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Arte Moderna e Contemporanea & Design

GIORGIO DE CHIRICO - IPPOLITO E IL CAVALLO
GIORGIO DE CHIRICO, GLADIATORI, 1928-1929

Genova, 12/13 dicembre 2012

Design – 12 dicembre 2012

“L’Hotel più moderno ed elegante d’Europa”, così era definito il Bristol di Merano, un luogo dove l’aristocrazia, l’alta borghesia, i magnati dell’industria, le stelle del mondo del cinema soggiornavano per lunghi periodi, protetti e coccolati, soddisfatti in ogni loro esigenza da un personale dal contegno e dalla gentilezza di altri tempi. Arnaldo Bennati, un ricchissimo armatore genovese trasferitosi a Venezia – dove già possedeva il famosissimo Bauer-Grünwald – di questa cittadina a fondovalle, circondata da incantevoli montagne dall’atmosfera romantica, se ne innamorò dal primo istante che la vide e in lui nacque fortissimo l’ispirazione e l’ambizione di farne una seconda Saint Moritz. Così, per suo intimo desiderio nacque il Bristol, un hotel che doveva stupire chiunque lo visitasse. Tutti dovevano restarne affascinati e per questo Bennati non lesinò denaro per portare a termine il suo sogno. Progettato in due anni dall’architetto veneziano Marino Meo, fu inaugurato nel 1954. Madrina del grande evento fu la spumeggiante Sophia Loren insieme ai Falck e altri illustri personaggi. Qui il bel mondo respirava la stessa aria familiare alla quale era da sempre stato educato nei modi, nell’esser riverito, nonché nel gusto di un arredo ispirato al miglior design dell’epoca, tutt’oggi ricercatissimo. Un hotel modernissimo, secondo il New York Times, rinomato in tutto il mondo, dotato di ogni confort: televisione, filodiffusione, aria condizionata – un vero lusso per quei tempi – e piscina sul tetto. Ma ciò che più valorizzava il Bristol erano i suoi arredi, come i tappeti fatti pervenire dalla Persia da stendere nel salone dalle pareti in onice, i marmi e i legni più pregiati, le migliori sete che rivestivano le stanze, i cristalli di Fontana Arte, i divani, le poltrone, i tavolini disegnati da Gio Ponti, Paolo Buffa e Melchiorre Bega, mentre le lampade in vetro soffiato di Murano furono ideate personalmente da Archimede Seguso e Flavio Poli. Difficile immaginare qualcosa di più ricercato!

CARLO MOLLINO.
sedia proveniente dagli arredi della casa del
sole cervinia, Apelli & varesio 1947, legno di
quercia; cm 94x38x46.
stima € 7.000 – 8.000

Per l’ampio e fastoso Salone una coppia di poltrone bergere di Gio Ponti per Cassina anni ’50 in legno di noce e velluto imbottito (lotto 257) partono da una stima di € 4.000 – 5.000,  e un divano in tessuto imbottito a € 3.000 – 3.500 (lotto 258); sempre per questo prestigioso spazio di rappresentanza, una incantevole coppia di lampade da parete in ottone, vetro soffiato e foglie d’oro dalle sembianze femminili  di Flavio Poli realizzato dalla Seguso Vetri d’Arte hanno una quotazioni di € 1.500 – 1.800 (lotto 259). Per il Bristol Club un raffinato tavolino da gioco con quattro sedie anni’50. legno di mogano laccato, panno e ottone di Paolo Buffa è stimato € 4.000 – 5.000 (lotto 261). Per l’arredo delle camere una delicata coppia di tavolini servo muro di Cesare Lacca in ottone e cristallo molato sono quotati € 2.500 – 2.800 (lotti 266-267) e un divano in velluto imbottito di “Casa e Giardino” € 1.000 – 1.200 (lotto 268). Le Suite erano impreziosite da un divano e due poltrone in legno e velluto imbottito rosso attribuite di Melchiorre Bega  stimati € 600 – 800 (lotti 263-264) e poltroncine a € 300 – 400 (265). Per il Salone e la Sala della Conversazione, una coppia di tavolini in legno di mogano, ottone, cristallo specchiato e molato di Paolo Buffa hanno una stima entrambi di € 800 – 1.000 (lotti 271-272), così come una coppia di poltrone in legno di noce e velluto imbottito stimate € 2.000 – 2.500 (lotto 273). Eleganti testimonianze di un periodo ruggente del design italiano che per questa occasione si vide riunito sotto un unico progetto e che verranno esitate nell’asta Wannenes di Arti decorative e Design del XX secolo del 12 dicembre 2012.

