Fondata nel 1829 da Adolphe Goupil (1806-1893) insieme al mercante tedesco Henry Rittner (1802-1840), che sposò la sorella di Goupil nel 1834, inizialmente con la ragione sociale Henry Rittner e dal 1831 con la denominazione Rittner & Goupil, la Maison Goupil iniziò la sua attività trattando esclusivamente incisioni e litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate al Salon parigino.
Rittner morì nel 1840 e Goupil si associò con Theodore Vibert (1816-1850), cambiando la denominazione in Goupil & Vibert, e dal 1846 in Goupil, Vibert & Cie, grazie all’arrivo di un nuovo partner, Alfred Mainguet.
Dagli anni ’40 dell’800 l’attività della Galleria si ampliò con l’apertura delle sedi di Londra (1841) e soprattutto New York (1845), diretta dal figlio maggiore di Goupil, Leon (1830-1855), e sulla quale lavorò con particolare impegno Vibert. Il grande successo della sede, che passò dai 140.000 franchi di ricavi delle vendite del 1848 a 569.000 franchi nel 1854, si arrestò temporaneamente a causa della morte di Vibert nel 1850 (Adolphe Goupil fu nominato tutore dei suoi due figli) e di Leon nel 1855, a soli 25 anni.
Nel 1850 Adolphe Goupil venne nominato Chevalier de la Legion d’Honneur, mutò nuovamente la ragione sociale dell’azienda in Goupil & Cie, nome che tenne fino al 1884, e in quegli anni avvenne un cambiamento particolarmente importante nella struttura della Maison, perché iniziò l’attività di vendita di opere d’arte originali.
E’ con gli anni ’60, grazie all’apertura di una nuova sede a L’Aja in società con il mercante olandese Vincent Van Gogh, zio del pittore (1861) e di altre a Berlino, Vienna (1865), Bruxelles (1866), che la Galleria divenne un punto di riferimento per collezionisti e mercanti. Le vendite internazionali, tuttavia, si basarono sempre su uno stretto controllo da parte della casa madre: la fornitura di dipinti, stampe e fotografie rimase centralizzato a Parigi e la produzione di immagini venne fornita dai laboratori della capitale francese.
La Maison Goupil fece contratti di esclusiva con pittori di diversa provenienza e formazione, francesi, italiani, spagnoli, ungheresi, una scuola vera e propria di artisti, che uniti da un comune progetto e sentimento, dipinsero scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in ombrosi giardini, scene in costume, pompeiano o settecentesco, vedute urbane e paesaggi animati, che divennero immediatamente popolari e apprezzate da collezionisti, critici e mercanti, creando ed alimentando un gusto collezionistico di respiro europeo ed internazionale, i cui effetti proseguiranno ben oltre gli inizi del Novecento.
Grande importanza per la vendita dei dipinti Goupil e per il successo degli artisti ricoprirono le riproduzioni delle loro opere: una composizione di successo veniva riprodotta con diverse tecniche e formati, incisione, fotopittura dall’originale, fotografia, fotoincisione, nel desiderio di raggiungere la più ampia base di clienti con un prodotto di alta qualità e basso costo.
Inoltre la Maison Goupil ebbe un rapporto privilegiato con il Salon parigino, la più importante isitituzione espositiva di quegli anni e una vetrina di prestigio internazionale. Moltissimi dipinti appartenenti a Goupil vennero esposti al Salon, al pari di molti altri, non di proprietà della Maison, ma per i quali Adolphe in persona o la Maison operarono quali agenti di intermediazione per la vendita.
Nel 1862 il pittore Jean-Léon Gérôme (1824-1904) sposò Marie, la figlia di Adolphe Goupil. Questo non solo facilitò le vendite dei suoi quadri e gli assicurò grande fama grazie alla diffusione in tutto il mondo delle fotografie e fotoincisioni delle sue opere, ma permise a Goupil di conoscere direttamente moltissimi artisti ed entrare facilmente nei loro ateliers. Gérôme viaggiò sovente in compagnia dell’altro figlio di Adolphe Goupil, Albert (1840-1884), importante collezionista di opere del Rinascimento ( opere a lui appartenute sono oggi nelle collezioni del Louvre e del Museo di Lione).
La presenza degli artisti italiani, che si recarono a Parigi e iniziarono a lavorare per la Galleria risale agli inizi degli anni ’70, quando il successo nella compravendita di opere d’arte fece ampliare gli spazi espositivi e di vendita della Maison a Parigi: l’intero palazzo di rue Chaptal 9, e altri spazi espositivi di fronte all’Opera, affiancarono l’originaria sede di Boulevard Montmartre, permettendo agli artisti di avere spazi prestigiosi dove poter esporre le proprie opere. In questi anni lavorarono per la Galleria anche molti pittori Impressionisti, così come pittori di genere, pompiers, Barbizzoniers, a testimonianza di come ogni periodo storico veda sempre contemporaneamente in campo istanze anche completamente differenti tra loro, nello stesso tempo, nello stesso luogo.
Dal 1872 la Maison aggiunse nell’oggetto sociale la realizzazione e il deposito di brevetti per i diversi procedimenti di riproduzione, e nel 1877 Adolphe Goupil venne insignito per aver “contribuito a diffondere in Francia e all’estero l’amore per l’arte e i valori morali della società francese”. Nel 1884 lasciò la guida della Maison affidandola ai suoi associati, ma l’azienda manterrà fino al 1919 nelle ragioni sociali le parole “successeurs de Goupil & Cie” ad indicare l’importanza e la qualità raggiunti dal marchio.
Presero le sorti della Galleria Leon Boussod (1826-1896) e Renè Valadon (1848-1921), che unirono alle attività consolidate anche nuovi processi di stampa tipografica e una nuova politica di pubblicazione di riviste illustrate. Con loro la denominazione cambiò in Boussod, Valadon &Cie, Successeurs de Goupil & Cie, fino al 1919, anno in cui cessò l’attività della Galleria.
Negli anni di apertura furono vendute dalla Maison Goupil oltre 31.000 opere!
Sotto la denominazione Jean Boussod, Manzi, Joyant & Cie, Successeurs de Goupil & Cie , fondata nel 1897, proseguì invece fino al 1921 la vendita delle riproduzioni, grazie all’ottimo lavoro di Michel Manzi (1849-1915), che lavorò nell’azienda dal 1884, con metodi innovativi quali la foto-acquatinta o un metodo particolare di typogravure, che permise un’innovativa produzione di libri illustrati e riviste, e che gli valse nel 1886 una medaglia d’oro da parte della Società per l’incoraggiamento dell’industria nazionale.