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Carlo Casana – Plantae & Animalia

 

24 ottobre – 15 novembre 2013, Milano, Spazio Farini 6

Carlo Casana dal 2005 si dedica con passione alla fotografia, e dal 2008 espone in gallerie, spazi pubblici e fiere. Sue immagini sono state pubblicate su libri di fotografia americani, su periodici italiani, americani e australiani. Oltre alla fotografia si interessa alla postproduzione e alla stampa fotografica.

In questa sua personale, “Plantae & Animalia”, Carlo Ottaviano Casana espone una raffinata raccolta di nature morte, un’evoluzione dello stesso tema dell’ultimo suo lavoro “Lo sguardo delle cose”, ma con una nuova interpretazione e contesto stilistico, con un approccio tecnico particolarissimo, che produce risultati magici/onirici con effetti cromatici argentei e avvolgenti.

Casana ottiene questi risultati partendo da spunti istintivi per l’ispirazione, (racconta che la serie è nata comprando dei carciofi per mangiarli in insalata), ma poi lo scatto è con l’avanzata tecnica di “focus stacking” e in postproduzione moltiplica, sovrappone, calibra, per ottenere questi risultati di cromatismi e di messa a fuoco totale. Il risultato è affascinante ed è dovuto anche alla speciale carta utilizzata per la stampa, che è sempre eseguita dall’autore in tutte le sue fasi.

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Testo critico di Paolo Manazza

