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Rivoluzione alla Tate Britain: via i cartellini

La celebre galleria londinese ha deciso di eliminare i cartelli esplicativi accanto ai quadri, lanciando un modo completamente nuovo di visitare una mostra. L’idea è della direttrice del museo, Penelope Curtis, che ha spiegato come in questo modo il pubblico si sentira’ molto piu’ libero di muoversi da un’opera all’altra. La prima mostra organizzata secondo il nuovo approccio e’ intitolata ‘A Walk Through British Art’, un viaggio nella collezione permanente.

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3 Commenti

  • Sono daccordissimo con quanto detto da Diana Martin :l`idea nuova è quella che scopre una forma di pensiero diversa non quella di vedere soltanto al diritto o al rovescio

  • Sono di Argentina e credo che a volte la gente come Penelope Curtis crede avvere una gran idea quando fà l`inversa`di quel che cè.Invece l`idea nuova è quella che scopre una forma di pensiero diversa che quella di vedere soltanto al diritto o al rovescio

  • Questa notizia mi lascia un senso di perplessità.
    Dovremmo avvicinare anche e sopratutto la gente comune all’arte, quindi trovare per loro (per noi) nuovi stimoli, per cui non possiamo lasciare che sia solo un elité a visitare le mostre ed i musei.
    L’idea di non mettere i cartellini vicino alle opere è una dimostrazione di come non ci sia lungimiranza e di come ci si elevi al di sopra del popolo. La conoscenza si può acquisire a scuola, privatamente ed anche visitando un museo o una galleria, ma dobbiamo avere gli “strumenti” per capire cosa stiamo guardando. Per esempio, un libro con foto stupende di luoghi incantevoli, ma senza didascalie, rimane solo un insieme di immagini che ci lasciano tanti interrogativi su dove siano situati quei luoghi ed anche su chi ha scattato quelle foto…
    Ho un suggerimento per la direttrice Penelope Curtis: potrebbe inserire un codice a barre sotto ogni opera ed i visitatori che volessero sapere l’autore, l’anno, la collezione, potrebbero staccare le opere dai supporti ed avvicinarsi ai lettori ottici siti negli angoli delle sale… Sarebbe interessante vedere un tizio con in mano l’opera di Marcel Duchamp “Fountain” (che è esposta al Tate) mentre si aggira per il museo alla ricerca della colonna con il lettore ottico. Come con una padella alla Coop.
    Meditiamo signori, meditiamo. 🙂

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