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Adelina von Fürstenberg e la Biennale greca

Svizzera di origini armene (nasce a Istanbul), Adelina von Fürstenberg è una signora elegante e simpatica, con uno sguardo insieme profondo e leggermente ironico, sempre presente, curioso e attento. Prima di ogni descrizione personale, però, a parlare per lei sono le sue scelte da curatrice, che si muovono verso un’interpretazione aperta dell’arte, che favorisce le commistioni e, soprattutto, il dialogo anche tra culture diverse. Fino al 1989 dirige il Centre d’Art Contemporain Geneve (in Svizzera), per poi andare (fino al 1994) a dirigere “Le Magasin”, Centro d’Arte Contemporanea di Grenoble (Francia), dove cura mostre di Vito Acconci, Alighiero Boetti e Gino de Dominicis. Nel 1993 dirige alla Biennale di Venezia il Padiglione Italia e Russia. Tra le diverse attività della Fürstenberg, nel 1995, in occasione del 50° Anniversario delle Nazioni Unite, cura la mostra “Dialoghi di Pace”, di artisti internazionali e che si tenne a Ginevra. Nel 1996 fonda “Art for The Word”, un’organizzazione non governativa che vuole diffondere i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Umanità attraverso l’arte contemporanea e il cinema.  Nel 1997 alla Biennale di Venezia, nel Monastero Armeno, cura la mostra “Art for the World”, di Rauschenberg, Kounellis e Kosuth, e, nel 1998, lavora in Brasile con Bob Wilson. Tra le varie attività. nel 2006 cura all’Hangar Bicocca di Milano la mostra “Balkan Epic” di Marina Abramovic, fino al progetto “Food”, di arte moderna e agricoltura, che dal 2012 la vede impegnata in diverse parti del Mondo.

Il suo progetto più recente è quanto mai attuale:  Adelina von Fürstenberg è Chief Curator della IV Biennale di Arte Contemporanea di Salonicco, in Grecia, che ha inaugurato il 18 settembre e prosegue fino al 31 gennaio 2014 in 8 diverse sedi sparse per la città macedone, oltre alla Mostra Centrale (nel Padiglione 6). Questa in particolare si intitola “Everywhere But Now” (a cui partecipano 50 artisti provenienti da 25 nazioni), titolo che suona quasi come un invito rivolto agli artisti perché si riuniscano.

E’ così?
Diciamo che vorrei puntare l’accento sulla responsabilità degli artisti, che devono potersi esprimere per offrire delle interpretazioni della realtà, delle idee. In questo senso l’arte è come il cinema. Non voglio porre delle differenze fra un film di Hollywood e un film d’essai. Prima di dare un giudizio di valore su una o l’altra mostra, giudicarne una di qualità più alta o più bassa, è importante lasciare spazio a tutti i modi di espressione. Ciò che conta in assoluto di più, insomma, è che gli artisti si possano esprimere “Everywhere but now”, che si possa portare avanti il dibattito su argomenti importanti per l’uomo e la sua evoluzione anche attraverso l’arte.

Come ha scelto i 50 artisti invitati a partecipare alla sua mostra, “Everywhere but now”?
Non li chiamo in base al mio gusto personale, li scelgo in base al tema della mostra, al lavoro che questi propongono o all’impegno che dimostrano. In questo caso ho chiamato da Marina Abramovic a Claire Fontaine, da Marcello Maloberti a Veronica Smirnoff, da Ivan Petrovic a Miltos Manetas, da Liliana Moro a Priscilla Tea fino a Philip Rantzer: pittura, installazioni, fotografia, performance…

Vari linguaggi. Quindi non è la tecnica, il tipo di opera che ciascuno propone a determinare la sua scelta. Se il tema della mostra è “now”, l’attualità, allora qual è l’artista attuale oggi?
E’ quello che mostra il suo impegno e la sua responsabilità sociale: è finita l’epoca dell’artista autoreferenziale, chiuso in se stesso. Bisogna pretendere di più dagli artisti, che siano portavoce delle nuove idee e i nuovi problemi del periodo storico sociale in cui ci troviamo. L’arte è a contatto sempre col mondo in cui nasce: non si può più essere cinici, l’arte oggi deve far vedere il suo impegno più che mai. E quindi comunicare, essere aperta e creare dibattiti, far nascere idee nuove. L’artista oggi ha un ruolo importante nei confronti della società, deve rendersene conto ed esserne consapevole.

Quanto un momento di crisi economica, e in certi casi anche di valori, favorisce paradossalmente lo sviluppo di nuove idee artistiche?
Succede, indubbiamente. Ed è un fenomeno positivo. Basti pensare che questa Biennale di Salonicco nasce in un periodo economicamente di crisi: la Grecia, paese europeo, sta lanciando al mondo un segnale di forte reazione, ricerca di dialogo e interazione con altre Nazioni. Bisogna parlare di questo, dell’importanza dei rapporti tra le persone e le possibilità che nascono attraverso l’arte.

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INFORMAZIONI UTILI:

“Biennale: 4 of Contemporary Art”
Salonicco, luoghi vari
19 settembre 2013-31 gennaio 2014
Chief Curator, Adelina Von Fustenberg
State Museum of Contemporary Art,
21 Kolokotroni str,
Moni Lazariston, 56430, Salonicco, Grecia
Tel. +30-2310589141-43,
www.greekstatemuseum.com,
www.thessalonikibiennale.gr,
info@greekstatemuseum.com,
facebook: ThessalonikiBiennale

 

 

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2 Commenti

  • Intervista molto interessante come sempre. Complimenti

    • grazie! non è stato difficile perchè Adelina von Furstenberg ha delle idee a mio parere estremamente innovative rispetto alla più diffusa idea di arte contemporanea. tornare alla ricerca di una “responsabilità dell’artista” nei confronti della società stessa, affidargli un vero e proprio ruolo, credo sia un giusto atteggiamento da parte di un critico e curatore, che potrà portare a buone novità.
      Marta

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