Chi desidera avvicinarsi a questa nuova serie di lavori fotografici di Carlo Casana non può prescindere da una condizione essenziale. Deve essere una persona colta. E nella disposizione alla cultura conoscere una sua regola fondamentale. L’ordine. Scriveva così Rudolf Arnheim, il grande psicologo della Gestalt fondata da Max Wertheimer, che non a caso cominciò la propria carriera applicando gli assunti della psicologia sperimentale al cinema: “Qualunque cosa la mente umana si trovi a dover comprendere, l’ordine ne è una indispensabile condizione. Disposizioni quali la planimetria di una città o di un edificio, un insieme di utensili, un’esposizione di mercanzia, la manifestazione verbale di fatti o di idee, ovvero quali un dipinto o un brano musicale, sono disposizioni dette tutte ordinate (…). L’ordine consente di concentrar l’attenzione su quanto assomiglia a quanto è, invece, dissimile. Su quanto vicendevolmente si corrisponde o è, invece, segregato in sé. Quando non s’include nulla di superfluo né si tralascia nulla di indispensabile, si è in grado di intendere l’interrelazione fra il tutto e le sue parti, e la gerarchia di valori in base alla quale determinati elementi strutturali sono dominanti per importanza o peso e altri subordinati”. Gli ultimi lavori di Casana suggeriscono per istinto una fitta correlazione stilistica. Con diverse fonti, solo in apparenza discrepanti. Dalla matrice risalente ai dipinti seicenteschi di nature morte (della scuola italiana di Evaristo Baschenis o fiamminga di Pieter Claesz e Abraham van Beyeren o spagnola di Juan Sánchez Cotán e Francisco de Zurbarán) il contesto stilistico di queste foto -che appaiono quasi stampate su lastre d’argento- sorvola il Simbolismo più onirico, per approdare infine a una sorta di strutturalismo gestaltico. L’apparente semplicità nasconde uno strato complesso di rimandi. Una sovrapposizione di piani. Un incrocio intellettualistico e coltissimo di sequenze significative. Come fosse una sorta di concettuale Cubismo fotografico. A dire il vero mi sembra persino di cogliere sfumature del cosiddetto Pittorialismo, un movimento nato verso la fine del XIX secolo “nato per elevare il mezzo fotografico al pari della pittura e della scultura”. Dagli esordi francesi di Gustave Le Gray, sino alla scuola inglese di Henry Peach Robinson e Oscar Gustav Rejlander, che raggiunse una grande maestria nella stampa combinata e nel ritocco fotografico. Per arrivare al nome più amato e noto, quello dello statunitense Alfred Stieglitz. Certo, il pittorialismo gestaltico seicentesco del Casana si lancia nella contemporaneità bagnandosi, anzi immergendosi, nel Minimalismo. Per il tramite del gesto (la scelta di verdure incontrate per caso) e della tecnica, (una stampa su carta dopo una complessa lavorazione in Photoshop). E’ lo stesso autore che racconta: “La prima foto di questa serie, quella dei carciofi, l’ho scattata uno dei primi giorni d’aprile. Avevo comprato i carciofi per mangiarli in insalata. Scegliendoli dal verduraio li ho trovati talmente belli che ho deciso di fotografarli prima di mangiarli. Il giorno dopo è successo lo stesso con quel ciuffone di scarola. Il giorno dopo ancora lo stesso con la lollo. Solo a questo punto ho pensato di farne una serie”. Concludendo con un’incidentale degna d’un romanzo newyorchese degli anni Novanta: “Tutti i soggetti ritratti nelle foto sono stati comprati in primo luogo per essere mangiati”. Sul versante della tecnica di realizzazione, Casana sembra inconsciamente infilarsi diritto nel fil rouge di un Pittorialismo riadattato alla contemporaneità. Sperimentando con un’ansia (e un ordine) maniacale la declinazione della fotografia nel campo dell’estetica e di un formalismo quasi ottocentesco. Tutte le foto sono state scattate con una pratica che si chiama focus stacking. Essa consiste nello scattare molte immagini con diversi piani del soggetto, fondendoli poi insieme allo scopo di ottenere una fotografia perfettamente a fuoco in ogni sua parte. Nella post produzione infine ogni scatto è stato aperto in Photoshop e convertito in bianco e nero. L’immagine è stata moltiplicata in minimo sei, massimo dieci livelli (copie). Ogni livello convertito in duotoni, tretoni, o quadritoni. Queste sono delle immagini in bianco e nero, cui vengono aggiunti dei colori a tonalità particolari (es. magenta agli scuri, ciano ai mezzitoni, ecc). Alla fine di questo lungo procedimento i diversi livelli vengono calibrati tra loro per ottenere l’effetto cromatico desiderato. Anche la rilettatura gestaltica appare evidente poiché, come ricordava sempre Arnheim “qualsiasi autentica opera d’arte esige la collaborazione di tutti gli strati essenziali della mente”. Il risultato di questo istintivo ma al contempo organizzatissimo lavoro è ora davanti ai vostri occhi. Ciò che colpisce immediatamente è l’incantesimo in grado di trasformare una verdura o un pesce in un elemento ancestrale e apodittico del cosmo. Quasi fosse il particolare d’un vetrino al microscopio. E’ ancora Arnheim che scrive: “La tendenza dell’uomo verso l’ordine, della quale l’arte non è che una delle manifestazioni, deriva da una consimile tendenza universale presente in tutto il mondo organico, e trova pure un parallelo, anzi forse un’origine, nella tendenza verso lo stato di struttura più semplice, presente nei sistemi fisici”. Così l’anguria del Casana appoggiata su una composizione di antichi mattoni si trasforma per magia in un simbolo esoterico rintracciato con la fantasia nell’ingrandimento d’un microorganismo. E l’insalata cristallizzata nell’argento pare un genoma arrotolato. Mentre i sei piccoli pomodori portano l’immaginazione su un pianeta sconosciuto con un atterraggio in arrivo tra un paio di secoli almeno. Le scansioni di uova suddivise (con ordine) in due file a destra e due a sinistra, con le due centrali vuote, si contrappongo come eserciti immaginari dalle armature diverse per sfumature. E ci conducono al Surrealismo degli scacchi tanto amati da Man Ray. Ciascuno può esercitare la propria immaginazione nei vicoli argentati di queste stranissime creature fotografiche di Carlo Casana. Milanese di nascita, laureato in storia moderna con un robusto numero di esami sostenuti in Storia dell’Arte, Storia della Critica d’Arte ed Estetica, l’autore ha svolto diverse attività. Come giornalista ha lavorato per alcune testate e case editrici, pubblicando tra l’altro tre libri di cucina. Le sue foto di viaggi sono apparse su riviste americane, italiane, svedesi e australiane e su diversi libri. Una sua foto scattata a Papua è stata pubblicata sull’ultimo libro del premio Pulitzer Jared Diamond (“Il mondo fino a ieri”, Einaudi, 2013). Ha cominciato ad esporre nel 2008 in alcune gallerie, spazi pubblici e fiere. Oggi presenta questa nuova serie di lavori. Interessanti.

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INFORMAZIONI UTILI:

PLANTAE & ANIMALIA STILLS
CARLO OTTAVIANO CASANA

inaugurazione: mercoledì 23 ottobre 2013 ore 18.30 – 21.00
24 ottobre – 15 novembre 2013
da lunedì a giovedì 15.30-18.30 o su appuntamento
Via Farini 6,
20154 Milano
tel. 02 6208 6626
galleria@spaziofarini6.com
testo critico di Paolo Manazza
catalogo in galleria

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