Si parla di arte della seconda metà dell’Ottocento, e per la precisione si parla di pittori impressionisti italiani. Ma non solo. A Palazzo Roverella a Rovigo, in Veneto, fino al 23 giugno, sono state raccolte dopo due anni di ricerche e studi condotti dal curatore Paolo Serafini le più di cento opere di artisti della Penisola che, dal 1829, anno della sua apertura, entrarono a far parte della Maison Groupil, la Galleria parigina fondata da Adolphe Groupil (1806-1893). Il valore di opere come “Indolence”, di Giovanni Boldini, che ritrae due donne pigramente sdraiate su un divano, o di un paesaggio rurale come “La pluie de cendres” di Giuseppe De Nittis, o ancora come della serie di ritratti di bambino di Antonio Mancini, non è solo quello artistico e non è neanche solo quello di testimoniare i maggiori esponenti dell’impressionismo italiano: per la ricchezza di documenti e materiali aggiuntivi alle opere che sono esposti, infatti, alla fine della visita si sarà compreso anche con sufficiente chiarezza la particolarità e l’importanza per l’arte contemporanea di una figura come Adolphe Groupil. Accanto ad ogni quadro o quasi, si trova anche la relativa riproduzione in stampa, incisione, o fotografia. Perché entrare nella Maison Groupil significava essere parte attiva di un gruppo che aveva capito perfettamente che stava nascendo un nuovo gusto per il collezionismo d’arte da parte dei borghesi. E quindi Adolphe Groupil era solito diffondere il più possibile la conoscenza degli artisti che facevano parte della sua Galleria: non solo esponendoli e partecipando al Salon a Parigi, ma anche creando incisioni e stampe delle originali, in modo da diffondere la notorietà dei vari pittori e alzare il loro valore. “Gruopil pretendeva parecchio dai suoi artisti –spiega Serafini- ed era molto attento alla diffusione delle opere che facevano parte della Galleria, interveniva anche direttamente per suggerire dei cambiamenti secondo lui fondamentali”. Il quadro di Edoardo Tofano, ad esempio, che ritrae due sposi che si abbracciano in salotto, inizialmente si intitolava “Soli”. Groupil intervenne e portò una modifica fondamentale al titolo dell’opera, che chiamò “Finalmente… soli!”, sancendo immediatamente così il successo commerciale di questo quadro. Groupli era solito comprare i diritti di riproduzione di opere anche di artisti che lavoravano già con altre gallerie, come testimonia la sala dedicata solo alle stampe (come “La Ronde”, da Raffaello Sobi), oppure esponeva artisti che di per sé non apprezzava, ma di cui intuiva il valore commerciale. Insomma, oltre alla bellezza dei quadri e tra opere esposte per la prima volta al pubblico dopo 136 anni, come “Sposalizio in Basilicata” di Giacomo Di Chirico, ritrovato in Messico, o “Rhea” di Raffaello Sorbi e “Confidences” di Giovanni Boldini, mai esposte prima, la mostra di Rovigo apre importanti argomenti anche sulla storia del commercio dell’arte e il collezionismo.
SCHEDA TECNICA
“Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: La Maison Groupil”
Rovigo, via Laurenti 8/10
23 febbraio-23 giugno
Palazzo Roverella
A cura di Paolo Serafini
Orari: feriali 9-19, sabato 9-20, festivi 9-20. Chiuso i lunedì non festivi
Tel. 0425-460093, www.mostragroupil.com, info@palazzoroverella.com