’idillio dei due amanti con gli scatti di un fotografo professionista, Franco Ricci, ed eccone il risultato.

Curiosità

Le teche che custodiscono le due opere sono costruite appositamente per la mostra dal Laboratorio Museotecnico Goppion, lo stesso che conserva il sorriso della Gioconda al Louvre.

I profumi del giardino sono creati ad hoc dalla Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, fondata nel 1612 a Firenze.

Lavanda e menta crispa con accordi legnosi di muschio e quercia per la sala di Gérard.

Note di patchouli, sandalo e betulla per il passaggio sotto gli archi delle siepi.

Fragranze di timo, menta, eucalipto per esaltare la sensazione tattile del marmo nella stanza del Canova.

Le opere

Psyché et l’Amour (1798) di François Gérard (1770-1837)

La tela ritrae l’istante in cui Psiche riceve il primo bacio di Amore.
– Colta di sorpresa dall‘abbraccio di Eros, Psiche non si copre il seno come abitualmente viene rappresentato ma lo accarezza.
– La fanciulla è la vera star del quadro, perfettamente illuminata da una luce italiana (alcune parti di Eros rimangono in ombra).
– La campagna circostante potrebbe essere quella romana con sugheri e querce (Gérard nasce a roma da madre italiana e padre francese).
– Da notare il bellissimo gioiello che sorregge il velo sul braccio, è una finissima cetra.

– Sopra la testa di Psiche vola una semplice farfalla diurna di campagna che indica la sua figura, nell’antica Grecia la farfalla (in greco proprio “psyche“) rappresentava l’anima che si librava in aria dopo che il corpo era spirato.
Il velo che le copre il pube è simbolo di verginità, rappresenterebbe l’imene integro.
– Le ali di Eros sono quelle del gheppio, piccolo uccello rapace.
Le frecce che escono dalla faretra di Eros sono rosse e blu, colore dell’amore e dell’anima o anche del cuore e degli occhi dai quali deriverebbe “amore” per gli antichi greci.

 

Amore e Psiche stanti (1797) di Antonio Canova (1757-1822)

La scultura rappresenta l’attimo in cui la pudica Psiche drappeggiata in sottile velo prende la mano di Amore per deporvi la farfalla, simbolo della propria anima (lo scambio platonico dell’anima grazie all’amore).
– Canova cattura questo istante sospeso e infinito in cui i due amanti contemplano il loro amore in una divina beatitudine.
– La farfalla è un macrolepidottero notturno, diversa e più grande di quella di Gérard.
– Non c’è erotismo ma una relazione di tenerezza preadolescenziale, Canova parla delle figure come quelle di due dodicenni, Psiche offre l’anima ad Amore più che il suo corpo.
– Amore non ha le consuete ali che lo caratterizzano, così facendo lo scultore vuole umanizzare il personaggio.
– La statua, di candido marmo di Carrara, poggia su un piedistallo rotante di marmo grigio e venato decorato con farfalle e ghirlande.

 

Per approfondire l’interesse verso la metamorfica coppia di amanti da non perdere alla Galleria d’Arte Moderna di Milano a Villa Reale il marmo di Giovanni Maria BenzoniAmore e Psiche” dove i due sono raffigurati entrambi alati.

Amore e Psiche di G.M.Benzoni (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Amore e Psiche di G.M.Benzoni (2) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

“… Giaceva sul letto più alto il marito, tenendo Psiche tra le braccia. Così anche Giove con la sua Giunone, e così, in ordine, tutti gli Dei… Vulcano cuoceva le vivande; le Ore imporporavano tutto di rose e d’altri fiori; le Grazie spargevano aromi e le Muse alzavano i loro canti. E cantò Apollo accompagnandosi con la cetra, e Venere danzò graziosamente con passi armonizzati alla soave musica, con la scena da lei disposta in modo che le muse cantassero un coro e suonassero i flauti, e Satiro e Panisco modulassero il canto con la zampogna. Così Psiche divenne regolarmente moglie di Cupido, e quando il parto fu maturo nacque loro la figlia che noi chiamiamo Voluttà”.

Fine.

Luca Zuccala

INFORMAZIONI UTILI

Amore e Psiche a Milano
Dal Museo del Louvre grazie a Eni
A cura di Valeria Merlini e Daniela Storti
Milano, Palazzo Marino
Piazza della Scala 2
1 dicembre 2012 – 13 gennaio 2013
Ingresso libero
Orari:
Tutti i giorni dalle 9.30 alle 20
giovedì dalle 9.30 alle 22.30
Chiusure anticipate
7 dicembre, chiusura ore 12
24 e 31 dicembre, chiusura ore 18
Aperture straordinarie:
aperto l’8 e 25 dicembre 2012 e 1 gennaio 2013
Info numero verde 800.14.96.17

 

 

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6 Commenti

  • Tutto così bello..

  • non l’avessi già viste, queste opere, sarei invogliata a correre a vederle, cosa che comunque potrò fare più e più volte perchè il caso vuole che lavori nelle vicinanze del cuore decisionale della città.
    Opere sublimi, che incantano; atmosfera bucolica che l’articolo ti presenta per fartela vivere virtualmente.
    anche piazza della Scala e gli spendidi edifici che la contornano risentono di questa ambientazione “erbeggiante”, passatemi il termine, e con qualche luce è festa.
    bravo autore del testo e fotografo.

  • Le immagini fanno venir voglia di visitare la mostra. Ottimo lavoro.

  • la scultura è un vero capolavoro!
    dopo aver letto l’articolo e visto le foto, non posso non recarmi a vederla dal vivo!

  • Come al solito non ci deludi Luca. Ottima la descrizione dell’opera e bella l’ironia che pervade l’articolo. Continua così!

  • Bravo Luca e bravo Franco, bello l’articolo e belle le foto !

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