GUIDO DROCCO – FRANCO MELLO.
Appendiabiti cactus, gufram 1986.
poliuretano espanso verniciato; altezza cm 170.
Esemplare 738/2000.
marchio della manifattura.
stima € 1.600 – 1.800

Arte moderna e contemporanea – 13 dicembre 2012

Per la prossima asta Wannenes di Arte Moderna e Contemporanea che si terrà a Palazzo del Melograno a Genova il 13 dicembre, tre nomi emergono su tutti: Giorgio de Chirico, Marino Marini e Lucio Fontana

Del ‘Pictor Optimus” Giorgio de Chirico, due tele emblematiche, la prima della metafisica degli anni Venti, fonte d’ispirazione dei Surrealisti e dei Dada; la seconda del periodo cosiddetto “barocco”, quando nel secondo dopoguerra l’artista rielabora il suo onirico mondo poetico con rinnovato piacere pittorico.  Nei “Gladiatori” del 1928-29 (lotto 463, stima € 150.000 – 200.000), Giorgio de Chirico affronta un tema a lui caro per tutti gli anni Venti e Trenta, impegnato nel recupero del mondo classico e nel ritorno al mestiere pittorico, e ad aggiunge nuove tematiche al suo immaginario metafisico, elaborandole in particolare durante il secondo soggiorno parigino, tra il 1925 e il 1929, quando entrano in scena i manichini, gli archeologi, i trofei e i cavalli.

GIORGIO DE CHIRICO – IPPOLITO E IL CAVALLO

Dal ciclo dipinto a partire dal 1927 per la decorazione dell’appartamento parigino di Léonce Rosenberg, mercante di fiducia di Giorgio de Chirico e del fratello Alberto Savinio, si inaugura il soggetto dei “Gladiatori”: filo conduttore della serie di tele è l’eterna lotta tra la vita e la morte, interpretata da personaggi raggruppati e duellanti. Il tema, avvicinabile alle tauromachie di Picasso, unisce diversi elementi d’ispirazione, tra questi il fascino primordiale e ambiguo della violenza accostato all’ antico tema filosofico degli opposti.

Così in Ippolito e il suo cavallo (lotto 431, stima € 55.000 – 65.000), databile agli anni Cinquanta l’anima, le forme, i personaggi del mito ellenico, la quieta grandezza della statuaria antica, gli assolati silenzi del paesaggio meridionale, sono i cardini di una maniera matura che nel passato arcaico della memoria trae ispirazione.

Nel Cavallo e giocolieri di Marino Marini, da ascrivere anch’esso al quinto decennio del XX secolo (lotto 446, stima € 80.000 – 100.000): in quest’opera è raffigurata la dicotomia e l’equilibrio tra la natura e l’uomo simboleggiati rispettivamente dal cavallo e dai giocolieri.

MARINO MARINI, CAVALLO E GIOCOLIERI

Un “Concetto Spaziale” inedito di Lucio Fontana del 1959 (lotto 433, stima € 150.000 – 200.000), che il maestro di Rosario donò al giovane connazionale e collega Federico Brook come segno di amicizia e prospettiva di investimento del futuro, è un’opera che si presenta come particolarmente significativa per il suo valore storico e di ricerca. In questa carta telata Fontana anticipa tutti temi della sua fase matura: buchi, tagli e la consapevolezza di aver dato forma alla terza dimensione.

LUCIO FONTANA, CONCETTO SPAZIALE

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