Una Bibbia di luce scolpita nel vetro
– Crediti foto: Franco Ricci © ArtsLife & F.R. –
di Luca Zuccala. Foto: Franco Ricci
Sei secoli di storia per comporre una Bibbia di luce scolpita nel vetro. Migliaia di metri quadrati di vetrate istoriate incastonate come preziosi nel marmo di Candoglia. Un mosaico di vetri colorati, metafora del riflesso divino, a comporre una Biblia Pauperum comprensibile a tutti. Così tessera dopo tessera l’umano ingegno nell’anelito del trascendente innalza al cielo un capolavoro: le vetrate del Duomo di Milano.
Da un paio d’anni quando finiscono di sfumare i riflessi rosa e aranciati dei marmi al tramonto si accende l’artificio della luce umana e brillano le trasparenze sacre dei Testamenti alle finestre.
Dal 2010 nei giorni di festa dalle 19 a mezzanotte è possibile ammirare le vetrate illuminate. Mancano all’appello solo quelle del transetto, per il resto ci son tutte: le tre grandiose e affollate dell’abside, quelle delle navate incorniciate da statue e ovviamente i riquadri in facciata. Così durante il giorno filtrano e tingono i raggi del sole verso l’interno mentre di sera grazie a 55 speciali candele proiettano i personaggi biblici all’esterno.
Ora che le feste son finite le luci dei riflettori svaniscono pronte a riaccendersi ogni fine settimana.
E noi mortali tutti col naso all’insù fino al torcicollo a vedere Vergini e Santi manifestarsi su quei muri di luce. L’effetto è stupefacente come la vividezza delle molteplici cromie distribuite nei telai di piombo a comporre il reticolato delle vetrate. Cinquantacinque finestroni che sulla sommità dove l’arco a sesto acuto si stringe nell’ogiva incastrano rosoni come caleidoscopi che ruotano su se stessi.
La costruzione della Cattedrale, avviata nel 1387, seguì pari passo l’opera dei mastri vetrai e degli artisti impegnati nella “pittura con luce“. Michelino da Besozzo, Stefano da Pandino, Pellegrino Tibaldi, l’Arcimboldo per citarne alcuni. Oltre un’infinita serie di maestri lombardi, fiamminghi e internazionali come l’ungherese Giovanni Hajnal dell’ultimo lavoro.
Correva l’anno 1404. L’inizio dei lavori: bisogna chiudere le finestre della Cattedrale. I muri di pietra si trasformano in pareti di luce, le vetrate diventano parte dell’ossatura dell’edificio. Bellezza e utilità raccolti insieme nel vetro. Intanto contrafforti e archi rampanti scaricano al suolo le spinte laterali aiutando a sorreggere la maestà gotica. Sua Altezza il Duomo di Milano.
Per l’opera e l’arte vetraria si alternarono secoli di splendore (XV, XIV, XIX) a secoli d’oblio (XVII, XVIII) fino al compimento delle finestre sulla facciata nel 1988. Il cantiere è concluso, tempi biblici per bibliche emozioni: le vetrate possono finalmente risplendere in pace irradiando la propria bellezza al mondo.
Luca Zuccala
7 Commenti
Bellissime le foto e bellissimo anche il Duomo.
poetico.proprio uno spettacolo.sono entusiasta.
Belle le foto, bela la spiegazione e ancora più bello el domm!
Bell’articolo Luca e complimenti al fotografo!
Complimenti per la chiarezza, per la scioltezza e la competenza. Complimenti anche al fotografo.
Grazie!
fantastici…come non inchinarsi a questi capolavori.
MARVELLOUSSSS!!!!