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Inaugura “LEIDENSCHAFTEN / PASSIONI” la personale di Julia Krahn‏

Forse era un piccione.

Erano andati via tutti. Tutto stava accadendo, ma il teatro non era più quello.

C’era un orto, da qualche parte, con tre uomini. Due di loro dormivano.

C’erano delle donne in giro per la città. Lo stavano cercando ma non si sapeva dove fosse finito. I due uomini che dormivano lo sapevano, ma dormivano. Lo sapevano perché l’uomo che le donne stavano cercando era il terzo del gruppo, quello che non poteva dormire. Il suo petto era scosso dall’angoscia come una barchetta in mezzo alla tempesta.

Non c’erano solo le donne, in giro per la città, a cercarlo. C’era anche un gruppo di uomini. Quello che camminava davanti non era il capo. Il capo era un uomo anziano, e camminava appena dietro di lui. Questi due erano i soli uomini disarmati. C’erano dei bastoni, là dietro. Delle lance, delle spade.

Ma lì, dove lui e gli altri due avevano cenato, non c’era più nessuno. Ce n’erano stati dodici, con lui. Si sa dei due che dormivano, e si sa anche di quello che adesso camminava davanti agli uomini armati. Si sa solo di quei tre, mentre degli altri nove non sappiamo niente.

Erano rimaste delle briciole sul tavolo, così un piccione volò su quel tavolo e iniziò a beccare.

Due persone entrarono per pulire ma si fermarono sulla soglia. Il piccione continuò a beccare. Poi si fermò anche lui.

I piccioni non sono animali molto spirituali. Le tortore, che pure somigliano ai piccioni, sono già più spirituali. Le più spirituali della famiglia sono però le colombe, che in ogni caso somigliano un po’ anche loro ai piccioni.

Nessuno sa dire con precisione se fosse una colomba, una tortora oppure un piccione a volare sulla testa dell’uomo che adesso vegliava nell’orto mentre tutti lo cercavano.

Era successo un po’ di tempo prima. Jochanan, il puzzolente, stava versando dell’acqua sulla sua testa, quando l’animale volò sopra le loro teste e sembrò volersi fermare, come se intendesse atterrare sulla testa di uno dei due.

Hanno detto che era una colomba, ma forse era un piccione.

Si dice che le colombe sono animali più spirituali, ma quando poi quell’uomo fu catturato si accorsero con raccapriccio che la sua veste era tutta bagnata di sangue.

In quel momento non c’era molto di spirituale nel suo aspetto. C’era molto dolore, questo sì, ma il dolore appartiene alla carne. L’anima stessa, nel dolore, sente di essere attaccata alla carne.

Alcuni degli altri nove erano sbucati e adesso erano insieme a lui, ma subito dopo erano già spariti di nuovo.

Nel gruppo armato c’erano quelli con i bastoni e quelli con le spade. Quelli con le spade sembravano i meno pazzi, e a un certo punto misero l’uomo in mezzo a loro per evitare che quelli coi i bastoni lo uccidessero a bastonate. Questo non impedì che qualche bastone più lungo degli altri finisse ugualmente sulla schiena di quell’uomo.

Il piccione restava fermo sull’angolo della tavola. Non sembrava impaurito dalla presenza delle due persone, che stavano ferme sulla porta della sala. Il piccione guardava quei due e quei due guardavano il piccione, e nessuno dei tre si muoveva da dov’era.

Nel piccolo cervello del piccione, tuttavia, qualcosa stava succedendo. Vedeva cose orribili, di cui non sapeva darsi nessuna spiegazione. Una folla di ubriachi urlanti. Un gruppo di soldati che pensavano ai fatti loro e ridevano della folla ubriaca. Tre donne che piangevano.

Il piccione vide distintamente un soldato volgersi verso le donne e intimare loro di stare zitte. Disse che la condanna di un farabutto non valeva le loro lacrime.

Poi vide un uomo anziano, dall’aspetto dignitoso, mettersi improvvisamente a urlare, e poi a ridere. Ma non era pazzo: con il suo urlo aveva ottenuto ciò che voleva, per questo rideva.

Vide un uomo con qualcosa in testa, in silenzio. La sua fronte era tutta rigata di sangue. Non sapeva che si trattava dello stesso uomo che aveva cenato in quella sala, e che nell’orto non era riuscito a dormire.

Vedeva cose che non capiva, ma le vedeva ed era così grande lo spavento che non riusciva a volare via.

Le due persone sulla soglia continuavano a guardarlo. Forse si chiedevano perché fosse così immobile.

Ma forse una delle due persone vide anche qualcos’altro. Sì, non può essere che così.

Altrimenti non si spiegherebbe come mai sul viso di questa persona, che era una donna, a un certo punto comparve una lacrima.

In fondo, aveva visto solo un piccione.

Luca Doninelli

 

Inaugurazione 07. febbraio 2013, 19 h

Benvenuto Christhard-Georg Neubert

Introduzione Ralf Meister, Vescovo della Chiesa Evangelica Luterana.

Testi Luca Doninelli, Ralf Meister

Musica Maria Magdalena Wiesmaier, Cello

 

Fondazione St. Matthäus, St. Matthäus-Kirche, Matthäikirchplatz, 10785 Berlino

08. febbraio – 01. aprile 2013

Mar – Dom 12 h – 18 h

Entrata libera

 

La mostra è accompagnata da una pubblicazione.

Conversazione con artista 21. marzo 2013, 19 h

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